Pinarello ha condiviso alcuni dettagli dello sviluppo della bici e componenti utilizzati dal quartetto italiano di inseguimento su pista che ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Tokyo.
Il modello è il noto Bolide, sviluppato in collaborazione con Jaguar già ai tempi in cui Sir Bradley Wiggins correva per il Team Sky. Poi la piattaforma è stata affinata nel tempo, in particolare grazie alla collaborazione con la nazionale italiana, il Team Sky/Ineos e Filippo Ganna, attuale campione del mondo a cronometro.
La versione utilizzata dalla nazionale italiana su pista è quella denominata HR, e, proprio per l’utilizzo su pista priva di impianti frenanti e sviluppata quindi senza alcuni vincoli come la versione stradale, ad esempio il dover essere compatibile con differenti tipologie di ruote e trasmissioni.
Il telaio è stato quindi ottimizzato aerodinamicamente non solo per offrire la massima penetrazione dell’aria, ma anche tenendo conto dell’ambiente unico in cui la versione pista viene utilizzata, ovvero velodromi coperti. Le tubazioni del telaio sono ottimizzate tenendo conto della lunghezza della pista (250mt) e dell’inclinazione delle curve (42°) per offrire il miglior coefficiente aerodinamico in queste condizioni.
Ovviamente il telaio è anche realizzato per avere la rigidità ottimale rispetto le necessità dei corridori. Il peso di telaio+forcella è di 1,9kg, per un peso complessivo della bicicletta di 7,1kg.
Negli ultimi 2 anni grande importanza è stata data alla progettazione e realizzazione dei manubri utilizzati dai corridori.
Questi sono stati realizzati personalizzandoli sulle caratteristiche morfologiche di ogni atleta, e collaborando con lo staff della nazionale per ottimizzare la posizione in sella di ogni atleta per poi disegnare il manubrio migliore per ognuno. Per fare questo gli atleti e le attrezzature sono state testate in galleria del vento.
I manubri sono realizzati in titanio sinterizzato 3D, con spessori variabili per renderli rigidi nei punti più sollecitati senza aumentarne troppo il peso.
Si in alcuni casi, come in questo la tecnologia additiva ti risolve problemi, ti permette soluzioni diverse.
Ma ad esempio per appendici manubrio se vai su leggerezza, converrebbe sempre carbonio con conti e tempi maggiori.
Per quel che riguarda componentistica, tecnologia additiva si giustifica nei piccoli numeri. Vai su nei numeri, non diventa poi così conveniente, anzi....
Sui pesi... Una pedivella in carbonio e una con soluzione stampa3D, peso rigidità vince sempre carbonio. E' dovuto alle proprietà intrinseche del materiale.
Detto questo.. a progettisti che conoscono materiali, questa tecnologia offre molti sbocchi..
Per sviluppo soluzioni del tipo protesi manubrio, posizioni in sella per il Team Ineos, se non sbaglio collaborano con studio Inglese collegato ad università.
Ineos comunque sono molto indipendenti per anzzi loro da sempre...
Per esempio un componente vitale deve essere realizzato con un materiale che garantisca le sue proprietà meccaniche quasi al 100%, cioè qualsiasi provino di quel materiale analizzi, ottengo quelle proprietà meccaniche.
Con la stampa attualmente non è possibile.
Per il carbonio è impossibile la stampa, perché per avere caratteristiche meccaniche elevate, le fibre devono aver il minor numero di interruzioni possibile.
Alcuni oggetti vengono realizzati avvolgendo un filo continuo (filament winding), ma non ha niente a che fare con la stampa.