Jan Ullrich ammette di essersi dopato già dal 1995 | BDC Mag

Jan Ullrich ammette di essersi dopato già dal 1995

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Jan Ullrich, campione tedesco vincitore del Tour de France 1997 a 24 anni, e poi 5 volte 2° ed una volta 3° nella Grande Boucle, è ora impegnato in un altro tour, quello promozionale del docufilm incentrato su di lui prodotto da Amazon Prime. Durante questa campagna promozionale Ullrich ha confessato al quotidiano Stern e ad altri media tedeschi che aveva iniziato a doparsi “attorno al 1995-1996”, quindi praticamente al primo anno da professionista.

Sono entrato in contatto (con il doping -ndr-) nel 1995-1996, prima del Tour de France (è arrivato 2° nel 1996, alla sua prima partecipazione -ndr-). All’epoca mi era stato spiegato in modo plausibile, non avevo paura, mi era evidente in quel momento. Ero giovane e ingenuo e stavo arrivando in un sistema che già esisteva. Mi è stato presentato in un modo così accettabile e necessario che ho deciso di farlo. La mia carriera sarebbe finita se non l’avessi fatto. Non mi sono mai sentito un criminale. »

Coinvolto nell’operazione Puerto nel 2006, fu infine sospeso per due anni dal Tribunale Arbitrale dello Sport nel 2012 nonché declassato da tutte le gare a cui aveva partecipato tra il maggio 2005 e la fine della carriera nel giugno 2006. Ullrich aveva già ammesso il doping in carriera e i suoi legami con il dottor Eufemiano Fuentes, ma non era mai stato così preciso sul periodo precedente al 1997.

Se avessi raccontato la mia storia prima, avrei vissuto anni meravigliosi. Ma non ho avuto il coraggio. Ora è bello ammettere la mia colpa”.

Ullrich, invece, ritiene che non gli debba essere tolta la vittoria al Tour de France del 1997: “So quello che ho ottenuto”, si difende. “Personalmente penso di meritare questo titolo. Altri oltre a me devono prendere questa decisione, ma nel profondo del mio cuore sono un vincitore del Tour de France“. Altri corridori prima di lui hanno ammesso di essersi dopati in carriera senza essere privati ​​delle loro vittorie a posteriori, a cominciare dal suo capitano dell’epoca, Bjarne Riis, che ancora lo precede nel palmares del Tour de France, nel 1996.

Questa recente testimonianza di Ullrich chiarisce ulteriormente, se mai ce ne fosse ancora bisogno, cosa sia stato il ciclismo nei decenni ’80-’90-’00.

Commenti

  1. sartormassimo:

    Speravo in un intervento come il tuo, da padre vorresti tuo figlio vincente ma fra quelli che scendono a compromessi accettando rischi o fra quelli che fanno ciò che gli piace puntando solo sulle proprie capacità?
    Più che un figlio vincente, vorrei un figlio vivo e in salute.
  2. sartormassimo:

    Sia chiaro, io non sto buttando la croce sulle sue spalle per quanto ha fatto quasi 30 anni fa, ciao che mi disturba è che OGGI ha avuto tutto il tempo per maturare quanto tutto fosse sbagliato. Invece no, lui pretende che per quel Tour gli venga riconosciuto "l'onore" della vittoria ...Seppur sporco per sua stessa ammissione.
    Lo ritiene suo probabilmente perchè gli altri erano tutti come lui….
  3. Sinceramente non posso e non voglio dire che oggi non si adottino pratiche vietate; questo lo scopriremo forse tra qualche anno. C'è però un dato che manca nell'equazione, non avete idea di quanto NON si mangiava in allenamento e in parte in gara in quegli anni e negli anni successivi; in primo luogo perché l'ampio utilizzo di pratiche dopanti permetteva prestazioni top, e poi perché semplicemente c'era una cura maniacale del peso. Ne hanno parlato nel podcast di ciclismo competente poche settimane fa, si parla di ritiri di squadre top con giornate con deficit di 1500 Cal. Non so voi ma fare un ritiro di una settimana sempre a tutta e con deficit giornalieri di 1500 chilocalorie... Non ci voglio nemmeno pensare.
    Poi non dimentichiamo che come raccontava anche Danilo Di Luca nel suo libro una volta la prima ora si andava piano e fino a che non arrivavano le riprese televisive praticamente si passeggiava. Per non parlare di quando sulle prima salite un certo sceriffo si metteva davanti a fare l'andatura. Oggi allo start e gara e basta, punto. Poi per carità non pretendo di avere ragione ma secondo me questi sono alcuni punti da non trascurare, oltre alla già citata aerodinamica, che ha un certo peso, soprattutto con le medie di oggi.
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