Un professore di fisiologia dello sport, Peter Hespel, professore in Exercise Physiology and sports nutrition all’univesità KU Leuven, in Belgio, e consulente della Deceuninck-Quick Step, ha sollevato un mezzo polverone affermando che i corpi chetonici sono “probabilmente una parte del puzzle” nei successi della squadra che segue.
A stretto giro è arrivata l’ammissione della Jumbo-Visma di utilizzare questi prodotti, affermando anche che circa una dozzina di squadre ne hanno fatto uso.
Di cosa si tratta? I corpi chetonici sonno una sostanza naturalmente prodotta dal fegato umano quando l’organismo ha già utilizzato le proprie riserve di zuccheri e comincia ad utilizzare le riserve di grasso. Questo, normalmente avviene quando si è a digiuno e/o si fa dell’esercizio fisico. La scopo di utilizzare dei corpi chetonici “esterni” non prodotti dal proprio organismo è quello di aumentare il livello di copri chetonici nel sangue anche in assenza di digiuno.
Il funzionamento dei corpi chetonnici è cosi spiegato da Jacky Maillot, medico della Groupama-FDJ:
“Uno dei fattori limitati della prestazione è lo quantità di glicogeno presente nell’organismo. Quando non si hanno più substrati energetici, non si ha più energia. Durante lo sforzo fisico i corpi chetonici rappresentano un carburante interessante perché utilizzati più facilmente e più rapidamente rispetto i glucidi dai muscoli, il cuore, i reni ed il cervello. Quando li si utilizza i muscoli risparmiano le loro riserve glucidiche e, quindi, in un finale di gara difficile lo sportivo avrà ancora delle riserve glucidiche. Lo sforzo intenso potrà essere sostenuto per maggior tempo, maggior ragione perché il ricorso ai corpi chetonici fa da “tampone” alla produzione dell’acido lattico, che genera il dolore muscolare”.
A questo si aggiunge che l’utilizzo dei corpi chetonici migliora la contrattilità del cuore e diminuisce il consumo di ossigeno, ed il loro apporto ha lo stesso effetto di un regime alimentare low-carb-high-fat (scarso in carboidrati e ricco in grassi).
Peter Hespel ha effettuato un test su 8 sportivi amatori divisi in due gruppi, uno alimentato a chetonici ed uno senza. Dopo 3 settimane di pratica intensa di ciclismo “erano tutti sfiniti, ma quelli che avevano utilizzato i chetonici potevano continuare a mangiare molto meglio, con prestazioni migliori e recupero più rapido“. Un test cronometrico realizzato alla fine del test avrebbe mostrato che il gruppo alimentato a chetonici era più performante del 15%. Secondo Hespel i chetonici sono molto utilizzati, ma un utilizzo corretto è meno diffuso. Chiunque assuma chetonici prima o dopo una prestazione probabilmente ne avrà un effetto negativo. Gli effetti migliori si hanno nel recupero. Un altro studio che ha valutato quello di Hespel è più prudente: “durante l’allenamento (i chetonici -ndr-) permettono di proteggere dal sovrallenamento, ma non si può dire che migliorino le prestazioni“.