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I trend nel mercato del ciclismo

Eurobike non è solo un posto dove vedere (o ri-vedere) le novità che il mercato presenta, ma anche il posto dove si concentrano tutti i vari operatori del settore con cui misurare il termometro dell’andamento del mercato e delle soluzioni tecniche a venire.

Come tutti sapete le novità appena presentate per gli addetti del settore sono già “vecchie”, nel senso che una volta mostrate al pubblico e commercializzate diventano affare di rivenditori e reparti commerciali, mentre i reparti tecnici sono già al lavoro sulle “nuove novità”, quelle che già verso Gennaio cominciano ad essere testate su strada e verso la Primavera prossima cominceranno a fare capolino sui vari siti avvistate dai cacciatori di news.

Cercando di fare un po’ il punto per settori:

Telai. Come già detto in altri topic ormai il marketing sembra aver abbandonato la via delle sigle del materiale. Dopo anni di tonnellate per cm quadrati e moduli e K gran parte dei consumatori pensano al carbonio in quanto… carbonio e basta. Chiaramente le differenze sono molto importanti tra i vari materiali, perlomeno dal punto di vista dei costi, ma l’impressione è che tutta la comunicazione a riguardo, veicolata proprio dal marketing, sia stata abbastanza fallimentare ed abbia talmente confuso i consumatori con sigle varie da saturarli e renderli indifferenti. A maggior ragione se si pensa, come mi ha rivelato un operatore del settore, che la normativa a riguardo è piuttosto lacunosa e per definire un articolo in carbonio “ad alto modulo” basta che nella composizione dello stesso sia presente solo un 15% di carbonio HM. Da notare che tutti i manufatti in carbonio non possono essere 100% carbonio HM, in quanto sarebbero troppo “fragili” e gli strati più superficiali devono essere di carbonio di modulo più basso, ma il fatto che ci sia una variabilità cosi’ alta tra prodotti con la stessa etichetta sicuramente non pone chiarezza e contribuisce a “disilludere” gli utenti. Per quanto riguarda gli aspetti più “tangibili” ormai i telai abbondantemente sotto il kilo si sono banalizzati, vedremo se questo porterà ad un aumento di problemi di affidabilità sul lungo periodo.

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Aero. Il trend dell’anno. Chi con più chi con meno convinzione tutti si sono buttati su questo filone. Filone che certamente sta contribuendo a cambiare parecchio l’estetica delle biciclette, che ormai tra ruote ad alti profili e “pinne” varie assomigliano sempre di più alle bici da cronometro e sempre più si discostano dall’estetica delle bici che hanno imperato fino a 15 anni fa. Quasi tutte la case hanno dovuto fare abbondanti lavori in galleria del vento o addirittura dotarsene in casa e questo ha portato ad una certa uniformità delle soluzioni adottate (profili tronchi, freni integrati, Isp, etc.) e pare difficile che si possa andare più lontano visti i limiti dimensionali imposti dall’UCI. Idem per la componentistica: dai manubri alle ruote. Il mercato delle bici da crono resta sempre molto attraente per le aziende visto che il target è principalmente quello dei triathleti che a a quanto detto da alcuni responsabili marketing è uno dei più propensi a spendere e dalle possibilità economiche più elevate.

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Integrazione. Dopo alcuni anni in cui c’è stata una escalation furibonda nel proporre standard diversi, basti pensare ai movimenti centrali, l’impressione è che si tenda ora a proporre sempre più dei pacchetti integrati. Look in questo è sicuramente tra i più convinti. Il disilluso consumatore (post)moderno lo prenderà sicuramente come il tentativo delle varie aziende di “vendere tutto il pacchetto”, in realtà le cose sono un po’ più complesse, visto che questa corsa all’integrazione, basti pensare ai freni, impone alle varie aziende degli accordi con le case costruttrici di componentistica, che devono districarsi tra il vendere a tutti senza favorire nessuno. Questo porta e probabilmente porterà a “joint ventures” tra aziende che potrebbero portare ad interessanti novità. Da ultimo una considerazione “storica”: sarà un caso che proprio Look sia tra i più accaniti nell’integrazione del sistema bici, ma proprio i francesi già dagli anni ’30 sono stati tradizionalmente attivi su questo fronte. I vari constructeurs dell’epoca furono proprio i primi a cercare un’integrazione totale sulla bicicletta fabbricandosi da se tutta la componentistica da montare (attacchi manubrio, guarniture, etc.) e questo ha portato a soluzioni molto interessanti. Anche la tradizione quindi ha un suo peso, forse.

