Archiviate anche la regina delle classiche con la vittoria di Philippe Gilbert (Deceuninck-QuickStep) che regala una 700^ vittoria di assoluto prestigio alla sua squadra.
La Deceuninck è la sola squadra in un secolo ad essere arrivata per 8 volte consecutive sul podio.
Non solo Gilbert 1° e Yves Lampaert 3°, ma anche Senechal 6° e Stybar 8°. Quattro uomini nei primi dieci.
Con questa vittoria la Deceuninck arriva a quota 23 in stagione.
A Gilbert manca la vittoria nella Milano-Sanremo per avere una vittoria in ogni classica monumento. Exploit che finora è riuscito solo a 3 corridori, tutti belgi: Eddie Merckx, Roger De Vlaeminck e Rik van Looy. Il Belgio è anche il solo paese ad aver vinto tutte le classiche monumento lo stesso anno, cosa successa nel 1969, 1972 e 1976. Nel 1976 vinsero le 5 classiche con 5 corridori diversi (nel ’69 e ’72 Merckx ne vinse 3 su 5).
Gilbert è il 9° uomo della storia a detenere 4 monumenti.
Grande exploit per Nils Politt, 25enne di Hürth, vicino a Colonia. Paese di residenza di André Greipel e della famiglia Schumacher (il pilota).
Alla sua prima Roubaix nel 2015, Politt, cadde 5 volte. Alla fine non terminò la corsa, ma a suo dire, già allora si era innamorato della Roubaix, che “sa di poter vincere”.
Politt, 192cm, nasce come cronoman, con il titolo nazionale juniores nel 2014, e poi 3° nel 2016 e 2017. Quest’anno ha in cascina un 2° posto alla crono della Paris-Nice. La trasformazione in uomo da classiche è avvenuta nel 2016, grazie ad Alexander Kristoff, allora in Katusha, che lo volle come gregario. Trasformazione che si può dire sia avvenuta con successo, con quest’anno i piazzamenti: 6° all’E3, 5° al Fiandre ee 2° alla Paris-Roubaix.
Curiosità: nel 2018, Politt e Gilbert erano assieme in fuga, e dopo la foresta di Arenberg tentarono di chiudere la fuga del giorno. Politt riuscì a smarcarsi da Gilbert arrivando 7° (Gilbert 15°).
Edizione storica quest’anno: con il primo corridore di colore a terminare la Roubaix: Joseph Areruya (Delko-Marseille).
Il ruandese è terminato 109° a 40′ da Gilbert, fuori tempo massimo. In ogni caso è il primo africano a terminare la Paris-Roubaix. Il suo primo commento all’arrivo: “non sento più le mani”.
Compagno di squadra di Areruya, il lituano Evaldas Siskevicius, l’anno scorso terminò ultimo in classifica. Si è rifatto ampiamente quest’anno, con il 9° posto.
In questa edizione i due ultimi in classifica sono invece italiani: Edoardo Affini (Mitchelton-Scott) 99° e, maglia nera, Filippo Fortin (Cofidis) 100°, arrivato a 27’17” da Gilbert.
Primo degli italiani Davide Ballerini (Astana): 31°.