La notizia è rimbalzata in rete ieri come una meteora, facendo sprecare le battute su Froome che vince una Vuelta col femore rotto: Juan José Cobo Acebo, vincitore della Vuelta 2011 davanti Chris Froome (per 13″) e Bradley Wiggins (1’30”) nel biennio 2009-2011 si è dopato, e pertanto l’UCI lo squalifica per le stagioni incriminate togliendogli tutti i risultati conseguiti.
Fin qui la notizia, ma poi sono giunti i giusti interrogativi: perché dopo 8 anni? Il titolo della Vuelta 2011 andrà veramente a Froome? Cobo ricorrerà al tribunale sportivo arbitrale (TAS) a Losanna?
A chiarire questi interrogativi è la stampa sportiva spagnola, che ha precisato che la lettera con cui l’UCI ha comunicato a Cobo della riscontrata positività tramite passaporto biologico data 2014. La positività infatti non è stata riscontrata tramite un controllo analitico singolo (sangue, urine), ma attraverso l’andamento anomalo di un gruppo di valori nel tempo, che è quello che fa il passaporto biologico. Un algoritmo segnala le anomalie su un periodo di tempo, confrontandolo con i periodi precedenti e successivi, quindi già questo prende tempo. Poi una commissione specifica valuta queste anomalie sulla base delle prescrizioni mediche presentate, infortuni, etc.. per verificare che le anomalie non siano giustificabili da fattori esterni. Anche questo prende tempo. A quanto pare, nello specifico, 3 anni.
Nel 2015 l’UCI pare abbia “proposto” una prima sanzione, e poi nel 2017 una seconda (quella definitiva) . Questo nell’economia di una sorta di “contrattazione” con compensazioni economiche tra il corridore ed il tribunale antidoping dell’UCI.
Questo viene confermato anche nel comunicato stampa rilasciato dall’UCI, dove si menziona proprio il tribunale anti-doping, segno che “dietro le quinte” si è svolto tutto un procedimento. Ovvero, ironia della sorte, un procedimento come quello che ha subito Chris Froome per il caso del salbutamol alla Vuelta, ma senza “leaks” nel caso di Cobo.
Pertanto, di fatto, la positività e la sanzione, sono in realtà del 2014, non di ieri.
Prima di assegnare il titolo della Vuelta 2011, l’UCI attende i termini per l’eventuale ricorso di Cobo al TAS. Le probabilità che Cobo faccia ricorso tuttavia sembrano basse. Lo spagnolo ha 38 anni, si è ritirato nel 2014 dopo aver militato nella squadra Continental turca Torku Sekerspor. Il fatto che si sia ritirato nel 2014 e la precedente squadra, la Movistar, se ne sia liberata senza tanti complimenti, ora assume nuova luce dopo queste rivelazioni.
Cobo ora lavora come istruttore di surf nel paese di San Vicente de la Barquera, e part-time consegna latte a domicilio. Partecipa con risultati medi a corse di Trail in montagna. Insomma, non pare avere il profilo per lanciarsi in costose lotte legali con l’UCI, oltretutto solo nella speranza di mantenere il proprio nome nell’albo d’oro della Vuelta, non di guadagnare altro.
Se Cobo non farà ricorso al TAS l’UCI potrebbe assegnare d’ufficio la Vuelta 2011 a Chris Froome, con 2° Bradley Wiggins e 3° Bauke Mollema.
Froome toglierebbe cosi la soddisfazione a Wiggins di essere il primo vincitore britannico di un grande giro. Oltre a portarsi a 7 grandi giri vinti (4 Tour, 2 Vuelta ed 1 Giro) eguagliando Alberto Contador, Miguel Indurain e Fausto Coppi per numero di grandi giri vinti in totale (meglio di loro solo Hinault, Anquetil e Merckx).
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