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Il mio è un piccolo paese romagnolo dove da sempre si respira ciclismo. Finalmente un mio concittadino si trova tra i professionisti di questo sport e nell’ultimo giro d’Italia ha saputo regalare a questo piccolo borgo, ma non solo, la gioia infinita di una vittoria di tappa. Per di più quella più vicina a casa sua, la tredicesima, con arrivo a Cesenatico: suggestioni ed emozioni difficili da descrivere. Si chiama Manuel Belletti, classe 1985, velocista. Professionista dal 2008 nella Serramenti PVC Diquigiovanni-Androni Giocattoli, nel 2010 passa alla Colnago-CSF Inox; in questa stagione ottiene buoni risultanti, riuscendo in più di un’occasione a mettere la propria ruota davanti ad affermati velocisti di livello mondiale.
[IMG]http://foto.mtb-forum.it/data//500/belletti_2.jpg[/IMG]Mi sono iscritto al forum la scorsa estate e da allora ho appreso tante nozioni che prima non conoscevo. Mi è così venuto in mente che, oltre a me, poteva interessare ed incuriosire altri utenti il punto di vista di un ciclista professionista sul mondo della bicicletta.
Ho così chiamato Manuel, nonostante non ci conoscessimo se non di vista, e gli ho chiesto la disponibilità per un incontro.
È il 15 dicembre e come programmato mi presento a casa di Manuel all’orario convenuto. Per rendere onore al nobile ed eroico sport mi reco da lui con la bicicletta nonostante la neve e la temperatura sotto lo zero (sono solo pochi minuti…).
Suono il campanello e Manuel mi apre la porta in tuta e calzini. Ci accomodiamo in un caldo ambiente familiare e subito mi sento benevolmente accolto. La gentilezza di Manuel è velata da una sottile timidezza e mi fa piacere non ravvisare nessuna traccia di spavalderia in questo giovane da poco esploso nel mondo sportivo professionistico. Nella casa non ci sono cimeli che rimandino al mondo del ciclismo. Intravedo un angolo dove giace, discreta, una bella cornice in vetro soffiato che racchiude la foto dell’arrivo vincente di Manuel nella tappa dell’ultimo giro. Superato l’imbarazzo iniziale, iniziamo la nostra chiacchierata mentre la madre accende il caminetto per poi recarsi ad armeggiare ai fornelli in cucina.
– [B]Intanto grazie per aver accettato il mio invito. Vorrei iniziare questa conversazione chiedendoti subito del tuo rapporto con l’oggetto-bicicletta…[/B]
[I]- Premetto che non mi considero un grande esperto di meccanica e tecnica ciclistica. Per la verità non sono feticista e nemmeno un maniaco dei particolari; considero la bici come un mezzo per lavorare, tutto qui. Magari all’inizio ero più attento a queste cose ma col tempo ho smesso di preoccuparmene.[/I]
[B]- Tra i tuoi colleghi ricordi qualcuno particolarmente attento/maniaco per i particolari della propria bici?[/B]
[I]- Non mi viene in mente nessuno che abbia particolari fissazioni tecnico-estetiche per la propria bicicletta. Principalmente è considerata anche dai corridori di mia conoscenza uno strumento di lavoro. Sovente gli accorgimenti particolari che saltano all’occhio sono più frutto della volontà degli sponsor che esigenze dell’altleta.
[/I]
-[B] Che esperienze hai avuto rispetto ai diversi telai, come ti sei trovato e quali sono le differenze che hai riscontrato?
[/B]
[I]- Ho iniziato con le bici in “ferro” e immediatamente dopo sono passato a quelle in carbonio. Sicuramente vi sono differenze ma non così tante come qualcuno afferma, almeno per me. Ciò che davvero mi ha fatto percepire la differenza positiva è la consistente diminuzione di peso col passaggio al carbonio.[/I]
[B]- Che ne pensi dei telai in titanio?[/B]
[I]- Il titanio è uno di quei materiali che non ho mai avuto occasione di sperimentare; fin da ragazzino mi ha sempre affascinato e incuriosito. Prima o poi credo proprio che lo proverò per saggiarne le caratteristiche.
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[B]- Trovi che siano molto importanti le geometrie del telaio ai fini della resa su strada della bicicletta?
