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Il pagellone della Vuelta 2023

La Vuelta España 2023 è finita col botto, dopo una splendida ultima tappa cittadina e dopo settimane di drammi incrociati che hanno tenuto occupati appassionati e tifosi in discussioni fiume, dal Tourmalet di Remco all’Affaire Jumbo e le loro frizioni interne.

Una cosa è certa ed è che il vincitore di questa Vuelta, Sepp Kuss (voto 9), ha fatto breccia nei cuori dei tifosi, che infatti hanno tifato per lui sino a vederlo in rosso a Madrid 

La sua vittoria fondamentalmente divide il mondo in due: chi pensa che si sia guadagnato la vittoria dopo aver corso per anni al servizio dei suoi capitani, sacrificando le proprie, legittime, ambizioni di vittoria, e chi pensa che se faceva il gregario un motivo ci sarà stato e che questa vittoria sia arrivata per una congiuntura favorevole e per ordini di squadra. Del secondo gruppo fa parte anche il suo connazionale ed ultimo vincitore statunitense del grande giro spagnolo, Chris Horner, il quale ha detto che la sua vittoria è stata solo dettata da esigenze di sponsor e “pubbliche relazioni” a favore del grande pubblico e tifosi. Un’operazione simpatia insomma. Alla fine quello che resterà negli annali e che Kuss la Vuelta l’ha vinta, e senza rubare niente a nessuno, nel senso che si è dimostrato solido durante le tre settimane, ha corso un’ottima (per certi versi sorprendente) cronometro individuale, ha retto benissimo alle pressioni esterne ed interne, ed ha mantenuto con autorità il proprio piccolo vantaggio sino all’ultimo. Il tutto con toni semplici , umili e simpatici. Forse avrebbe ceduto di fronte ad attacchi decisi e diretti di Vingegaard e/o Roglic? Forse, ma non è la prima volta che in squadra a qualcuno viene tirato il freno a mano, in tempi recenti basti ricordare Riis-Ullrich o Wiggins-Froome. Restano poi dei dati incontrovertibili, come che Kuss è il primo atleta ad aver corso tutti e tre i GT in una stagione ed a vincere l’ultimo; che è il primo ad aver partecipato a 3 vittorie di GT in una sola stagione; che è il 2° ciclista ad aver corso tutti e tre i GT in una stagione e ad averne vinto uno e che è il 2° ciclista americano ad aver vinto la Vuelta.

Poco da dire sulla Jumbo-Visma (voto 10). Qualche, comprensibile, incertezza nella gestione dei tre moschettieri in corso d’opera, ma sempre stando ai fatti, la squadra olandese si porta a casa una storica tripletta vincendo i 3 GT in una stagione con 3 corridori diversi e dominando la Vuelta saturandone il podio. Impossibile far meglio. Riguardo le incertezze in corsa non deve essere stato facile gestire i propri corridori, sponsor e grande pubblico che li cannoneggiava di like e commenti in ogni dove. Per il momento sembrano aver attraversato la mareggiata in modo ottimale, probabilmente dalla prossima stagione si vedrà se questo avrà lasciato degli strascichi interni e come verranno gestiti i corridori. Dichiarazioni altalenanti a parte (di Roglic in particolare) va detto che lo sloveno e Vingegaard in ultima analisi si sono comportati in modo professionale, in particolare a livello mediatico nel finale, celebrando il proprio compagno senza ambiguità o personalismi.

Ai piedi del podio si è confermato Juan Ayuso (voto 8). In realtà ha fatto un passo indietro rispetto il 3° posto dell’anno scorso, e non è mai sembrato poter seriamente impensierire gli uomini Jumbo, ma va considerata la consistenza di un ragazzo che ha compiuto 21 anni 2 giorni fa. 3° e 4° negli unici due grandi giri corsi ad un età in cui il resto del mondo corre da U23 da la dimensione del talento di questo ragazzo. Quest’anno poi supportato non proprio al meglio dalla propria squadra, la UAE-Emirates (voto 6) che ha si piazzato due uomini nella Top10 (Ayuso, appunto, 4° e Joao Almeida 9°, ma anche Marc Soler 14° ed un bel 2° posto a Beyes con Finn Fisher-Black, altro talento giovanissimo finalmente in mostra), ma che nel complesso ha dato un supporto ad Ayuso un po’ confuso (…), con azioni a volte dubbie. Alla fine portano a casa la maglia bianca ed una tappa con Sebastian Molano.

Dare un voto a Remco Evenepoel, il corridore più divisivo del momento, è sempre un bel rischio, in particolare dopo l’ennesimo grande giro a due facce. Rispetto le ambizioni con cui è venuto ed è partito si potrebbe dargli un 4. Di fatto la sua Vuelta è finita sul Tourmalet, dove non si sa bene perché, ma ha alzato bandiera bianca prendendo mezz’ora dai diretti concorrenti. Da li in poi per il belga è iniziata una seconda Vuelta, da 9, con fughe continue, azioni prepotenti (“seguire Evenepoel è come seguire uno scooter”-Damiano Caruso-) e persino il tentativo di prendersi la tappa finale con un’azione mostruosa. Alla fine non è stato un concorrente per la maglia rossa, ma torna a casa con un 12° posto, 3 tappe vinte e la maglia a pois. Poco? Tanto? Ha colto il minimo in un’operazione di riparazione? O il massimo dopo un momento di difficoltà? Remco a quanto pare resta sempre tema di discussione. Un 6 1/2 però almeno mi sento di darglielo come media tra le due facce di questa sua Vuelta. Voto 6 1/2 anche alla Soudal che lo ha supportato abbastanza bene in particolare con il generoso Cattaneo.

