Come per la stagione maschile si può fare il bilancio di quella femminile, che in parte ricalca alcuni temi della controparte, con alcuni corridori a spartirsi le gare più importanti, ma con un parterre più bilanciato e qualche sorpresa in più da parte degli underdog.
Lotte Kopecky è chiaramente il primo dei grandi nomi, con la campionessa belga che ha colto 16 successi stagionali, tra i quali, in bella evidenza, Strade Bianche, Paris-Roubaix, i titoli nazionali su strada e cronometro, una tappa al Giro, il titolo europeo a crono ed ovviamente il mondiale in linea. Tutto questo sottolinea la polivalenza di Kopecky, a suo agio praticamente ovunque, se si considera anche il 2° posto in generale al Giro d’Italia a soli 21″ da Longo Borghini.
Meno vittorie in totale, ma con un peso specifico altissimo quelle di Elisa Longo Borghini che si è regalata una stagione d’oro, con la vittoria al Giro d’Italia, il Fiandre, la freccia Brabante ed il titolo nazionale strada, il 5° in carriera (il 13° se si contano anche quelli a cronometro). Vanno però menzionati anche i piazzamenti di prestigio: 2^Strade Bianche e Liegi, 3^ a Omloop, Freccia Vallone, giro di Svizzera, mondiale strada/crono e Vuelta. Per i prossimi tre anni cambierà squadra, andando alla UAE, dove speriamo continui questa scia di successo e di grande esempio per i giovani su come si corre. La cifra di Longo Borghini è infatti la capacità di essere sempre nel vivo della corsa e di provarci sempre in qualche modo. Oltre alla grande dedizione ovviamente, che la porta ad avere stagioni come questa a 32 anni.
Stagione di successo anche per l’attuale regina delle salite, l’olandese Demi Vollering, la quale però è arrivata “corta” in tutte le classiche si inizio stagione, per poi schiantare la concorrenza in terra di Spagna, vincendo la Vuelta (+2 tappe), paesi baschi e Burgos. Quindi vittoria al giro di Svizzera, ruolino di marcia che la vedeva come predestinata per la doppietta al Tour, in cui invece è arrivata 2^a causa di una caduta (e della non grande simpatia che sembra ispirare alle avversarie), quindi ancora 2^al Romandia ed ai mondiali a crono. Fortissima, in particolare nelle tappe di montagna, ma spesso poco accorta tatticamente, come si è anche visto al mondiale strada. Il prossimo anno cambierà casacca, anche se non si sa ancora quale vestirà, cosi almeno non dovrà spartirsi le vittorie con Kopecky (e la rientrante van der Breggen).
Sorpresa della stagione Kasia Niewiadoma, la quale ha colto solo 2 vittorie, ma che le svoltano al carriera: freccia vallone e Tour de France. Sempre solida la polacca, come testimoniano i ripetuti piazzamenti di prestigio. Quest’anno però dalla sua ha avuto anche un po’ di fortuna che ha saputo capitalizzare al meglio, regalandoci anche un Tour al cardiopalmo.
Per niente una sorpresa, ma un monumento alla continuità l’inossidabile Marianne Vos, che a 37 anni si è portata a casa Dwars door Vlaanderen, Amstel Gold Race, Omloop e 2 tappe alla Vuelta. 255 vittorie in carriera valgono più di mille parole. Bonus il titolo mondiale gravel.
Un mix di esperienza e sorpresa l’australiana Grace Brown, che nella stagione conclusiva della sua carriera ha deciso di calare il sipario col botto: titolo nazionale a cronometro, Liegi, oro olimpico a cronometro, mondiale a cronometro e Chrono des Nations a ribadire il concetto. 1/3 delle vittorie in carriera le ottiene al suo ultimo anno da pro, e che vittorie. Il crederci fino alla fine materializzato.
Infine menzione per la giovane Puck Pieterse, 22enne, che sembra avere tutte le carte in regola per continuare la dinastia olandese di grandi campioni. In questa stagione ha mostrato grandissima continuità con tante Top10 in gare di primissimo livello ed una vittoria di tappa al Tour + maglia bianca. I titoli mondiali di cross-country e U23 su strada le ciliegine sulla torta.
Il grande rimescolamento a livello di squadre con vari top rider a cambiare casacca dovrebbe portare ulteriore spettacolo per la prossima stagione.
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