Ogni anno si tengono le premiazioni più disparate per premiare i migliori ciclisti, i migliori giovani, i migliori team manager, etc.. sia a livello globale che locale.
Da menzionare uno dei premi più prestigiosi, ovvero il Vélo d’Or, da parte della rivista Vélo Magazine francese, che quest’anno ha visto premiare Alejandro Valverde, campione del mondo, ma anche come riconoscimento alla carriera. Valverde che era arrivato 2° nel 2006. Dietro di lui quest’anno invece c’è, abbastanza ovviamente, Geraint Thomas, e terzo, Julian Alaphilippe.
Il Vélo d’Or francese, riservato ai corridori transalpini, però non vede Alaphilippe primeggiare, ma bensì Thibaut Pinot. Dietro di loro, 3°, Romain Bardet.
Passato il confine tocca al Flandrien-Trofée, o Fiammingo dell’anno, reato dal quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad. Vincitore 2018 è Yves Lampaert, che quest’anno si è fregiato della maglia di campione belga ed ha vinto l’oro nella cronometro a squadre mondiale.
Vincitore della categoria “internazionale” Tom Dumoulin, femminile la campionessa mondiale di ciclocross Sanne Cant, e Mathieu Van de Poel nella categoria CX.
Altro premio belga per soli belgi è il Vélo de cristal, gestito dal quotidiano Het Laatse Niuews. La giuria è composta da una selezione di tutti i giornali belgi, della Royale ligue vélocipédique belge, allenatori federali ed anche alcuni precedenti vincitori del premio. La bici di cristallo è andata a Victor Campenearts, campione europeo e nazionale a cronometro e medaglia di bronzo ai mondiali sempre a cronometro.
Ovvia infornata di premi per la QuickStep: miglior giovane, senza sorprese, Remco Evenepoel, cosi come Patrick Lefévère per il miglior manager. Tim Declerq miglior gregario (premio Crystal Drop of Sweat -“goccia di sudore di cristallo”). Premio femminile alla campionessa mondiale di Keirin Nicky Degrendele.
Venendo all’Italia, è Elia Viviani il vincitore del Giglio d’Oro, come miglior ciclista italiano dell’anno (la serata di premiazione non è ancora avvenuta).
Ta i premi più prestigiosi manca l’assegnazione del Mendrisio d’Oro. Mentre tra i premi “nazionali” da citare quelli: olandese (Ton Dumoulin e Anna van der Breggen), tedesco (Maximilian Schachmann), autraliano (il Sir Hubert Opperman Trophy, o “Oppy Award, assegnato a Rohan Dennis), e quello svizzero, che però ha premiato uno stradista solo il miglior giovane, Max Hirschi, mentre i premi assoluti maschili e femminili sono andati ai mountainbiker Nino Schurter e Jolanda Neff.
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