Negli ultimi due giorni hanno fatto discutere le (ennesime) dichiarazioni del team manager della Soudal-Quickstep Patrick Lefevère su Julian Alaphilippe. Il manager belga, non nuovo a esternazioni piuttosto controverse, ha affermato che Alaphilippe avrebbe partecipato a troppe feste, bevuto troppo alcool e che è sia sotto “l’influenza” della moglie, l’ex-professionista ed ora direttore del Tour de France femminile Marion Rousse. E che se non si fosse messo in riga lo avrebbe licenziato.
Le dichiarazioni sono state raccolte da un sito olandese e sono subito rimbalzate sui social urbi et orbi come al solito, e come al solito senza un preciso contesto. Lefevère oggi, visto il polverone sollevato, ha precisato che si riferiva ad un periodo precedente allo scorso novembre e che ora Alaphilippe “è in carreggiata” (non le esatte parole, ma quello il senso).
Quale fosse allora il senso del fare dichiarazioni del genere diventa allora abbastanza difficile da comprendere, ma ad opinione di chi scrive, queste dichiarazioni fanno parte dell’ormai lungo tentativo di Lefevère di sbarazzarsi dell’ex due volte campione del mondo prima della fine del contratto che li lega (scadenza 31/12/2024) per recuperare l’oneroso stipendio che versa al francese (2,3 milioni annui) e ri-allocarlo in modo più produttivo, visto che le ultime due stagioni di Alaphilippe sono state pessime, anche se in gran parte non per colpa del francese, caduto a raffica e spesso non per colpa propria.
Lefevère ha anche detto che le sue parole, tradotte in inglese, suonano molto peggio di quanto suonassero in olandese quando le ha espresse. Tant’è. Una prima reazione piccata è arrivata da Marion Rousse, che invitato Lefevère a non immischiarsi nella vita privata degli altri ed a comportarsi con più educazione e classe.
Oggi però è intervenuto sul caso anche Pascal Chanteur, presidente del sindacato dei corridori professionisti:
“La prima cosa è che si tratta di una questione privata, familiare. Ed è deplorevole che un datore di lavoro possa fare simili commenti contro uno dei suoi dipendenti. Se questo tipo di cose accadessero in un’azienda il dipendente avrebbe il diritto di presentare un reclamo. Trovo questo tipo di commenti e atteggiamenti totalmente inappropriati.”
“Poi c’è l’aspetto medico. Quando parla della festa, dell’alcol, è tendenzioso, potrebbe essere legato a un problema medico, e solo una persona può parlarne, ed è quella persona stessa. Né il medico della squadra, né il suo datore di lavoro. Se il signor Lefévère avesse evidenziato un problema del genere al medico sociale, avrebbe dovuto avviare un processo attorno a Julian, con il medicina del lavoro. Quindi deploro totalmente tutto questo, questa messa in discussione attraverso i media dell’atteggiamento di uno dei suoi dipendenti, sia esso Julian, un meccanico o chiunque altro.”
Chanteur rincara poi ancora la dose:
“Se il signor Lefévère fosse un vero manager si attiverebbe per il suo dipendente, anche se ci fossero delle colpe, perché un corridore ha dei diritti ma anche degli obblighi, dei doveri. Se invece il dipendente ritiene che ciò che sta subendo sia una molestia, si difenderà. Per quanto riguarda i risultati, il signor Lefévère non deve dimenticare che restiamo nel campo dello sport, e anche se Julian fa tutto il possibile per essere il più competitivo possibile, non è una scienza esatta. Quindi per me l’atteggiamento del suo manager è molto grave, perché non possiamo sapere come l’imputato possa percepire questi commenti. Se si ritrovasse in un contesto fragile, psicologico e non, cosa potrebbe succedere? Depressione? Peggio ? Quando sei un vero leader d’impresa, tutto questo accade tra quattro mura, ti dici le cose direttamente. Spero che Julian sia forte perché è tutto estremamente violento.”
“Il signor Lefévère è stato molto felice quando Julian ha prolungato il suo contratto (nel 2021, per tre stagioni -ndr-), ed era molto felice quando (Alaphilippe -ndr-) ha accettato di ridurre il proprio stipendio durante il Covid quando aveva il diritto di non farlo. Ma tutto questo lo dimentichiamo“.
Cosa ci si può attender in concreto dal sindacato? Niente, a meno che lo stesso Alaphilippe non richieda un intervento, come dice lo stesso Chanteur:
“Julian è un membro del sindacato. Trovo questo atteggiamento assolutamente scandaloso, ma non è il caso che io faccia qualcosa senza essere incaricato dal corridore. Se Julian dovesse incaricarci è chiaro che faremo tutto il possibile per far valere i diritti dell’atleta“.
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