Rohan Dennis (Team Ineos) si è conquistato la ribalta delle cronache ciclistiche per l’ennesima volta a causa dei suoi umori ballerini. Questa volta a causa di un messaggio postato sul proprio Instagram, in cui, dopo 34 giorni di confinamento nella sua residenza di Girona, in Spagna, il campione del mondo a cronometro ha “sbroccato” e si è concesso un giro in auto, con tanto di didascalia polemica:
Agli inevitabili commenti critici ricevuti per aver violato la quarantena, l’australiano ha risposto con veemenza, accusando i lettori di preferire i “noiosi atleti di alto livello che mostrano il loro mondo perfetto”. Per poi cancellare i propri account social (tranne Facebook) a causa delle risposte sempre più critiche.
Questo è solo l’ultimo episodio della lunga serie di bizzarrie a cui Dennis ci ha abituato nella sua carriera. La più eclatante resta quella dell’abbandono improvviso dell’ultimo Tour de France alla 13^ tappa. Un episodio che un ex addetto stampa della BMC, squadra precedente di Dennis alla Bahrain-Merida, commentò all’epoca così: “Sono cosi contenta di non dover gestire questa situazione. Rohan è un bravo ragazzo, ma troppo difficile da capire“.
Tra i motivi del suo abbandono lo stesso Dennis ha poi citato le difficoltà matrimoniali (è sposato con la ex ciclista Melissa Hoskins) che avevano raggiunto un livello preoccupante proprio durante quel periodo.
L’episodio ha avuto ripercussioni notevoli, con l’aggravante che Dennis si è presentato ai mondiali con il materiale tecnico di sua scelta, e non quello della sua squadra, in violazione di contratti. Ma alla fine l’interesse dei britannici della Ineos hanno giocato a favore di un accordo amichevole per il suo passaggio dalla Bahrain-Merida al Team Ineos. Ineos ora sicuramente meno contenta di questa uscita del proprio cronoman in un momento in cui stanno lavorando molto bene sulla propria immagine tra gel disinfettanti donati e raccolta fondi grazie alle pedalate-fiume di Geraint Thomas sui rulli.
Dennis però già dai suoi debutti è sempre stato considerato un tipo non facile da gestire. Al suo secondo anno da pro, in piena stagione (evento molto raro), passò dalla Garmin-Sharp alla BMC, con un altro “accordo amichevole” tra Johnatan Vaughters e Allan Peiper, i due team manager, ma tra le voci che alla Garmin fossero contenti di sbarazzarsi di una “bomba ad orologeria”.
L’episodio del Tour dell’anno scorso ha poi rivelato che Dennis ha avuto problemi di disturbi alimentari nell’ottica di perdere peso per fare classifica, e quindi successivamente una depressione. In seguito si è fatto seguire da uno psichiatra, come lui stesso ha raccontato all’Adelaide Advertiser: “Quello che lo psichiatra ha analizzato sulla mia personalità non mi rende evidentemente contento, ma mi aiuterà. Non sapevo a che punto ero una cattiva persona, tuttavia, quando ho abbandonato il Tour non ho detto niente di male contro il mio sponsor e la mia squadra, ma sono stato in silenzio“.
Se qualcuno ha difficoltà a capire di cosa avrebbe potuto lamentarsi Dennis riguardo il proprio sponsor, lo chiarisce Yvon Ledanois (ex direttore sportivo alla BMC ed oggi alla Arkéa-Samsic) all’Equipe: “Rohan è un atleta fragile psicologicamente, capace di adirarsi per una parola mal detta. Poteva passare in uno schioccare di dita da una situazione di grande motivazione ad una resa totale“. Ledanois continua: “Il suo ultra-perfezionismo può snervare le persone che gli sono intorno. I meccanici e gli assistenti hanno spesso sofferto con lui, perché è lunatico. Ma paradossalmente tutti si sono molto attaccati a lui. La sua personalità, anche se complessa, non lascia indifferenti. Bisogna solo conoscerlo, sapere che il minimo granello di sabbia può bloccarne i meccanismi. Se i pattini dei freni non sono ben regolati prima di una cronometro è capace di immaginarsi che nessuno lo supporti e che non abbiano voglia di avere a che fare con lui. Ed allora si inalbera nel genere -se ve ne fottete di me allora anche io me ne sbatto di voi-. È un tipo ipersensibile, spesso incompreso. Ci vuole del tempo per conoscerlo, io ci ho messo un anno. D’accordo, ha una reputazione sulfurea, ma non è pazzo. Ha semplicemente il suo carattere. Che lo rende atipico ed interessante. Bisogna giusto trovare le chiavi per parlargli”.
Più conciliante il suo ex-compagno alla BMC Philippe Gilbert, il quale però fa capire che l’australiano non è tipo facile nemmeno per i compagni: “Non farò certamente parte della muta di coloro i quali ora si accaniscono e sputano veleno su Rohan. È un tipo a posto e quando ho dovuto dirgli quello che penso del suo modo di fare glielo ho detto in privato. Siamo anche diventati amici in seguito“.
Dennis non si è poi attirato grandi simpatie lo scorso inverno, quando ha attaccato mezzo ambiente del ciclismo, da lui definito “meschino”, prendendosela con quelle squadre che sono “chiuse nella loro mentalità vecchia scuola, dove i corridori sono solamente le pedine di un gioco di scacchi“.
mancava Van Marcke (che mi dicono essere un simpaticone) e c'erano tutti