La caccia al giovanissimo delle squadre WT

43

Nella stagione 2022 prenderanno il via 50 giovani sotto i 24 anni come debuttanti a livello World Tour. Se si va a guardare tra questi giovanissimi si nota come ad esempio la Bora-Hansgrohe farà debuttare ben due giovani di soli 18 anni: il tedesco Luis-Joe Lührs ed il belga Cian Ujtdebroeks, quest’ultimo considerato da molti l’ennesima perla futura.

Insomma il passaggio dalla categoria U23 prima del salto nel professionismo di alto livello sembra sempre meno obbligato. Così come sembra che nemmeno i risultati, in termini di vittorie, siano il parametro fondamentale per valutare questi ragazzini. Ujtdebroeks ha vinto come unica gara da junior la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, ma è chiaro che nella valutazione di questi giovani talenti la fanno da padrone i test per valutarne le capacità fisiologiche, sempre più accurati e precisi.

Un esempio a riprova è Magnus Sheffield, 19enne statunitense che debutterà l’anno prossimo nella Ineos. Sheffield è il detentore del record mondiale nell’inseguimento individuale su pista (3’06″447), vincitore di una gara junior nel 2019, oltre ad essere arrivato 3° al mondiale nello stesso anno dietro il connazionale Quinn Simmons e l’italiano Alessio Martinelli. Dopo un 2020 a zero gare per via del Covid, nel 2021 ha partecipato a 16 gare su strada, ritirandosi in 4 ed ottenendo come miglior risultato un 6° posto (ai campionati nazionali a cronometro).

Già dopo i mondiali del 2019 la Ineos lo aveva contattato esprimendo interesse, e stiamo parlando di un ciclista che aveva iniziato ad andare in bici (agonisticamente) solo l’anno precedente. Prima Sheffield si era dedicato allo sci alpino.

La Ineos però a quanto pare crede molto in Sheffield dato che lo ha messo sotto contratto per 3 anni. Il giovane statunitense chiaramente forte a cronometro si dice molto a suo agio sul pavé (27° alla Paris-Roubaix junior 2019, sua seconda gara da junior) e si vede come corridore da classiche.

Ma anche la QuickStep ha messo sotto contratto il suo giovanissimo, anzi, il più giovane debuttante nel WT della prossima stagione: Martin Svrček, 19 anni il prossimo febbraio, vincitore quest’anno dei titoli nazionali junior su strada e cronometro slovacchi, ma anche 8° nella prova in linea agli europei junior e 4° ai mondiali. 6° alla Paris-Roubaix. Svrček viene dall’Hockey su ghiaccio, poi ha cominciato a pedalare alla Peter Sagan Academy, quindi è stato notato dal Team Ballerini. Ora correrà sino al prossimo luglio nella Biesse Carrera Continental per poi passare nel Wolfpack di Lefévère per il finale di stagione.

Se la tendenza è quella di ricorrere sempre più a giovanissimi bruciando le classiche tappe di sviluppo, c’è anche chi preferisce passaggi più graduali. Ad esempio due giovani molto forti (che sono sempre arrivati davanti a Svrček in questa stagione) come il norvegese Hagenes, il francese Grégoire, continueranno almeno per un’altra stagione in “team sviluppo” a livello continental, nello specifico i Development Team di Jumbo-Visma e Groupama.

Nel complesso però in pochi anni si sta assistendo ad uno stravolgimento di percorsi consolidati, forse sull’entusiasmo delle vittorie record di giovani come Pogačar e Bernal e delle prestazioni di Remco Evenepoel, ma ormai il trend della caccia al giovanissimo è evidente.

Commenti

  1. jan80:

    ........andava via all'inizio e vinceva in solitaria,infatti non ha ancora ben capito come si corre
    La prossima sarà la sua 4^stagione da pro. Ha corso alla QuickStep il doppio di quanto abbia corso da junior :mrgreen:
  2. pedalone della bassa:

    ma non c'è il rischio che, a "bruciare subito il motore", poi si ritrovino a 30 anni già in fase calante?
    Più che un rischio, è una quasi certezza. Fisiologicamente, salvo casi rari, (spero sia abbastanza leggibile, prima che qualcuno obietti, "ma tizio, ma caio...." ecc.) gli anni buoni di un atleta, soprattutto nei casi di sport molto usuranti, considerando comunque atleti mediamente dediti al loro lavoro (quindi non i vari Balotelli, Cassano ecc.), sono 7/8 anni. Prima di questo lasso di tempo si è acerbi e in costruzione, dopo questo lasso si cala più o meno velocemente. Se questo lasso di tempo inizia presto, quasi sempre finisce presto, viceversa se comincia dopo, l'atleta è più longevo negli anni. Mi viene in mente Sagàn, che ha cominciato a vincere molto, piuttosto presto, ma che è in marcato calo già da almeno un paio d'anni. E poi dipende un pò anche dalla disciplina che si pratica....in alcune il calo fisico è compensato dalla maggiore esperienza, in altre la vigoria fisica al top è quasi tutto e l'esperienza quasi ininfluente (mi viene in mente lo sci, piuttosto che i 100 metri).
  3. samuelgol:

    Ok, vedo che hai compreso appieno il mio messaggio. A posto, grazie.
    Se il messaggio è che accumulandosi gli anni aumentano le chances di infortunio, le chances di artriti precoci, le chances di perdere la voglia (e quindi non riuscire a massimizzare l'allenamento) ok, in fondo ad aumentare il numero di tiri aumenta la probabilità che ai dadi esca 1...

    Se invece il messaggio è che il corpo si ricorda quando ha iniziato a produrre e reagisce in negativo allo scoccare di una certa data, ciò non è vero.
Articolo precedente

Orbea lancia Rider Connect

Articolo successivo

Da KOO la lente fotocromatica e l’Optical Clip per i modelli Spectro e Demos

Gli ultimi articoli in Magazine