Il futuro dei movimenti centrali

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Riprendendo un nostro articolo in cui presentavamo la (complessa) situazione odierna degli “standard” dei movimenti centrali, veniamo ora alla tendenza più recente. La tendenza più recente pare essere un ritorno ai movimenti filettati, ed in questo contesto il T47 (un BB30 con calotte filettate) sembra farla da padrone, ma sempre in compagnia del “vecchio” BSA o filetto inglese che dir si voglia. T47 che ultimamente è stato adottato anche da aziende molto grandi ed importanti come Trek.

Calotta T47

Come mai questo ritorno al filettato? La ragione principale è ormai diventata persino un format con il canale Youtube di un ingegnere del Lincolnshire, in UK, Sachinder Hambinathan, meglio conosciuto come Hambini. Hambini costruisce e vende movimenti centrali di vario tipo, e nei suoi video, con un linguaggio coloritissimo, fa le pulci ai produttori di telai per le tolleranze delle scatole movimento centrale, che più spesso che no, sono le responsabili di scricchiolii e rumorini vari, se non veri e propri problemi di compatibilità dovuti sempre alle tolleranze di realizzazione della scatola movimento centrale.

I problemi riguardano sempre o le tolleranze della circolarità dei fori in cui si pressano le calotte, o, più raro, la loro coassialità. In parole povere i fori in cui vengono pressate le calotte non sono perfettamente circolari, o sono troppo larghi o troppo stretti o non sono in asse tra di loro. La non coassalità dei fori su cui si pressano le calotte può portare alla prematura usura dei cuscinetti, oltre che ad un attrito che può “mangiarsi” parecchi Watt ad ogni rivoluzione di pedivella.

Si parla però di tolleranze di 0,05mm!

 

Dimensionamenti PressFit Shimano

Con queste tolleranze è chiaro che è molto facile avere problemi, non solo a livello costruttivo, ma anche per via della somma delle tolleranze di tutti i componenti coinvolti nella trasmissione, ovvero le tolleranze delle calotte e delle guarniture, e va considerato che queste ultime in particolare sono di standard diversi, con perni da 24mm o 30mm, e che spesso devono essere montate con adattatori sulle varie scatole aumentando il numero di “anelli della catena” e quindi la possibilità di aumentare le tolleranze totali con tutte le conseguenze del caso.

Hambini, per la gioia dei suoi fans, non solo usa un linguaggio scurrile e diminutivo nei confronti delle aziende di cui tratta i prodotti, ma stabilisce anche una sorta di classifica, in cui però viene mischiato un po’ di tutto, dai cuscinetti a sfere alle ruote ai telai. Chiaramente non è la stessa cosa produrre cuscinetti in acciaio e telai in carbonio. E prendersela con l’ingegnerizzazione dei prodotti idem, visto che le aziende non “progettano” i loro prodotti per avere tolleranze ampie apposta, ma il problema è nella realizzazione.

La realtà è che 1000 telai in carbonio usciti dallo stesso stampo possono avere tutti tolleranze diverse. Principalmente a causa delle tensioni termiche, ovvero, in parole povere, quando il telaio si raffredda restano delle tensioni residue dovute al fatto che le resine si “solidificano” nello stampo. In parte anche dovute all’usura degli stampi stessi. Ovviamente questi processi sono ormai conosciuti alla perfezione dai produttori, ma la loro controllabilità resta variabile.

Piuttosto, ci possono essere aziende che (mi si perdoni il gioco di parole) “tollerano” tolleranze maggiori o minori, o che, brutalmente, hanno un controllo qualità migliore o peggiore. Resta il fatto che con tolleranze come quelle richieste dalle calotte ad interferenza dei movimenti PressFit la possibilità che qualcosa vada storto (letteralmente) ci sono.

Tutto questo ovviamente le aziende lo sanno bene, ed è per questo che si sta assistendo alla migrazione verso il nuovo “standard” delle ghiere filettate incollate nella scatola movimento. Pioniere in questa soluzione, prima della Joint-Venture Chris King-Argonaut con il T47 è stato Colnago con il Threadfit 82.5. Quest’ultimo o il T47  risolvono alla radice il problema, dato che le tolleranze sulla rotondità vengono assorbite dalla colla che tiene ferma la ghiera filettata nella scatola movimento.

A questo si aggiunge la possibilità di sostituire quanto spesso si voglia i cuscinetti del movimento, o anche solo ingrassarli, dato che, come nei cari vecchi movimenti filettati basta svitare/avvitare. Senza la necessità di avere le costose presse per le calotte PressFit, o peggio, usando metodi “alla buona” col rischio di spaccare il telaio. Manutenzione più facile quindi, conservando la compatibilità coi vari standard attuali.

