Oramai se ne parla da un anno, Andy Rihs, il miliardario svizzero appassionato di ciclismo, che ha creato una delle squadre più forti e ricche del ciclismo professionistico dell’ultimo decennio, dalla fine del 2018 vuole relegare la BMC, azienda produttrice di bici, da lui rilevata nel 2000, a semplice fornitore tecnico della squadra. Negli ultimi 6-7 mesi si è imposta quindi una caccia allo sponsor per Marc Biver, ex organizzatore di Tour de Suisse e Tour de Romandie, oltre che General Manager della Astana sino al 2007, ma soprattuto fratello di Jean-Claude, direttore di TAG-Heuer (oltre che presidente di Hublot e della divisione orologi di LVMH). Proprio Biver, grazie all’interessamento del fratello è riuscito a “salvare” la squadra portando TAG-Heuer come sponsor per 3 anni, ma ora il tempo sta scadendo, come lui stesso aveva già dichiarato lo scorso Dicembre.
A ricordarglielo è stato in questi giorni Richie Porte, che in un podcast di CyclingNews, ha evidenziato come la “linea nella sabbia” sia la fine del prossimo Maggio, come esplicitamente scritto nel suo contratto. Il messaggio di Porte è molto conciliante, dichiarando che la sua prima opzione sarebbe che uno degli sponsor esistenti facesse un passo avanti prendendosi l’onere di rimpiazzare BMC, e che è convinto che la squadra continuerà, ma allo tesso tempo il 33enne australiano fa sapere che nei prossimi mesi comincerà a prendere contatto con eventuali altre offerte.
Altri termini, ma stessa sostanza quella della stella della squadra, Greg Van Avermaet, che parlerà di contratto alla fine della stagione delle classiche. Ora ovviamente non vuole distrazioni e cerca di concentrarsi al 100% sugli obiettivi stagionali, ma tra 2 mesi la campagna delle Fiandre sarà terminata e sarà tempo di discutere di contratti. Un segnale Van Avermat lo aveva forse già dato lamentandosi della partenza di Daniel Oss, a cui sicuramente deve buona parte della vittoria alla Roubaix, ma l’italiano ha giustamente afferrato un contratto a lungo termine per raggiungere il suo ex-compagno della Liquigas, l’ormai superstar Peter Sagan, con cui tra l’altro condivide l’agente.
Presumibilmente i contatti con potenziali sponsor non mancano, e come si sente ripetere spesso, la visibilità offerta dal ciclismo “è eccezionale”, ma la BMC è una squadra con un budget sui 25 milioni annui, nonostante i recenti tagli di personale e team sviluppo, ovvero più del doppio di una squadra come la EF Foundation First, ex-Cannondale, che già l’anno scorso si è salvata in extremis, nonostante un 2° posto al Tour de France con Rigoberto Uràn.
La BMC può sicuramente vantare 48 vittorie nel 2017, tra cui alcune di prestigio, come la Paris-Roubaix di Van Avermaet e il Romandia di Porte, o le 2 tappe al Giro d’Italia di Dillier e Van Garderen, ma dal 2011, anno della vittoria di Cadel Evans del Tour de France, mancano risultati consistenti proprio nelle grandi corse a tappe. Dal 2011 al 2017 la BMC ha raccolto 7 tappe al Giro, 6 tappe alla Vuelta, ma soprattutto 4 tappe al Tour de France, di cui una cronosquadre, esercizio in cui la BMC si è imposta negli anni come squadra da battere. Questo a dimostrazione di come una squadra di prima fascia sia probabilmente dipendente da risultati nei grandi giri e al Tour in particolare.
E non sarà un caso che dal 2012 le speranze maggiori di vittoria nei grandi giri siano state riposte in Van Garderen, che però anno dopo anno si è dimostrato non tanto incostante nel rendimento, quanto probabilmente sotto le attese: due quinti posti al Tour (2012-14), due volte ritirato alla Vuelta, 20° e 10° all’ultimo Giro e Vuelta; 2° al Delfinato 2015 e poi tanti piazzamenti nelle brevi corse a tappe, ma solo un podio (3° Vuelta Catalunya 2015). Alla fine il suo risultato più importante resta la vittoria del giro di California 2013.
Non molto di più per ora ha portato Richie Porte, spesso sfortunato, ma come sfortunata in generale è stata la BMC negli ultimi anni, basti ricordare gli incidenti devastanti di Taylor Phinney ai campionati nazionali 2014 e di Peter Stetina al Giro dei Paesi Baschi 2015. Oltre che qualche caso di doping che li ha privati di uomini di esperienza, come Alessandro Ballan e Samuel Sanchez.
Attendiamo quindi di vedere gli sviluppi futuri per questa squadra, anche se come detto da Marc Biver: “A meno di un miracolo non troveremo un altro partner come Andy (Rihs -ndr-). Con lui non c’erano calcoli da fare, incarnava la passione e la generosità“.
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