Nonostante la vittoria, sembrava di averlo visto leggermente sottotono sette giorni prima a Cecina, ma domenica 11 marzo, alla Granfondo Città di Grosseto, il lituano Raimondas Rumsas ha informato tutti che è tornato!
Soprattutto è tornato quel Rumsas competitivo con la voglia di vincere e di creare imprese non certo alla portata di tutti, così come ha dimostrato in Maremma.
Una manifestazione di tutto rispetto quella messa in pista dai ragazzi della SS Grosseto, che ha saputo raccogliere all’interno del ciclodromo di Grosseto quasi 1200 ciclisti provenienti da tutta Italia e non solo, se andiamo a considerare anche gli amici di Lugano che si sono mossi fino a qui.
Senza dilungarmi sugli aspetti organizzativi della granfondo che ha raccolto i plausi di tutti i partecipanti di una manifestazione veramente ben organizzata (con le solite piccole sbavature da sistemare nella prossima edizione), sia sul lato logistico che su quello della sicurezza stradale, vorrei invece concentrami sul lato più agonistico.
Sin dalle prime ore dell’alba ben si comprende che il nemico di giornata non sarà certo il dislivello da affrontare, bensì il forte vento che spira dal mare verso l’entroterra, tanto da impedire l’organizzazione di montare gli archi gonfiabili e di apporre gli striscioni alle transenne, che già faticano per conto loro per stare in piedi.
Un vento forte sì, ma non certo pericoloso; solo tanto, ma tanto noioso.
Il gruppo parte compatto sfilando lungo il toboga del ciclodromo, andando in direzione del mare. Il vento si fa sentire subito e il gruppo procede compatto per una ventina di chilometri, fino a quando qualcuno prende l’iniziativa per portare via la fuga. Il team Granfondo del Diavolo Altopack Promotech ha tutte le intenzioni di vincere e, con Merlo prima e Cipolletta poi, tenta di fare evadere il lituano. Intanto si testano le gambe degli avversari.
Il vento spinge da destra e rende difficoltosa la marcia, quando Rumsas lancia una bordata e guadagna qualche decina di metri; a lui si aggancia Andrea Lupori del Team Parkpre Giordana DMT. I due acquisiscono un lieve margine fino a che il percorso non svolta a sinistra e… ora il vento è alle spalle. I due raggiungono punte di 70km/h, mentre il gruppo dietro non sa organizzarsi.
Il vantaggio aumenta, e l’unico a provarci è il “Cinghialino” Massimiliano Lelli che corre con il dorsale n.1. Si lancia in una lunga ricorsa, fino ad arrivare ad un centinaio di metri dalla testa della corsa sullo strappo di Castiglione della Pescaia, ma poi niente. Dopo quasi una decina di chilometri di inseguimento è costretto a rialzarsi e ad attendere il gruppo. Rumsas e Lupori continuano il forcing fino all’attacco della salita di Tirli dove il lituano saluta il compagno di viaggio e si invola verso la vittoria del GPM. Dalle retrovie evadono Federico Cerri e Simone Orsucci che si lanciano all’inseguimento del fuggitivo che viene raggiunto poco dopo lo scollinamento. Mentre il primo si aggancia alle ruote del lituano, il secondo è costretto a lasciarli andare.
Per i due battistrada la compagnia è breve, infatti al bivio dei percorsi, Cerri opta per la mediofondo, mentre Rumsas continua sulla granfondo. Intanto Orsucci insegue Cerri.
Qui finisce di fatto la gara di Rumsas che, innestata la modalità “cronoman”, procede in solitaria, lottando contro il vento, fino all’arrivo dove giunge a braccia alzate con oltre 3’30” di vantaggio, dei 5′ che aveva accumulato.
E’ nelle retrovie che si scatena la bagarre, con il gruppetto degli inseguitori che tentano di recuperare il tempo perduto ma, dato il largo distacco, le motivazioni non sono proprio alte. Sull’ultima salita di Vetulonia prova l’evasione solitaria il russo Vladisval Borisov, ma il suo risicato margine non è sufficiente per continuare da solo, contro vento, per quasi una ventina di chilometri.
Mentre Rumsas si sta ormai facendo intervistare dallo speaker Gianni Mauri, scatta la volata del gruppo. E’ ancora il russo a provarci e, allungando all’ultima curva, riesce a cogliere il secondo gradino del podio. Terza piazza per Francesco Cipolletta, ottimo supporto per il compagno fuggitivo.
Quasi un’ora prima Cerri, che al bivio si era trovato fuggitivo nella mediofondo, riesce a concludere con successo la sua azione giungendo anch’egli a braccia alzate all’arrivo. Alle sue spalle il gruppetto si ricompatta; qualcuno tenta ai 5km di evadere, ma l’impresa è ardua. Non resta che la volata, che vede Nicola Ramacciotti mettere la ruota davanti a Matteo Cecconi.
Nulla di semplice nemmeno per la quota “rosa”. A parte la grossetana Maria Cristina Nisi, che domina letteralmente la granfondo, la seconda posizione di Letizia Dini è veramente tutta guadagnata. A pochi chilometri dalla partenza la garfagnina viene coinvolta in una caduta e, mentre si rialza il gruppo passa, ritrovandosi di fatto in coda a tutti. Il prosieguo della sua corsa è stata tutta una rimonta che però le ha regalato la medaglia d’argento. Terza piazza sul lungo per un’incredula Laura Messina.
Volatona finale a quattro per la corsa femminile della mediofondo con la vittoria di Claudia Macchi ai danni di Claudia Bertoncini ed Elena Riccomi.
Si chiude così una bella giornata di ciclismo che ha regalato tante emozioni ai corridori e agli spettatori. Non resta che attendere che giunga l’ottava edizione.
Nuove e accattivanti colorazioni e opzioni di ruote sono disponibili anche per la più ampia…
Ad inizio 2024 Look ha presentato i nuovi pedali Keo Blade, dichiarando che fossero "il…
La squadra kazaka Astana diventerà per la prossima stagione XdS-Astana Qazaqstan. Il nuovo nome dipende…
Alcuni nuovi brevetti depositati hanno attirato l'attenzione dei vari appassionati, in un momento di particolare…
Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e…
Romain Bardet (Team DSM-Firmenich) 34enne francese è ormai a fine carriera: la concluderà il prossimo…