Quando John Degenkolb, allora in maglia Giant, vinse la Paris-Roubaix nel 2015 non si mancò di rimarcare che era il secondo tedesco a vincere l’inferno del nord in 119 anni. Infatti per trovare un altro tedesco vincente sul pavé della Roubaix bisognava tornare niente di meno che alla prima edizione, nel 1896, con la vittoria di Josef Fischer.
Nato nel 1865 Fischer fu un corridore fortissimo sulle lunghe distanze. Alla vittoria alla prima Roubaix, dove rifilò 25′ al secondo, il danese Charles Meyer, e 28′ al futuro vincitore del primo Tour de France, Maurice Garin, all’epoca ancora italiano. Il 4°, l’inglese Arthur Linton, arrivò a 45′ di ritardo. Dal 5° in poi i distacchi furono tutti superiori all’ora. Partirono in 51 ed arrivarono in 28. Gli ultimi quattro con 8h39′ di ritardo.
Se la Paris-Roubaix è nota come “inferno del nord” per il brutale pavé, va ricordato cos’era nel 1896….innanzitutto la corsa si faceva dietro motore, regola che rimase in vigore sino al 1909. La velocità quindi era piuttosto elevata per l’epoca, attorno ai 30km/h di media e le cadute erano onnipresenti. Cosi come gli ostacoli sul percorso, che ovviamente non era né chiuso né presidiato.
Fischer cadde una volta caricato da un cavallo imbizzarrito. Poi dovette fermarsi a causa di un gruppo di mucche sul percorso. Linton cadde sei volte. Garin cadde a causa dei tandem che lo precedevano, caduti a loro volta, e fu investito da un’auto che precedeva il corridore dietro di lui, risultandone miracolosamente indenne.
Fischer entrò nel mitico velodromo di Roubaix (la corsa era nata per promuoverlo) coperto di sangue e fango. Le cronache del tempo riportano che la folla che occupava il velodromo, informata da telegrammi dell’andamento della gara, rimase ammutolita nel vederlo in quelle condizioni spaventose e Fischer alzò le braccia in un clima di silenzio surreale.
Fischer vinse anche la 10^ edizione della Bordeaux-Paris, corsa mitica, anch’essa dietro motore (per 600km). Eccolo in azione:
Nello stesso anno finì 2° alla Roubaix dietro Emile Bouhours a +18′ (media di 37km/h).
Per non farsi mancare nulla partecipò anche alla prima edizione del Tour de France nel 1903. Eccolo qui che acquista delle zollette di zucchero prima della partenza. Finì 15° in classifica generale.
Concluse la carriera a 38 anni.
Curioso che un corridore che probabilmente non vide mai una vera salita in vita sua e che resta famoso per aver vinto la prima Paris-Roubaix sia anche il primo ad essere chiamato “lo scalatore” (grimpeur, in francese) no?
Il soprannome gli venne affibbiato dopo una 72h in pista, in Francia. All’epoca l’utilizzo delle amfetamine era comune tra i ciclisti forse più dell’acqua, e Fischer, probabilmente avendone abusato un tantino, ad una certo punto della gara, buttò la bici in terra e si arrampicò su un albero…
Ci volle un certo tempo ed impegno da parte degli organizzatori per farlo scendere. Pare che Fischer abbia acconsentito solo dopo che gli furono promesse due bottiglie di vino Bordeaux. Da allora fu per tutti le grimpeur.
Fischer però doveva essere uno di spirito (in vari sensi) e da allora si fece ricamare una maglia con cui partecipò a tutte le gare seguenti
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