Il mito della doppietta Giro-Tour

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Per tanti tifosi italiani la doppietta Giro-Tour è il sacro-Graal del ciclismo: la vittoria nei due grandi giri nella stessa stagione è vista come un conseguimento che incorona il ciclista più forte in assoluto; ma anche, e forse soprattutto, è la rivendicazione dell’importanza del grande giro nazionale, che verrebbe cosi messo sullo stesso piano del grande giro francese, verso cui c’è un complesso di inferiorità di lunga data, sottolineato ogni anno appunto dall’assenza del (o dei) ciclisti più forti che puntano al Tour.

Entrare nel merito del perché il Tour sia il grande giro “originale” ed il più importante è abbastanza inutile, le ragioni sono evidenti, ma veniamo alla storia della celebre “doppietta”: quanti corridori l’hanno ottenuta? Quanti hanno vinto Giro e Tour nella stessa stagione?

La lista è piuttosto corta: Fausto Coppi nel 1949 e nel 1952; Jacques Anquetil nel 1964; Eddy Merckx nel 1970, 1972 e 1974 (il solo, ovviamente, ad averla fatta 3 volte, nel ’74 vinse pure la maglia iridata); Bernard Hinault nel 1982 e nel 1985; Stephen Roche nel 1987; Miguel Indurain nel 1992 e nel 1993; Marco Pantani nel 1998. Da allora i tentativi sono stati sporadici e sempre infruttuosi.

Infatti vari corridori vincitori del Giro hanno poi provato la propria fortuna anche al Tour, ma sempre fallendo.

Gino Bartali vinse il Giro 1937, ma si ritirò al Tour. Gianni Bugno vinse il Giro 1990, ma non andò oltre il 7° posto al Tour.

Ivan Gotti vinse il Giro 1999 (dopo l’esclusione di Marco Pantani dalla gara per ematocrito alto), ma al Tour seguente si dovette ritirare per caduta alla 12^tappa.

Gilberto Simoni, nel 2003, galvanizzato dal successo al Giro andò poi a competere con Lance Armstrong al Tour, terminando all’84esimo posto assoluto. Difficile pensare che la doppietta fosse un suo obiettivo reale. Stessa cosa per il suo storico avversario Paolo Savoldelli che nel 2005 vinse il Giro proprio davanti Simoni e poi si presentò al Tour, ma nel ruolo di gregario proprio per Armstrong, visto che militava nella stessa squadra, la Discovery, ed era chiaro chi fosse il capitano (Savoldelli terminò 25° assoluto).

Antesignana della attuale Visma-Lease a Bike, la Rabobank vinse il Giro nel 2009 con Denis Menchov, il quale prese il via anche al Tour successivo, arrivando 51°.

L’anno seguente la Liquigas occupò il gradino più alto e basso del podio con Ivan Basso e Vincenzo Nibali. Basso prese il via anche al Tour, ma arrivò 30° a 1h dal vincitore Alberto Contador e 48′ dietro il primo della Liquigas, Roman Kreuziger.

Per vedere il seguente vincitore del Giro presentarsi al Tour bisogna avanzare al 2012, con Ryder Hesjedal, caduto e ritirato al Tour successivo alla 7^ tappa, quando comunque contava già 13′ abbondanti di ritardo su Chris Froome che avrebbe poi vinto la generale.

Qualche anno dopo toccò a Vincenzo Nibali, nel 2016, il quale dopo la vittoria al Giro anche lui non andò oltre il 30° posto in classifica generale, dopo il 4° posto dell’anno precedente.

Alcuni corridori sono andati vicino al successo, ottenendo ottimi risultati, ma senza cogliere i successi finali: Greg Lemond arrivò 3° al Giro e 2° al Tour nel 1985;  Gianni Bugno fece 4° al Giro e 2° al Tour; nello stesso anno Claudio Chiappucci fece 2° e 3°; Denis Menchov nel 2008, 5° al Giro, 3° al Tour; Alejandro Valverde nel 2016, 3° al Giro e 6° al Tour;

Menzioniamo anche Alberto Contador, che nel 2011 vinse il Giro e poi arrivò 5° al Tour, ma per via della bistecca al Clenbuterol perse il titolo del Giro, andato a Michele Scarponi. Stessi risultati che ottenne nel 2015: 1° e 5°, solo che questa volta il titolo al Giro gli è rimasto.

Cadel Evans arrivò 3° al Giro per poi non andare oltre il 39° posto al Tour;  piazzamento al Giro che ha replicato Simon Yates nel 2021 per poi ritirarsi al Tour.

I risultati più vicini alla doppietta sono stati quelli di Laurent Fignon nel 1989 con la vittoria al Giro e poi il 2° posto, per soli incredibili 8″, al Tour; Claudio Chiappucci nel 1992: 2° sia al Giro che al Tour dietro Miguel Indurain; e quello di Tom Dumoulin nel 2018, quando, da campione in carica al Giro, perse la corsa grazie al leggendario attacco di Chris Froome sul Colle delle Finestre, terminando a soli 46″ in generale dall’inglese; e poi dovendosi piegare al solo Geraint Thomas al Tour seguente, dove terminò ancora 2°. Da li in poi la storia d’amore tra l’olandese ed i grandi giri è andata scemando fino al precoce ritiro.

Sempre nel 2018 l’ultimo tentativo di doppietta è stato proprio di Chris Froome, che dopo il trionfo insperato al Giro portò a casa il 3° posto al Tour dietro Thomas e Dumolin. Anche per il britannico quello è stato l’ultimo acuto nei grandi giri, con l’incidente al Dauphiné l’anno successivo ad interrompere la sua cavalcata trionfale.

Quasi sempre i tentativi di doppietta sono stati in realtà solo delle partecipazioni ai due grandi giri, non un obiettivo vero e proprio, in ogni caso manca da 25 anni. Sarà Tadej Pogačar ad interrompere questa striscia?

Curiosità: gli unici corridori nella storia ad aver corso tutti e 3 i grandi giri in un’unica stagione vincendone almeno 1 sono solo due: Gastone Nencini (nel 1957) e Sepp Kuss (2023).

Commenti

  1. Comunque per ritornare al tema del thread credo che possiamo concordare che Pogacar non avrà il ciclo a impedirgli di conquistare la doppietta giro/tour
  2. danieletesta79:

    Lo scorso anno arrivò lui non al 100% al Tour
    Gravità degli incidenti non paragonabile direi. Penso che Vingegaard difficilmente andrà al tour, magari dirotta sulla vuelta.
  3. Tony 96:

    Vinge era comunque più forte, anche se Pogi fosse stato al 100%, per me avrebbe vinto il danese… Poi magari mi sbaglio, però ha dimostrato di averne abbastanza di più.
    Anche per me sono 51 a 49 per Vinge....ma Pogi ti fa innamorare!
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