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[Intervista] Fit4bike risponde sulla biomeccanica

Biomeccanica che passione. La figura del biomeccanico ormai si è imposta nel panorama ciclistico amatoriale, con principianti che chiedono giustamente aiuto nella fondamentale scelta della taglia della bici sino agli accaniti delle discussioni in merito.

Fit4bike è un gruppo di specialisti di varia formazione che ha dato vita ad un servizio di biomeccanica. Sono spagnoli e non hanno centri in Italia. A voi alcune domande e risposte.

BDC-Mag: Il biomeccanico è diventata una figura importante e per molti amatori quasi imprescindibile. Questa figura però spesso è difficilmente definibile. Chi è il biomeccanico?

Fit4bike: Non c’è un percorso di istruzione regolamentato che lo definisca e trovare un biomeccanico professionale non è scontato. In ogni caso succede anche con altre discipline nel settore della salute.

Le alternative per una buona istruzione e formazione sono limitate, soprattutto se cerchiamo protocolli di base scientifica. Lo possiamo dire sulla base dell’esperienza, dopo aver seguito corsi presso vari riferimenti in questo mercato. Così, a conseguenza delle carenze di solidi fondamenti scientifici risulta una disciplina basata soprattutto sull’esperienza personale del biomeccanico, che può provenire dal mondo della salute (fisioterapisti, osteopati, podologhi…) dal mondo dello sport (allenatori, sportive di elite) o da percorsi di laurea tecnici come la meccanica, perché in fin dei conti parliamo di meccanica.

Possiamo dire che il biomeccanico al giorno d’oggi è una persona con una certa base teorica, ma appoggiata soprattutto a delle conoscenze empiriche acquisite attraverso l’esperienza. Questo non fa migliore un professionista con più anni di esperienza, ma rende migliore coloro che cercano di capire bene il cliente e imparare. Lo scopo di uno studio biomeccanico è personalizzare la bicicletta e questo risulta impossibile se per primo non si capiscono le peculiarità del ciclista.

In conclusione, secondo il nostro punto di vista, il biomeccanico dovrebbe essere una figura indipendente, ossia non legata a nessun interesse di vendita di biciclette o componenti di bici. Così come un medico o un farmacista, crediamo che il biomeccanico sia una figura indipendente dal negozio, che si occupi a prescindere di offrire un fitting professionale.

BDC-Mag: Non sarebbe auspicabile che venisse istituito un albo per tutelare la figura professionale del biomeccanico, ed ovviamente anche chi vi si affida?

Fit4bike: Certamente, si sono mossi alcuni passi in quella direzione, ma probabilmente la disciplina della biomeccanica applicata al ciclismo rimane purtroppo troppo piccola per fare il salto di qualità. Per quanto riguarda Fit4bike, tentiamo di appoggiare coloro che lavorano in quel senso, come ad esempio la “Asociación Española de Biomecanicos del Ciclismo”. Succederà prima o poi che le cose cambieranno, ma passeranno un po’ di anni prima che possa diventare una realtà generalizzata.

BDC-Mag: Ci sono vari approcci di svariati servizi di posizionamento e biomeccanica sul mercato. Spesso i risultati di posizionamento finale sono molto differenti. Come lo spiegate?

Fit4bike: È conseguenza dell’importanza dell’esperienza personale di cui parlavamo. In ogni caso conviene chiarire anche che normalmente non c’è un’unica soluzione possibile. Questo significa che uno stesso problema si può spesso affrontare in modi diversi.

BDC-Mag: Cosa ne pensate dei servizi “a distanza”? 

Fit4bike: Sicuramente meglio di niente, ma hanno delle limitazioni evidenti. Come dicevamo, se lo studio biomeccanico è inteso come personalizzazione della bicicletta, l’osservazione del ciclista e la comunicazione ciclista-biomeccanico risultano fondamentali. Con la distanza risulta difficile muoversi intorno al ciclista per osservare dettagli o percepire dei gesti rilevanti, inoltre la distanza può diventare una barriera per parlare ad esempio di problemi intimi come un dolore genitale. Risulta anche impossibile operare direttamente sul ciclista e non conosciamo sistemi che senza installazione possano misurare la bicicletta del ciclista a distanza.

BDC-Mag: E’ vero che uno stravolgimento della posizione porta a miglioramenti immediati, ma che svaniscono in poche uscite di adattamento?

Fit4bike: Dipende dal caso concreto, ma potremmo addirittura dire che sempre più spesso i miglioramenti avvengono soprattutto dopo l’adattamento, piuttosto che al contrario. Si deve avere sempre in mente che la posizione e la tecnica di pedalata sulla bici sono fattori determinanti per lesioni e fastidi, ma ce ne sono altri, come la natura del ciclista, il volume e l’intensità di allenamento, l’attività quotidiana al di là della bicicletta, etc… Ad esempio, un ciclista che ha una tendinite rotaliana creata per una combinazione di sella bassa e alto volume di allenamento, può vedere migliorato il dolore con una posizione di sella più alta, ma il dolore non guarirà senza una terapia specifica per quella tendinite.