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Metalli. Dopo un 2011 in cui c’è stata una sbornia di acciaio e “messanger lifestyle” tutto pare essersi ridimensionato. Poche le novità in merito e tanti piccoli marchi improvvisati paiono essere spariti nel nulla. Che la mode siano cicliche è cosa nota, ma probabilmente c’è un altro fattore che ha contribuito a rendere ancora più retro’ i telai in acciaio/titanio: i gruppi elettronici. Un’immagine che ben spiega il motivo è quella di un telaista che, interrogato in merito, mi ha risposto sconsolato: “il manuale del campagnolo Eps per i telaisti è di ben 65 pagine…“. Integrare i nuovi gruppi elettronici nei telai in metallo non è facile, anche perché sforacchiarne i tubi non è cosi’ semplice senza calcolarne bene le conseguenze e aggiungere rinforzi non è cosi’ immediato come col carbonio. Senza contare l’annoso problema dell’aumento di peso. Tra tubi sterzo tapered, BB maggiorati e rinforzini vari, il gap di peso tra un telaio top in carbonio ed uno in metallo sta diventando davvero grande. Senza contare i cambiamenti di gusto imposti dai telai aero dal punto di vista estetico. Per i fans del metallo niente di tutto cio’ è un problema, anzi, ma questo probabilmente porterà ad un rafforzamento della nicchia più che non ad una sua espansione come molti pronosticavano l’anno scorso.

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Gruppi elettronici. Ormai non se ne puo’ più prescindere. Perlomeno a vedere i montaggi esposti in fiera. I top di gamma non possono essere tali senza servomeccanismi. Veramente pochi EPS pero’. L’Athena EPS è uscito molto in sordina ed era montato su un numero di bici veramente esiguo. L’Ultegra DI invece era onnipresente, forse il gruppo più montato in assoluto. Shimano sembra avere veramente azzeccato i prodotti ed i tempi di uscita. Qualche “rumors”, assolutamente non confermato, vuole che Campagnolo stia lavorando ad un restyling massiccio dei gruppi EPS per l’anno prossimo. Staremo a vedere.

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Misuratori di potenza e software. E’ forse il settore-componentistica più in espansione. Prodotti in continuo aggiornamento e sempre più professionali. Uno dei settori che più sta cambiando l’approccio al ciclismo: sia per quanto riguarda la propria preparazione sia per quanto riguarda l’aspetto “social” lanciato alla grande da siti come Strava.

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Tubeless. Qualche copertone in più, ma in un settore in cui sempre più si punta sull’estetica aero e ruote ad alto profilo sembra dura mettere d’accordo lattice e carbonio. La settorializzazione di cui parlano da tempo alcune case sarà un bel campo di battaglia per il marketing che dovrà separare la mentalità “racing sempre e ovunque” con quella più posata e razionale.

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E per finire i freni a disco: Colnago ha creato enorme attenzione su questa soluzione, che pero’ resta in attesa di sviluppi da parte dell’UCI. Difficile credere che senza la spinta dei professionisti possa imporsi rapidamente. Shimano pare avere l’atteggiamento di chi “resta alla finestra”: intanto su alcune bici erano montati i loro freni a disco meccanici accoppiati alle leve DI. Sulle pinze era riportato “prototype”, ma il livello di finitura sembra suggerire che siano pronti alla commercializzazione.  SRAM non si è esposta, se non con 1 bici montata con le loro pinze, ma delle leve niente si sa. Magura ha proposto i suoi caliper idraulici (montati su qualche Cervelo), ma come soluzione pare un ibrido poco attraente. Soprattutto guardando lo “scatolotto” da montare sotto l’attacco manubrio per convertire il tiro meccanico ad idraulico.

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Per concludere: i prezzi non sembrano conoscere crisi. 🙁

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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