Archiviata anche la stagione di corse 2018, ricordiamone alcuni momenti e dati interessanti.
73 le vittorie stagionali della QuickStep. Tante vittorie quante quelle di Movistar, Bahrain-Merida, AG2R La Mondiale e Katusha-Alpecin assieme. Con le quali la squadra belga migliora il proprio precedente record del 2014, di 64 vittorie. Lontana dal record assoluto di 84 vittorie stagionali nel 2009 della HTC (imbottita di sprinter), ma è impressionante la continuità: la QuickStep è la squadra col maggior numero di vittorie da 7 stagioni consecutive. Dal 2003, anno della sua nascita come QuickStep Davitamon, conta oltre 600 vittorie, inclusi 15 Monumenti, 4 titoli mondiali, 6 titoli mondiali a cronometro individuali, 3 titoli mondiali cronometro a squadre, 2 coppe del mondo ed un titolo olimpico.
106 le vittorie del brand Specialized, record stagionale. Gran parte di queste sono ovviamente state garantite dalla QuickStep. Le altre dalla Bora-Hansgrohe (la maggior parte, 9, grazie a Pascal Ackermann). Al secondo posto, tra le aziende di bici, Pinarello, grazie alle 43 vittorie del Team Sky. 1 in più della Scott (Mitchelton).
97 i giorni di gara di Eugert Zhupa (Willier-Triestina Sella-Italia). Il corridore albanese, stacanovista del gruppo, stacca di 5 lunghezze Gorka Izaguirre (Bahrain-Merida) e di 6 Johan Van Zyl (Dimension Data).
90 giorni di gara senza ritiri per Ion Izaguirre (Bahrain-Merida), il fratello di Gorka è il recordman per i giorni di gara in cui è sempre arrivato al traguardo. Assieme a Alessandro De Marchi (BMC). 86 giorni per Bauke Mollema (Trek-Segafredo).
Al lato opposto della classifica c’è Tom Devriendt (Wanty-Gobert) che non ha terminato 22 gare. Una in più di Jérémy Lecroq (Vital Concept).
A livello di squadre, il record di giorni di gare corse va alla Trek-Segafredo con 302. 296 per la Dimension Data e 291 per la QuickStep. La Trek-Segafredo ha corso in 32 nazioni diverse. Meglio della Israel Cycling Academy, con 30.
La Israel Cycling Academy però è prima come squadra per il numero di gare in cui ha preso il via: 118. La Wanty Gobert 106, e la Trek-Segafredo 105.
La Trek-Segafredo è la squadra che ha percorso il maggior numero di chilometri in corsa: 46862km. La Dimension Data 46775km. La QuickStep 45808km.
Team Sky, QuickStep e Astana le squadre col maggior numero di vincitori diversi: 14 ognuna.
Italia, Belgio e Francia restano le nazioni più rappresentate in gruppo, con rispettivamente 60, 52 e 50 corridori.
Tra i 26 ed i 29 anni l’età in cui sono distribuiti la maggior parte dei punti UCI guadagnati.
Ed infine, oltre ai crudi numeri, tre momenti che hanno definito la stagione 2018 per spettacolarità e che possono essere tre esempi di quintessenza del ciclismo:
L’attacco di Vicenzo Nibali sul Poggio e la vittoria alla Milano-Sanremo. Un’azione come non se ne vedevano da anni alla classica di primavera, con interprete un grande fuoriclasse.
La fuga di Chris Froome sul Colle delle Finestre al Giro d’Italia. Altra azione da tempi eroici, ma con tutto l’ausilio della tecnologia e conoscenza odierne, con tutto calcolato in Watt e KJoule per avere un ruolino di marcia preciso al chilometro su andature e rifornimenti. Un’azione con cui il “robotico” Froome ha conquistato il cuore di molti italiani, seppur con una delle azioni più “studiate”.
La fuga vincente di Jelle Wallays alla Vuelta. Può una tappa da velocisti trasformarsi in qualcosa di avvincente? Si, se 3 corridori vanno in fuga ed uno resiste al rinvenire del gruppo per pochi metri vincendola. Ed è quello che ha fatto Jelle Wallays alla 18^tappa della Vuelta. Anche questa un’azione studiata, in particolare nella scelta dei rapporti (54-11) sapendo che nei chilometri finali avrebbe avuto vento favorevole. E poi tanta grinta e la voglia di non mollare mai, pur con la muta degli sprinter che arriva a velocità doppia a pochi metri.
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