[/B]
[I]- Onestamente non ho mai avvertito sostanziali diversità a livello prestazionale dovute a piccole differenze di impostazione del telaio. Ribadisco però che non mi ritengo quel tipo di corridore spiccatamente sensibile che riesce a cogliere facilmente queste differenze.
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[B]- Si racconta che vi siano professionisti che si fanno fare telai ad-hoc che poi, per motivi di sponsor, “camuffano”: è una leggenda metropolitana?[/B]
[I]- Mi risulta che ne esista più di uno…! ma non faccio nomi per correttezza professionale![/I]
[B]- Capita tra voi professionisti che si verifichino rotture dei telai per l’uso intensivo a cui sono sottoposti?[/B]
[I]- Nonostante gli stress sopportati dai telai non ho memoria di rotture se non in seguito ad incidenti. Mi ricordo che capitarono casi di danneggiamento ad una squadra per una partita di telai difettosi, ma questo, chiaramente, è un caso a se’.
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[B]- Che tipo di bicicletta usi attualmente, immagino sia su misura, e com’è montata?[/B]
[I]- Fino alla stagione appena passata la Colnago, la mia squadra, metteva a disposizione degli atleti telai standard (Cx1) poi adattati alle varie misure di ogni ciclista. Ovviamente se qualcuno aveva esigenze particolari se ne poteva discutere. Per il 2011 invece verranno fatti telai su misura per ogni corridore. Per il resto cambio e pedali Campagnolo e ruote Fulcrum. Credo che anche per il 2011 manterremo il 10 rapporti.
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[B] – Con quale frequenza un professionista cambia la propria bicicletta?[/B]
[I]- La squadra fornisce ad ogni atleta 3 biciclette per ogni stagione: una per l’allenamento, una per le gare e una di scorta. In genere, se non si verificano rotture e non sorgono esigenze specifiche, le bici si tengono per l’intera stagione.[/I]
[B]- Conosci gli storici telaisti italiani dell’acciaio, artigiani apprezzati anche oltreconfine per la maestria dei loro manufatti su misura? (e qui ho sciorinato alcuni dei nomi che spesso ricorrono…).[/B]
[I]- No, con tutto il rispetto per questi artigiani, non posso dire di conoscerli; come dicevo non sono di quelli che si interessa particolarmente al mondo della tecnica ciclistica.[/I]
[B]- Un velocista come te che accorgimenti usa in una tappa con probabile arrivo in volata?[/B]
[I]- Direi che non vi sono accorgimenti sconvolgenti. La bicicletta rimane la stessa, si mettono ruote ad alto profilo prestando attenzione che siano serrate a dovere e ci si preoccupa per tempo che la calzata sia stretta correttamente.
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[B]- Si dice che la ruota sia l’elemento che maggiormente influenza la resa della bici e che è facilmente avvertibile la differenza tra ruote di bassa ed alta gamma. Qual’è il tuo punto di vista e quali sono le ruote che prediligi?
[/B][I]- Concordo sul fatto che la ruota è davvero importante. Ricordo in particolare di aver avuto delle ruote di bassa gamma che reagivano alle spinte con flessioni davvero preoccupanti! Mi soddisfano molto le ruote ad alto profilo per la maggior resa che obiettivamente avverto in fase di spinta e rilancio.[/I]
[B]- Tubolari e copertoncini: le tue sensazioni?[/B]
[I]- In allenamento uso copertoncini mentre in gara esclusivamente tubolari. La mia percezione è che il tubolare garantisca una scorrevolezza nettamente maggiore rispetto ai copertoncini e che la resa dinamica sia superiore. Senza contare che son più sicuri a livello di forature.
[/I]
[B]- Cosa ne pensi della corsa a biciclette sempre più leggere?[/B]
[I]- Il limite imposto dalla federazione di 6,8 kg direi che è ragionevole. A mio avviso può diventare pericoloso scendere troppo di peso, specie quando si affrontano le discese. Nelle gare professionistiche i controlli vengono effettuati regolarmente e con attenzione. Non tutti hanno la bicicletta “tirata” al grammo: di solito questa è un’attenzione degli scalatori più competitivi nelle tappe dure di montagna.
