La nuova bici della nazionale britannica pista

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Fa sensazione la nuova bici da pista della nazionale britannica, sviluppata tramite una collaborazione tra Hope Technology, Lotus Engineering e Renishaw Engineering, un “dream team” ingegneristico come lo ha definito Tony Purnell, a capo dello sviluppo tecnologico della federazione britannica.

Particolarità principali di questa bici sono i pendenti alti del carro posteriore ed il manubrio, i quali sono stati testati estensivamente nel tunnel del vento di Southampton e quindi su pista al velodromo federale di Manchester. Ora arriverà il battesimo del fuoco questo fine settimana alla Minsk Arena per la Track Cycling World Cup, e quindi il weekend successivo al Sir Chris Hoy Velodrome di Glasgow.

Le regole riguardo l’equipaggiamento sono state cambiate recentemente per la pista, e per poter utilizzare una bici alle olimpiadi questa deve essere stata usata prima in coppa del mondo, ecco quindi spiegato questo “lancio” mesi prima dei giochi olimpici. Una volta svelate le bici queste non possono essere più cambiate, in modo che i concorrenti non possono replicarne le caratteristiche.

È di buon auspicio questa collaborazione tra British Cycling e Lotus in particolare, visto che il precedente fu la Lotus Type 108, con cui Chris Boardman vinse l’oro in inseguimento individuale ai giochi olimpici di Barcellona 27 anni fa.

 

 

Commenti

  1. Maurolic:

    Io ci leggo che per ottenere dei veri vantaggi aerodinamici, si deve spingere all'estremo la forma della bici e lavorare così sui flussi.
    Questo d'altra parte, spiegherebbe che le modifiche che ci sono tra una bici da corsa ed un'altra sono praticamente fuffa.
    Ti spingi all'estremo di quello che è consentito dal regolamento, che allo stesso tempo è quello che impedisce che una bici assomigli ad un siluro...o che chi ha più soldi da spenderei in ricerca abbia più vantaggi.
    Relativamente a quanto permesso quindi non si tratta di "fuffa". Forse è fuffa rispetto certe aspettative...
  2. esatto, la bici già di per se è responsabile forse di 1/10 della resistenza dell'aria, il resto è "colpa" del ciclista! quelle forcelle alari così disposte penso proprio siano studiate per migliorare la resistenza aerodinamica delle gambe del ciclista!
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