Il futuro è dello sport all'aria aperta | BDC Mag

Il futuro è dello sport all’aria aperta

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Guardare in avanti è l’unico modo per non cadere in depressione da quarantena. Per noi ciclisti ancora di più, visto che in diversi Paesi, fra cui l’Italia, è vietato praticare sport all’aperto. Sbeffeggiati, additati a nemico pubblico numero uno, sgridati da concittadini frustrati, ora chiusi in casa insieme a runner e chiunque altro volesse ossigenare il cervello nel rispetto delle norme antivirus.

Gli untori che praticano sport hanno però davanti a sé una rivincita enorme: anche chi ci dà contro si troverà a fare i conti con un modo di vivere che non sarà più lo stesso di prima, perlomeno fin quando non verrà trovato un vaccino. Palestre, spogliatoi, eventi al chiuso con tanta gente, sono tutti destinati ad essere ignorati a lungo per paura del contagio.

Il modo più sicuro per muoversi sarà quello di stare all’aria aperta, lontano dagli altri. Proprio come fa chi va in bici da corsa. Magari noi dovremo stare attenti alle uscite di gruppo, ciò non toglie che non è un problema rispettare la distanza sociale mentre si pedala. E voi, sceriffi da balcone ed isterici al volante, vi dovrete adattare o rassegnarvi ai vostri travasi di bile mentre ingrassate e rinstupidite davanti al televisore.

 

Commenti

  1. Number of the beast:

    La bicicletta non è proprio come descritto nell'articolo.
    Uscita in solitaria, forse all'inizio per astinenza potrà essere accolta con gioia. Ma alla lunga, l'uscire da soli per molti sarà fonte di noia.
    Questione di abitudine. Io mi sono sempre allenato da solo. Ci si doverte meno, ma non si hanno vincoli di orario, percorso e ritmo.
  2. RedCaad:

    Allo stato dei fatti si và esattamente nel senso opposto in quanto all'attività sportiva. Logicamente non è una priorità.

    Sul sequestro delle bici e controllo dei Ciclisti, credo che al momento le FF.OO abbiano altri pensieri e soprattutto impegni.
    Dipende. Rispetto alla gente che muore o al dilagarsi dei contagi sicuramente non è un priorità. Ma converrai che limitare per troppo tempo l'attività motoria provocherà altre problematiche (non sto nemmeno ad elencarle). E non è che debbano passare necessariamente 6 mesi senza motricità per aver danni organici e psicologici (non parlo comunque di noi ciclisti che bene o male grazie ai rulli qualche attività riusciamo a farla)
  3. RedCaad:

    Questa è una tua considerazione, ci sono persone che vivono senza fare niente e campano 100 anni.

    Curate l'alimentazione, quello vi salverà in questo momento.
    Le eccezioni ci sono sempre in ogni campo, il fratello di mia madre è vissuto fino a 96 anni e fumava un pacchetto al giorno di Alfa senza filtro e fino a circa 90 anni potava alberi e teneva i campi dietro casa come fossero un giardino compresa la sponda del fiume che non sarebbe toccato a lui mantenere in ordine.
    Vero comunque che l'alimentazione rivesta un ruolo determinante.. ma il nostro corpo/fisico è strutturato per affrontare sforzi e non solo piccoli movimenti.
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