Come si pedala? Durante la pedalata il picco di forza è applicato (con una variabilità soggettiva legata agli aspetti sopra elencati) con la pedivella parallela al terreno o appena oltre tale punto (identificabile con l’andamento della coppia torcente/max componente vettoriale utile di spinta, es. mediante analisi pedalata Wattbike) poiché in questo punto intervengono le azioni concentriche di gamba (anatomicamente: gemelli e soleo, con un supporto di controllo del piede più che una vera azione propulsiva), e del grande gluteo. Il quadricipite entra in funzione con una contrazione successiva al superamento di questo punto. In tutta l’azione della pedalata vi sono componenti di co-contrazione più o meno marcate a seconda dell’efficienza dell’atleta (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18539044).
Nella fase di ritorno il muscolo tibiale anteriore svolge un ruolo di sollevamento del piede e conseguente riduzione dell’inerzia dell’arto nella fase non propulsiva. In tal senso un’altezza sella troppo marcata può creare un problema nel mantenimento di una cadenza superiore a quanto siamo abituati perché l’azione della caviglia viene limitata con un eccesso di estensione dell’articolazione tibio-tarsica. Non è un caso che appunto nelle specialità in pista gli atleti prediligano invece altezze sella inferiori rispetto ad altre specialità (es. cronometro). Questa tendenza è ora presente e spesso visibile in alcuni atleti anche nell’attività su strada rispetto ad una tendenza opposta negli anni precedenti.
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Dott. Massa Roberto
operatore sportivo, allenatore, preparatore atletico, coach
Laureato in Scienze Motorie – Sport & personal trainer
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