Il Tour of California non si correrà nel 2020

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“Sono stati 14 anni fantastici”. AEG, l’organizzatore del Tour of California,  ha così annunciato che metterà in pausa la gara del Amgen Tour of California per la stagione 2020.

Un’interruzione inedita per la corsa a tappe creata nel 2006 (2015 una versione femminile) che è entrata nel World Tour nel 2017, che era programmata dal 10 al 16 maggio 2020.

L’organizzazione, via Facebook, ha spiegato che “era diventato ogni anno più difficile salare la montagna”, e che pertanto sono stati costretti “a rivalutare le opzioni possibili e considerare ogni aspetto di questo evento per determinare se il modello di business è fattibile per rilanciare la corsa nel 2012”.

Unica prova di rilievo nel Nord America, ha consacrato negli ultimi anni alcuni dei corridori che sarebbero stati delle superstar, come Peter Sagan (2015), Julian Alaphilippe (2016), Egan Bernal (2018) e Tadej Pogačar (2019).

Ogni anno in particolare era Peter Sagan il beniamino della corsa, il quale detiene il record di vittorie di tappa (17) e che ha sempre usato questa corsa per riprendere dopo le classiche del nord e prepararsi per il Tour de France, oltre che far fronte agli obblighi del suo sponsor principale. È presumibilmente la sospensione di questa corsa che lo ha portato a decidere per partecipare per la prima volta al Giro d’Italia il prossimo maggio.

Commenti

  1. il ciclismo su pista e' sicuramente piu' fruibile, anche per tempi televisivi.
    fatto bene potrebbe essere interessante.
    Anche le invece a livello olimpico ne stanno riducendo gli spazi
  2. LanternRouge diceva che uno dei problemi che hanno portato alla chiusura del California sia che facendolo in concomitanza con il Giro, molto più importante e con molto più appeal, i diritti TV venivano venduti a poco e questo, sommato al fatto che in America chiudere le strade e organizzare tutto il resto costi parecchio, ha portato ad un basso, se non nullo, profitto. Il problema più grande è che la stagione "buona" per gli USA è la stessa dell'Europa ed è difficile se non impossibile rubare spettatori a classiche, giro, tour e vuelta.
    LR faceva l'esempio con il Tour Down Under che, venendo corso durante il nostro inverno, riesce ad attirare pubblico in maniera tale da potersi mantenere in vita.

    Secondo me ha centrato in pieno il punto.

    (aggiungiamo anche che agli americani del ciclismo pro, escludendo gli anni di Armstrong e, forse, LeMond, è sempre importato relativamente)
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