In ogni caso, come dicevamo, il caso contrario può risultare più abituale. Creiamo “schemi motori” in base alle circostanze, cioè ci adattiamo, ma non in maniera immediata. Spesso cambiamenti di impostazione di bicicletta non vengono accompagnati di conseguenza nel ciclista. Per questo non possiamo giudicare l’ergonomia con la potenza, l’aerodinamica invece sì. Tutto sarebbe più facile se non ci fossero questi schemi motori, ma la realtà è che l’analisi biomeccanica va seguita da un adattamento e serve una rieducazione, esercizi per migliorare l’elasticità e la forza, etc.

BDC-Mag: Voi considerate anche il piano frontale del posizionamento? Molti servizi di posizionamento considerano solo quello laterale. Corretto?

Fit4bike: Il piano laterale consente solo una vista! Quella più rilevante dal punto di vista dell’analisi per essere quella più studiata, ma rimane sempre una vista singola. La vista frontale è anche interessante per analizzare aspetti di tracking di ginocchio o stabilità o per fare valutazioni approssimative di aerodinamica. Per norma generale riducendo l’area frontale del ciclista si migliora l’aerodinamica.
In ogni caso considerando che sono disponibili sistemi di cattura 3D a corpo intero, come il nostro 3DMC , dover scegliere fra varie viste indipendenti risulta un discorso obsoleto. Rilevare il corpo intero in 3 dimensioni ci permette di ottenere tutti i dati che possiamo rilevare dalle varie viste e possiamo anche comparare i due lati per capire se c’è un’anca più bassa, una pelvi girata, una spalla più bassa o semplicemente gambe che si comportano in modo diverso. Tutti aspetti fondamentali che non possono essere percepiti con singole viste.

BDC-Mag: Cosa ne pensate dell’applicazione del posizionamento in base all’utilizzo? Un amatore che fa gare in circuito necessita di un posizionamento differente rispetto a chi fa ultracycling? Potete fare qualche esempio delle differenze da impostare?

Fit4bike: Il risultato finale dovrà essere determinato sulla base delle caratteristiche del ciclista, ma anche sulla base dei suoi obiettivi. Certamente fare gare in circuito è molto diverso che fare ultracycling. Il primo è molto più esplosivo, ci sono delle accelerazioni molto più aggressive, ci sono delle cadenze delle pedalata più alte, delle velocità più alte, quindi viene data più importanza all’aerodinamica (cresce in maniera esponenziale con la velocità) e dei tempi più corti senza lunghe discese etc. Per tutto ciò la posizione per circuito sarà in genere una posizione più spostata in avanti (con meno arretramento di sella) che permette posizioni più aerodinamiche, inoltre ad un passo più naturale per il punto morto superiore del pedale per facilitare cadenze più alte. Il manubrio più basso sempre per aerodinamica, ma anche per gli scatti.

In gare lunghe questo potrebbe andare a dare fastidio nella zona cervicale e dorsale. Questa posizione più spostata in avanti per le gare in circuito suppone anche un contatto diverso sulla sella e potrebbe richiedere anche un modello di sella diverso. Ci sono anche scarpe più adatte per una o per l’altra applicazione.

BDC-Mag: Potete fare qualche esempio degli errori più’ comuni di posizionamento che riscontrate coi vostri nuovi clienti?

Fit4bike: La posizione per bici da corsa sta cambiando abbastanza, basta guardare come pedalavano Coppi e Bartali e come pedalano Froome o Greipel. La sella è molto più avanti e più alta con manubrio più vicino e basso.

È più abituale vedere gente che va bassa (sicuramente perché una posizione più alta, semplicemente fa male), ma stare bassi agisce negativamente sulla performance. I manubri spesso sono troppo lunghi e bassi. Si trovano anche tante tacchette posizionate a caso e tanta mancanza di plantari, considerando il potenziale e l’importanza che hanno per la pratica del ciclismo.

BDC-mag: Nel vostro sito sono in vendita anche degli accessori piuttosto specifici (attacco regolabile, goniometro, etc.) Possono essere utili per l’amatore medio? O sono più’ indicati per professionisti del settore?

Fit4bike: La nostra gamma di prodotti si divide in attrezzi e accessori. Tutti i prodotti si rivolgono a esperti biomeccanici, ma gli accessori possono essere comprati anche direttamente da ciclisti che si sono già rivolti ad un biomeccanico e sanno di aver bisogno di un spessore di tacchetta piuttosto che di un cuneo o di altro. Ci sono prodotti come l’attacco regolabile che sono molto utili anche per i negozianti che vendono biciclette, questo prodotto permette determinare l’attacco giusto, diventa un valore aggiunto rispetto a vendere la bici direttamente con l’attacco di 100mm e 6 gradi che viene montato per difetto. Sicuramente si fornisce un servizio più accurato e professionale.

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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