Una soluzione che pare essere molto promettente è quella adottata da Factor per la sua Ostro VAM, la quale adotta un T47 “asimmetrico”, ma soprattutto per cui le sedi della scatola movimento vengono direttamente posate nello stampo, e non incollate dopo. In questo modo sono realmente un unico pezzo col telaio, e ne viene garantita la coassialità dato che nel pezzo è ricavata una camicia unica dx-sx, di cui poi fresano via la parte al centro una volta finito il telaio, sia per ridurne il peso al minimo, sia per lasciare spazio per gli eventuali cavi meccanici o elettrici dei gruppi trasmissione.

Scatola BB Factor
Scatola BB Factor

Ovviamente queste soluzioni sono più pesanti dei PressFit non-filettati, ma per il resto sembrano conservarne tutti i pregi che abbiamo menzionato nell’articolo linkato all’inizio.

Vedremo ora se tutti i vari costruttori migreranno verso queste soluzioni, per il momento pare di si, soprattutto in un periodo in cui la ricerca spasmodica della leggerezza sembra accantonata, e sembra preferibile risparmiarsi le rogne a livello tolleranze e manutenzione dei PressFit. Tenendo d’occhio anche il sempre vivo filetto inglese, BSA, che oltre a prestarsi a questo tipo di soluzione, è perfettamente compatibile con i vari standard attuali, e rispetto il T47 pesa meno, al netto degli adattatori, ma per i produttori di telai la cosa può fare gola.

 

 

 

 

 

Commenti

  1. Ser pecora:

    Cosa vuoi che ti dica, vari progettisti di aziende, tra cui Colnago, mi hanno detto che rispettare le tolleranze (che ci sono per le calotte, non per i telai, e non è la stessa cosa) per prodotti industriali non è cosi facile, indipendentemente dal costo. Un telaio può riuscire con certe tolleranze e quello uscito dallo stesso stampo 10' dopo, no.
    Ora, Colnago, le sue calotte filettate incollate, le ha cominciate ad usare per il C60, che è un prodotto artigianale, che oltretutto usa congiunzioni, quindi per loro verrebbe anche facile misurare direttamente la congiunzione e se non è a tolleranze, buttarla. Ma la celta invece è stata diversa per i motivi ampiamente discussi.

    Poi se tu sei convinto che Giant faccia i telai super, mentre quelli che fa per i suoi clienti (tra cui Canyon) siano storti apposta perché a Canyon conviene cosi per pagarli meno, libero di crederlo.

    Tanto ormai non ce n'è: qualunque argomento deve essere ridotto a "lo fanno per fregarci". Ormai è il pensiero unico. Gli unici che non ci fregano sono quelli che ci stanno simpatici...
    Ecco vedi, in quello che scrivi c'è anche la risposta
    le tolleranze e rettificazioni non si gestiscono in fase di stampo ma post lavorazione.
    certo significa che, invece di prendere il lavorato cinese, metterci l'adesivo e venderlo a 2-3000 euro, devi riportare il telaio alla tolleranza ESATTA a freddo. usando materiali che lo consentano. La sede dei giant è fatta cosi. fresata a freddo. Lavorazione maniacale della zona movimento. sul resto dove non serve invece tirano più via.
    Colnago dovrebbe saperlo, perche il master-olimpic (ultimo telaio colnago degno ) era un esempio di tolleranze perfette alla vendita. non una bava di vernice nelle sedi ecc ecc.
    sicuramente adesso ci sono altre teste in azienda che decidono. ma questo è un altro discorso.
  2. leandro_loi:

    Mi chiedo perchè bisogna pensare che la propria visione del problema sia l'unica? Spesso mi sono dovuto trovare a scontrare con scatole movimento che facevano rumore, e tra queste anche qualche Giant. Sicuramente almeno 2 nell'ultimo anno. Sono capitate solo a me? Io non credo.
    che scommetto hai risolto non intervenendo sul telaio ma sul movimento....
    il "problema" della bb86 è che se ci vuoi mettere assi da 30mm allora esci dall'idea di progetto iniziale, fatta per assi 24. il cuscinetto diventa miniaturizzato e i problemi possono capitare. ma non è il telaio o il suo processo produttivo.
    se si sta su asse da 24 con movimento shimano allora il cuscinetto ha quel mm in più di profondità e problemi non se ne hanno.
    con un 386 fatto bene e movimenti fatti bene, idem. problemi non se ne hanno, e puoi montare tutto, tranne bb30.
    il bb30 è troppo stretta per il ruolo che deve svolgere. 68mm su un fattore q di 140 circa sono pochi.
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