Voto 9 per Kaden Groves invece. Tre tappe vinte oltre alla maglia verde. Sicuramente lo sprinter da battere a questa Vuelta. A 24 anni l’australiano ha fatto una stagione che lo mette al centro del panorama volate, con anche una tappa vinta al Giro d’Italia. Corridore veloce, ma anche scaltro ed intelligente senza essere una testa calda come a volte capita con gli sprinter. Brava anche la Alpecin, che ha portato una squadra equilibrata tra molto giovani (Ballersted e Bayer) e più stagionati (Planckaert, Janssen). Certo, van der Poel fa squadra da solo, ma delle 29 vittorie stagionali della Alpecin lui ne porta in dote 5 (di peso specifico altissimo, chiaro), ma anche le restanti 24 sono di gran livello, con ben 8 tappe vinte nei GT grazie a Groves e Philipsen.

Altre squadre che hanno ben figurato sono la Bahrain-Victorious (voto 8), con due uomini nella Top10: Landa e Buitrago, ed una tappa vinta con Wout Poels. Il Team DSM (voto 7)  che ha raddrizzato una stagione non proprio ottimale con due tappe vinte: la cronosquadre (di fortuna), e con Alberto Dainese, alla sua seconda tappa in un GT stagionale (che chiaramente perderanno nella prossima stagione come da tradizione). Molto buona la Bora-Hansgrohe (voto 8), che ha piazzato Vlasov 7° e il talento Uijtdebroeks 8°, oltre ad aver vinto una tappa con Kämna. Niente di eclatante per la Groupama (6 1/2), ma avere avuto due giorni in maglia rossa Lenny Martinez è un buon viatico per il futuro, essendo il 20enne francese un talento sicuro. Continua l’ottima stagione della Cofidis (voto 7), che agguanta la terza tappa stagionale in un GT con Jesus Herrada. Salvano la comparsata con una vittoria di tappa Intermarché Lotto (voto 6). Sopresa TotalEnergies (voto 6 1/2) che ha tirato fuori un coniglio dal cilindro di nome Soupe, ma soprattutto con Steff Crass, che senza che nessuno se ne accorgesse è arrivato 11° in classifica generale.

Meno bene la Ineos-Grenadiers (voto 5): ormai completamente sguarnita per fare classifica, con primo corridore in classifica generale Geraint Thomas 31° a 1h47′ da Kuss. Bernal e Castroviejo impalpabili, forse qualcosa di meglio avrebbe potuto fare lo sfortunato Arensman, ma difficile pensarlo protagonista in classifica generale. Non è rimasto che Filippo Ganna quindi, che si è caricato sulle larghe spalle tutto il compito di salvare la baracca, riuscendoci in parte con la solita cronometro vinta e poi provandoci da sprinter ed arrivando 2° due volte. Encombiabile, ma la corazzata britannica necessita rimessaggio in cantiere urgente. Idem la Movistar (5 1/2) che coglie l’ennesimo piazzamento con Enric Mas (6°) che si conferma corridore da Top10, ma niente più. E poi poco altro, con zero vittorie di tappa e niente di memorabile.

Abbastanza male la EF ProCycling (voto 4 1/2), che era partita bene con Andrea Piccolo in maglia rossa (favorito dalla fortunata cronosquadre), ma poi si è spenta lentamente. Caicedo non è andato oltre un 4° posto di tappa, Bissegger deludente 11° nella crono individuale, ma soprattutto Carthy l’ombra del corridore che fece il podio alla Vuelta 2020: 23° a +1h19′.

Impalpabile anche la Lidl-Trek (voto 4 1/2) che si è presentata con una strana squadra da caccia a tappe in salita/vallonato, ma non si è vista, a parte Ghebreigzabhier e Bernard che si sono infilati in un paio di fughe. Stesso discorso per la Arkea-Samsic e la Jayco, quest’ultima almeno sfortunata nel perdere 5 corridori strada facendo. Diamo un 6 a Sobrero che almeno ci ha provato, cogliendo anche un 2° posto di tappa.

Infine arriviamo alle wildcard, la Burgos e la Caja Rural (voto 5), che pur con effettivi non di gran livello si sono almeno fatte vedere nelle fughe, infilando in qualche modo spesso degli uomini a mostrare la maglia. Cosa che non è riuscita alla solita nulla Astana (voto 1): la loro maglia si è vista solo in occasione della caduta di Leon Sanchez, e per la statistica dei 21 GT consecutivi terminati da Zeits (primo della squadra kazaka a oltre 2h dalla vetta della classifica). Stesso voto per la AG2R, nemmeno parente di quella vista al Tour.

 

 

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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