Dopo due casi di doping in meno di un anno la storica squadra colombiana Manzana Postobon è stata sospesa dall’UCI per 45 giorni. La cosa notevole è che La Manzana Postobon, dopo i casi di doping, si è sciolta, cessando ogni operazione.
L’UCI pertanto ha dichiarato: “considerando che la squadra ha recentemente annunciato la propria intenzione di cessare tutte le sue attività, la commissione disciplinare ha deciso che questa sospensione comincerà a contare dalla prima data alla quale la squadra si iscriverà per una corsa internazionale, nel caso lo facesse“.
La sanzione quindi sarà puramente simbolica, a meno che la squadra continental pro non si riformi (anche con altro nome) e riprenda le attività.
I casi di doping in seno alla Manzana Postobon riguardano Juan José Amador (steroidi anabolizzanti) e Wilmar Paredes (EPO). Il team manager della squadra, Luis Fernando Saldarriaga, aveva definito queste due positività come “derive personali”, incolpando gli entourages dei corridori. Giustificazioni che evidentemente non deve aver convinto gli sponsor.
Ad ogni modo questa è la prima sospensione di una squadra che non esiste più. Altro caso inusitato è quello di un altro colombiano, Jarlinson Pantano, il quale dopo la sospensione per EPO, ha deciso di appendere la bici al chiodo e ritirarsi dalle corse.
L’ex corridore della Trek-Segafredo ha dichiarato di non “voler perdere tempo a combattere contro l’UCI”, e pertanto ha deciso per il ritiro. Pantano si è sempre chiamato innocente, adombrando “cose poco chiare”, come ad esempio il fatto di essere stato controllato positivo il 26 Febbraio, ma di essere stato sottoposto a controlli anche il 10 ed il 21 Marzo successivi senza risultare positivo.
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