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Il caso tizanidina tra doping e no

In questi giorni sta andando in onda sui vari social il nuovo “caso” sul doping nel ciclismo, quello che riguarda la tizanidina ed i corridori trovati positivi a questa sostanza “in una gara francese di tre settimane”.

Ma andiamo con ordine.

Si tratta di un controllo dell’antidoping? No. Il tutto nasce da uno studio pubblicato da dei ricercatori francesi sul Wiley Analytical Science Journal.

In questo studio viene spiegato come le autorità francesi, presumibilmente l’OCLAESP, abbianon commissionato questo studio per rilevare nei capelli umani la sostanza tizanidina, un miorilassante (rilassante muscolare). E lo studio dimostra che è possibile trovare questa sostanza nei capelli.

Perché proprio i capelli e perché proprio la tizanidina? Perché le autorità francesi hanno trovato una squadra ciclistica che ne era in possesso di una certa quantità durante una corsa di tre settimane in Francia.

Ora, inutile nascondersi dietro un filo d’erba: quante gare di tre settimane si tengono in Francia? Ecco. Le cronache quest’anno hanno riportato della perquisizione di quale squadra durante una corsa a caso di tre settimane in Francia? La risposta per i più distratti: la Bahrein-Victorious al Tour de France, a cui era seguito un certo strascico polemico sui social vari, che aveva infastidito non poco i corridori della squadra, come dimostrato da un eloquente gesto di Matej Mohoric nella successiva tappa da lui vinta al Tour.

A questo punto la frittata è servita, d’altronde si tratta di una sostanza, secondo lo studio, “non disponibile nelle farmacie e ordinabile solo tramite servizi ospedalieri“. Su wikipedia, si legge che la tizanidina: “Di solito si usa per il trattamento degli stati di spasticità; lombalgie, diplegia spastica, contratture, o per stati spastici associati alla sclerosi multipla o a sclerosi laterale amiotrofica o a neuropatia a lesioni e patologie alla spina dorsale”. Alcuni giornali cosa riportano? Che la sostanza “è utile in casi di spasmi muscolare dolorosa, ipertonia muscalare associata ad una sclerosi a placche, a lesioni midollari o lesioni cerebrali”. Commentando che “qualunque sia l’indicazione siamo molto lontani dal ciclismo e dalla sua robusta pedalata“.

A questo non può mancare l’appello all’esperto. Tra quelli letti su varia stampa, c’è Martial Saugy, ex direttore del laboratorio antidoping di Losanna, che azzarda l’ipotesi che la tizanidina sia usata “per rinforzare l’effetto dei massaggi”. E che “la combinazione di analgesici e miorilassanti ritarderebbe l’insorgere di dolori”. Altro esperto il Dr. Pierre Sallet, fisiologo dello sport, ed attivo da molti anni nella lotta al doping, il quale ha pure un’associazione con cui portare avanti la battaglia, il quale dichiara che si tratta di “doping legale” in quanto la sostanza “può aumentare sensibilmente le prestazioni degli sportivi“, cosi come altre 40 sostanze attualmente non proibite dalla WADA. L’associazione del Dr. Sallet è “Athletes for transparency“, associazione no-profit dotata di una pagina Facebook,, ma con un sito web che ad oggi non funziona.

Comunque, tutto questo premesso la tizanidina non è doping. Non figura nella lista delle sostanze proibite redatta alla WADA. Com’è possibile che non lo sia? Secondo il Dr. Sallet le ragioni sono puramente politiche, d’altronde ce ne sono almeno altre 40 che dovrebbero esserlo secondo lui. Aldilà del dubitare dell’etica e della professionalità di chiunque lavori alla WADA ed all’antidoping, questa tizanidina è davvero una sostanza così potente e capace di dare grandi vantaggi? In mancanza di esperti di grido abbiamo chiesto ad un normale medico italiano. La tizanidina, almeno in Italia è commercializzata col nome di Sirdalud, ed è disponibile in farmacia con ricetta medica (da quanto verificato da noi in Francia no, è solo disponibile tramite servizi ospedalieri).

È un farmaco che viene normalmente prescritto assieme ad analgesici, per dolori muscolari, tipo la comune lombalgia. Il medico da noi interpellato ci ha detto che è uso comune prescriverlo in pronto soccorso per chi si presenti con dolori muscolari, in particolare mal di schiena, e che una sua controindicazione è che porta sonnolenza, effetto però utile per chi invece abbia difficoltà a dormire a causa del dolore.

I ciclisti però sono animali da non sottovalutare, e spesso in passato è stato testimoniato che dei farmaci siano stati utilizzati ad altissimi dosaggi per ottenere un effetto “paradossale” antitetico a quello ottenuto tramite il dosaggio normale. Con la tizanidina non sembrerebbe il caso però, visto che ad alto dosaggio causa crisi di vomito. Ad ogni modo lo stesso studio francese riporta che “non è stato possibile interpretare i dati in termini di dosi e frequenza d’uso a causa della mancanza di uno studio controllato“.

Lungi dal minimizzare questa scoperta però. Il suo utilizzo potrebbe essere utile per aumentare l’effetto dei massaggi o il recupero in generale, come dice il Dr.Saugy, ovvero sarebbe un “coadiuvante” ai massaggi? Più interessante potrebbe essere l’aiuto dato nel prendere sonno ai corridori durante le tre settimane di un grande giro. Che correre ogni giorno a ritmi massacranti per tre settimane ponga qualche problema nel riuscire ad addormentarsi è cosa risaputa ed abbastanza ovvia, ma parlare in questo caso di “doping” è corretto? Si tratta di una sostanza che da un indebito vantaggio?

Sicuramente sì se l’alternativa è correre dopo aver passato n notti in bianco, ma siamo un po’ distanti da sostanze che “aumentano le prestazioni”. E qui si viene ad un atavico dibattito tra chi auspica che nel ciclismo debba essere proibito qualunque ausilio “esterno” o “non naturale” e chi ammette questo o quello in base alle circostanze (che è poi l’approccio in uso).

Per quanto ci riguarda può benissimo essere inserita nella lista delle sostanze proibite, se gli esperti riterranno che sia giusto farlo (come è stato fatto a suo tempo per il doping ematico e recentemente per il tramadolo). Nel frattempo però la Bahrain-Victorious si trova ancora sotto i riflettori, ma non di quelli auspicabili, tant’è che ha emanato il seguente comunicato:

Il Team Bahrain Victorious e nessuno dei suoi corridori sono stati informati ufficialmente o ufficiosamente di alcun risultato relativo alla tizanidina o ad altre sostanze. Il team desidera sottolineare che gli autori dell’articolo scientifico a cui si riferiscono tutte le accuse hanno inequivocabilmente sottolineato che la tizanidina non è una sostanza vietata nello sport. Il team sta effettuando una consulenza legale sulla natura per cui queste informazioni sono state pubblicate durante un’indagine in corso senza che il team ne fosse informato, il che ha avuto un impatto sulla reputazione del team. Al momento, il team non ha ulteriori commenti“.

Vedremo se vi saranno conseguenze legali, nel frattempo il dibattito resta aperto sia sull’opportunità o meno che questa ennesima sostanza alla ribalta nel ciclismo debba essere proibita, sia se siano corrette le modalità per le quali la Bahrain si trova ora a gestire un caso che, di fatto, doping non è (nemmeno borderline) ma che una parte della stampa ha trattato/tratta come tale.

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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