Inusitata giornata di riposo ieri al Tour de France, per consentire alla carovana di trasferirsi dalla Danimarca alla Francia. La Jumbo-Visma pero’ ne ha approfittato per un’ultima ricognizione della tappa che si correrà domani, la Lille-Wallers-Arenberg (157km), la temuta tappa con i settori in pavé (11, per 20km totali) sul percorso della Paris-Roubaix.
Una tappa chiave, perché insidiosa, in particolare per gli uomini di classifica che potrebbero facilmente perdere parecchio tempo. Ecco perché alcune squadre, tra cui il Team DSM di Romain Bardet e la Jumbo-Visma hanno preferito utilizzare il giorno di riposo per una sessione molto intensa per mantenere pronte le gambe e fare gli ultimi aggiustamenti in vista di questa tappa, non lontana dalla zona in cui sono alloggiati per la partenza odierna.
Mathieu Heijboer, allenatore alla Jumbo-Visma, ha spiegato alcuni dettagli di questa preparazione a L’Équipe:
“Abbiamo scelto di tornare sul pavé anche se i nostri corridori hanno già fatto la ricognizione di questa tappa due volte a testa, quest’inverno e a marzo, perché volevamo fare una sessione abbastanza intensa e soprattutto testare ancora una volta le bici. Useranno tutte le bici speciali della Parigi-Roubaix, che sono molto meno rigide di quelle che usano abitualmente (le Cervélo R5 in luogo delle S5 -ndr-). Il telaio assorbe davvero le vibrazioni del selciato e, anche se durerà solo una ventina di chilometri, questi sono i chilometri più importanti della tappa. Per uno sprint di gruppo certo non sono le bici migliori, ma i ragazzi si stancheranno molto meno utilizzandole. Sono piccoli dettagli, ma sono le piccole cose che danno fiducia“.
Particolare cura è stata prestata ai materiali:
“Abbiamo anche provato nuove ruote. Questa volta, a differenza della Parigi-Roubaix (dove quelle di Van Aert e Laporte si sono rotte dopo una foratura-ndr-), utilizzeremo tubeless al posto del tubolare, e cerchi nuovi, da 50mm, più robusti e più bassi. Alla Parigi-Roubaix eravamo ancora equipaggiati con il modello dell’anno scorso.
I nostri leader, Primoz Roglic e Jonas Vingegaard si allenano con queste bici da maggio. Con queste bici hanno partecipato al Gran Premio di Denain (che comprendeva dodici tratti acciottolati di 20 chilometri in tutto -ndr-) e le hanno usate per diverse sessioni durante i nostri stages di allenamento su strade non sempre asfaltate. Primoz è stato molto rassicurato nel correre a Denain, essendo stato in testa per molto tempo. Ma sappiamo che non è l’unico, basti pensare anche a Tadej Pogacar, dopo la sua prestazione al Giro delle Fiandre. Ovviamente ci siamo preparati molto per questa tappa e anche se sembra tagliata per uno come Wout van Aert (secondo nell’ultima Parigi-Roubaix-ndr-) domani sarà al servizio di Primoz e Jonas per aiutarli a finire nella migliore posizione possibile. Anche se è in giallo non dobbiamo deviare dal nostro obiettivo: la maglia verde per lui e la gialla a Parigi“.
Le previsioni meteo per domani nella zona della tappa sono ottime, con sole e niente pioggia, quindi sicuramente una tappa che non sarà infernale come quella del Tour 2014 ad esempio, nella quale vennero messi fuori dai giochi Chris Froome e Alberto Contador e proiettarono Vincenzo Nibali alla vittoria, ma che potrebbe riservare insidie per alcuni uomini di classifica. Come spiegato bene da Adrien Petit (Intermarché-Wanty Gobert), 5° all’ultima Paris-Roubaix, a cui è stato recentemente dedicato un settore in pavé (il primo che verrà affrontato domani):
“in caso di foratura o di altri guasti si finisce nei guai e si sarà sempre nella necessità di rientrare. Quindi bisognerà riuscire a passare indenni. attraverso i settori. Ma le insidie ci sono, ci sono settori in pavé molto lunghi, ma anche i primi non sono semplici. Ci sono delle curve, degli ingressi che saranno caotici, sarà difficile. E’ sicuro che sarà un bel casino (in italiano nell’intervista -ndr-) questa 5^ tappa“.
Particolarmente temuto da tutti è il secondo settore, Eswars à Paillencourt, rettilineo di 1600mt di pavé in discesa.
Per soli 600gr in più.
Se sai guidare la bici non fori per colpa del pavè. Il problema sono i vetri per strada.