Ormai è da qualche anno che nel gruppo dei professionisti si vedono i comandi di cambio/freni inclinati verso l’interno del manubrio. Il trend però ha portato l’inclinazione a livelli sempre più estremi, fino a spaccare le opinioni dei corridori stessi.
Uno dei primi professionisti ad avere l’intuizione che un manubrio più stretto e con le mani più vicine tra di loro sia più aerodinamico è stato Adam Hansen, ex pro e recente nuovo presidente dell’associazione ciclisti professionisti (CPA), il quale utilizzava un manubrio da 38cm di larghezza (foto in copertina).
Recentemente questo posizionamento dei comandi ha avuto un incremento di utilizzatori da quando l’UCI ha vietato la posizione a “zampe di cucciolo”, traduzione dall’inglese “Puppy paws”, che ben la descrive, ovvero con gli avambracci appoggiati alla parte alta del manubrio. Questa posizione è stata vietata in quanto pericolosa, non avendo il corridore alcuna presa sui comandi e quindi sui freni quando è in quella posizione.
Le necessità dei corridori di assumere una presa più raccolta e con le mani vicine per essere più aerodinamici ha consigliato quindi di circonvenire la regola inclinando i comandi verso l’interno ed utilizzando manubri molto stretti. Oggi moltissimi corridori utilizzano manubri da 39cm esterno-esterno, quando la misura minima solitamente adottata per i ciclisti più minuti (o aventi quella larghezza di spalle, secondo la teoria in voga) era 40cm.
Ancora più di recente questo setup è stato adottato dai corridori “Top” come Tadej Pogačar e Remco Evenepoel, e la solita imitazione ha preso il via. Ma non tutti i corridori sono della stessa idea. Ad esempio proprio un compagno di squadra di Pogačar, George Bennett, ha dichiarato: “La questione delle leva girate ha già causato alcuni incidenti. I ragazzi che le girano davvero tanto diventano pericolosi perché in pratica non possono più usare i freni. La cosa che mi fa arrabbiare è che, quando tutti si mettono a frenare a fondo, non riescono a usare i freni. Va bene l’argomento dell’aerodinamica, funziona, fa risparmiare watt, ma il risparmio di watt è solo una cosa. A me piace anche usare i freni“.
Gli ha fatto eco Ide Schelling della Bora-Hansgrohe: “La posizione estrema non mi piace perché è solo per guadagnare in aerodinamica. Io ho la mia un paio di gradi in più per il comfort, ma è difficile guidare dietro a questi ragazzi con l’assetto estremo perché non migliora certo la loro guida. È stupido. Ma lasciamoli fare e forse quando cadranno un paio di volte impareranno“.
Anche un utilizzatore convinto dei comandi orientati in questo modo, come Quinn Simmons (Trek-Segafredo) ha le sue riserve: “Li uso così da cinque anni, da quando ero junior. Per me è più comodo e sicuramente è sempre meglio essere un po’ più aerodinamici, ma quando si vedono questi ragazzi con questa stupida versione estrema per motivi aerodinamici, sicuramente è pericoloso. Se non è estrema però non lo è“.
Ironico Christopher Juul-Jensen della Jayco-Alula: “Non riesco a capire come facciano a guidare la bicicletta…Sempre più corridori lo fanno per guadagnare più watt possibile, ma a me sembra solo un gruppo di corridori reduci da una caduta. Potrebbero anche iniziare a togliere i comandi….”
La lotta dell’UCI per far tenere le mani sui comandi e sui freni ai corridori è di lunga data, dai tempi dell’apparizione delle prime prolunghe da montare usi manubri, come i mitici “Spinaci” di Cinelli, proibiti nel 1997, sino al divieto della posizione coi gomiti sul manubrio del 2021. Nel mezzo anche il divieto di usare manubri appositamente costruiti per poter tenere la posizione aerodinamica E le mani sui comandi, come quello (lo Speeco Aero Breakaway) utilizzato da Jan-Willem van Schip della BEAT Cycling.
Ora si potrebbe assistere all’introduzione di una nuova regola, ed i meccanici delle squadre dovranno munirsi di goniometro.
Anche io quando ero dilettante facevo le discese in posizione Pantani senza casco.
Se non volete farvi male le mani tenetele dove vanno messe.
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