I più giovani non sapranno chi sia, ma Graeme Obree ha avuto un piccolo grande ruolo a metà anni ’90 nel rivoluzionare il mondo del ciclismo, perlomeno per quanto riguarda le prove contro il tempo.
Scozzese, nato nel 1965, è sempre stato un personaggio un po’ particolare, non fosse che è affetto da disturbo bipolare, e che ha tentato di suicidarsi già da adolescente col gas, per poi riprovarci a 25 anni con un’overdose di aspirina.
Titolare di un negozio di biciclette, che riparava e costruiva, aveva anche il vizio di inspirare il gas che usava per saldare i telai. Un tipo bizzarro a dir poco, che ad un certo punto si fissò con l’idea di battere il record dell’ora di Francesco Moser, ottenuto a Città del Messico nel 1984: 51.151km.
Obree non aveva i mezzi per un’equipaggiamento raffinato come quello usato da Moser, ma la sua intuizione fu che la posizione in sella aveva grande influenza sull’aerodinamica. Senza educazione scientifica Obree si saldò da solo la bici per tentare il record dell’ora, utilizzando un manubrio da mtb tagliato e ed avvicinato il più possibile alla sella, in modo da poterci appoggiare sopra il petto tenendo le braccia piegate e la testa alla stessa altezza del busto. Installò un movimento centrale più corto per poter avere le gambe il più possibile ravvicinate, e concepì per questo un telaio senza tubo orizzontale, in modo che le ginocchia non andassero a sbatterci. Guardando girare il cestello della lavatrice a 1200 giri al minuto per la centrifuga ne smontò i cuscinetti per installarli nel movimento centrale pensando (erroneamente) che fossero di qualità migliore di quelli normalmente utilizzati. Per la forcella pensò di saldarne una con un solo stelo. A completare la creatura due ruote Trispoke della Specialized. La bici fu nominata Old Faithful, e la posizione su di essa Praying Mantis.
Il primo tentativo di Obree fallì di oltre 1km, ma avendo prenotato la pista per 24h ci riprovò il giorno seguente: il 17 Luglio del 1993 Obree, ad Hamar In Norvegia, migliorò il record dell’ora con la distanza di 51.596km.
Battuto 6 giorni dopo da Chris Boardman con 52.270km ci riprovò l’anno seguente con successo: 52.713km. Record che durò 5 mesi, sino a al tentativo di Miguel Indurain.
Bandita dall’UCI la posizione utilizzata da Obree, che intanto era stata copiata da tutti, questo se ne inventò un’altra, la Superman Position, con le braccia completamente allungate in avanti. Chris Boardman la utilizzo’ per il suo record del 1996: 56.375km. Record che fu poi declassato alla categoria “Best Human Effort”, per distinguerlo dal record dell’ora vero e proprio, ora detenuto da Bradley Wiggins.
Obree fu campione del mondo su pista di inseguimento individuale nel 1993 e 1995.
Fu contattato da una squadra francese di terza fascia per passare professionista, ma Obree si fece licenziare per non essersi presentato al raduno pre-stagionale senza dare spiegazioni. Fu anche cercato da una squadra per disputare il cronoprologo al Tour de France 1995, ma dichiarò di aver rifiutato quando gli dissero che avrebbe dovuto assumere doping.
Nel 2001, depresso per la morte del fratello, tentò ancora il suicidio tentando di impiccarsi, ma fu salvato in extremis.
La discussioni a riguardo i vantaggi dati dalle posizioni inventate da Obree sono durate decenni: era solo un mediocre atleta che ha sfruttato equipaggiamenti particolari o in realtà questa posizioni davano solo vantaggi marginali?
Il titolare del marchio di abbigliamento scozzese Endura ha voluto tagliare la testa al toro portando Obree e le sue bici al tunnel del vento di Drag2Zero, gestito da Simon Smart, ingegnere che ha lavorato per Mercedes F1 e progettista di Enve, per misurare le differenze rispetto una moderna bici da cronometro e tra loro. Il risultato è il video qui sotto.
Lo spesso accento scozzese di Obree magari non facilita il comprendere che personaggio unico sia, ma le tabelline sono alquanto esplicative e quindi vi lasciamo il piacere di scoprirlo da voi senza anticiparlo.
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