Eufemiano Fuentes, il ginecologo spagnolo che da ormai 11 anni è il centro della celeberrima Operacíon Puerto, sembra avere l’ultima parola.
Scagionato dall’accusa di “crimine contro la salute pubblica” l’anno scorso, ha anche ottenuto che le famose sacche di sangue mai distrutte e detenute dalla polizia spagnola restino anonime. La WADA era riuscita a non farle distruggere e chiedeva di poterle analizzare, ma gli avvocati di Fuentes hanno opposto l’obiezione che questo procedimento avrebbe violato la confidenzialità del rapporto cliente-medico.
Il tribunale di Madrid ha accolto questa obiezione e giudicato che queste prove “non possono essere utilizzate per scoprire se appartengano a sportivi contro i quali siano aperte procedure di doping legati a questo caso”. Precisando inoltre che “la richiesta della WADA non aveva lo scopo di scoprire se appartenessero ad atleti al fine di aprire procedure disciplinari contro di loro”.
A meno di colpi di scena, a questo punto improbabili, non sapremo mai chi si cela dietro le 211 sacche di sangue di questa epopea del doping.
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