[/I]
[B]- Molti amatori sono accomunati da una ricerca spasmodica della bici perfetta e dell’accessorio super-leggero. Come ti poni rispetto a questo fenomeno?[/B]
[I]-Non nascondo che certi atteggiamenti mi fanno sorridere. Non trovo che vi siano differenze sostanziali tra componentistica e telai della stessa gamma. Così come son convinto che risparmiare poche centinaia di grammi non giustifichi grossi investimenti economici e non porti chissà quali benefici prestazionali. Allo stesso tempo ho pieno rispetto per una passione che si può manifestare anche attraverso queste sane “degenerazioni”. In fondo queste persone sono coloro che alimentano il mondo del ciclismo e incentivano le aziende alla ricerca e allo sviluppo.
[/I]
[B]- Puoi dare qualche suggerimento a chi si approccia al ciclismo e magari non è più un bambino?
[/B][I]- Prima di iniziare ad andare in bici ho praticato tanti altri sport ma non è mai scattata quella scintilla che è scattata con il ciclismo. Quindi direi che vale la pena provare e cercare di capire se questa scintilla si accende. È è importante sin dall’inizio avere un corretto posizionamento sulla bicicletta. Inoltre consiglio di investire anche in abbigliamento di qualità (specie quello invernale) e prestare particolare attenzione al posizionamento delle tacchette sugli scarpini. È preferibile rinunciare ad una bici di qualità superiore piuttosto che a questi accorgimenti a mio avviso fondamentali.
Non trovo positivo nemmeno l’eccessivo agonismo di alcuni ambienti amatoriali perchè rischiano di bruciare la passione nascente di chi si avvicina a questo sport.
[/I]
[B]- Per ultimo, hai qualche dritta per i ciclisti più navigati in merito alle metodologie di allenamento?[/B]
[I]- Personalmente ho trovato un alto beneficio nell’uso del misuratore di potenza. A volte il cardio-frequenzimetro può non essere pienamente veritiero della propria condizione di forma, mentre il misuratore di potenza difficilmente mente. L’uso abbinato di questi strumenti consente, con lavori mirati, di ottenere miglioramenti tangibili. Chiaramente è importante seguire un’alimentazione corretta. Per un non professionista è comunque sempre importante che prevalga l’elemento piacere.
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Alla fine dell’intervista chiedo a Manuel di fare qualche foto… Inizialmente con leggero imbarazzo mi dice che la bici è molto sporca ma fa niente, lo convinco a soprassedere e ci rechiamo nel suo garage di fianco a casa. Qui “rubo” un paio di scatti che testimoniano la piacevole oretta trascorsa a casa Belletti.
Nel frattempo è rientrato a casa anche il padre di Manuel e quando torniamo all’interno dell’abitazione ringrazio per la disponibilità e lascio una bottiglia di birra artigianale belga da consumare prima dell’inizio dell’imminente preparazione ufficiale per la nuova stagione (che sia di buon auspicio anche per qualche classica del nord!). Ci scambiamo gli auguri per le imminenti festività natalizie e gli faccio l’in bocca al lupo per le gare che affronterà nel 2011.Me ne vado con un bel ricordo pedalando in mezzo al buio e alla neve. Ora che l’ho conosciuto un po’ meglio ho la certezza che oltre al rispetto, questo giovane ciclista si è conquistato anche la mia sincera ammirazione, sentimenti che son convinto susciterà in tutti coloro che avranno occasione di conoscerlo.
L’ambiente intorno è uno spazio scuro con squarci di bianco, non passano auto, c’è un’atmosfera ovattata, che restituisce un silenzio irreale. Sarà la suggestione ma mi sembra in lontananza di sentire una voce, mi concentro e capisco che quel suono è nell’aria e assomiglia tanto a un Forza Manuel!
[U]ALCUNI LINK [/U]
– Il fans club: [URL]http://www.bellettifansclub.com/[/URL]
– La pagina facebook del fans club: [URL]http://www.facebook.com/group.php?gid=35748623261[/URL]
– Il sito della squadra: [URL]http://www.colnagocsf.com/[/URL]
Articolo e intervista di afterandrea. I commenti e la discussione si trovano qui.