BRIANCON, FRANCE - JULY 20: Romain Bardet of France riding for AG2R La Mondiale and Rigoberto Uran of Colombia riding for Cannondale Drapac cross the finish line after stage 18 of the 2017 Le Tour de France, a 179.5km stage from Briançon to Izoard on July 20, 2017 in Briancon, France. (Photo by Chris Graythen/Getty Images)
“La competizione come la voglia praticare necessita di freschezza in ogni campo. Dopo alcune riflessioni personali e scambi con la mia squadra è evidente che ho bisogno di rigenerarmi fisicamente e mentalmente per tornare più forte la prossima stagione“.
Con questa dichiarazione, Romain Bardet (AG2R La Mondiale), ha concluso anzitempo la propria stagione 2019. Una stagione di delusioni: nessun vittoria in 55 giorni di gara, e soprattutto un fallimento al Tour de France, l’obiettivo stagionale, con la maglia a pois, sola magra consolazione.
Ultimamente non pochi corridori stanno pagando dazio dal punto di vista fisico e mentale. I ritmi delle gare sono sempre forsennati, i percorsi dei grandi giri si fanno più brevi, ma sempre con più dislivello e corsi sempre a tutta, senza inizi di tappa “soft” come un tempo, nemmeno quelle piatte da velocisti, che, sponsor oblige, vedono fughe su fughe da andare a recuperare. La stagione si apre a Gennaio con l’Australia e si chiude a fine Ottobre con la Cina. A novembre già in sella per Training Camp e Team Building.
Senza contare che oggi il ciclismo ha portato il concetto di “fare la vita” (locuzione con cui si intende il fare il professionista full-time) a livelli estremi, con una cura dei dettagli maniacale, a partire dal cibo, al tipo di allenamenti, senza contare impegni di sponsor e trasferimenti, che tra Training camp e calendario sempre più globale impone 200gg di viaggio l’anno almeno. Sul fronte cibo le problematiche le ha sollevate recentemente Jani Brajkovič (Bahrain-Merida), recentemente sospeso per doping, dichiarando come i disturbi alimentari (bulimia su tutti), di cui lui stesso è affetto ed è stata causa della positività, siano molto diffusi in gruppo.
Bardet ha deciso di non toccare la bici per un mese e mezzo. La scelta migliore secondo Vincent Lavenu, tema manager della AG2R: “Non ha mai fatto pause dal suo debutto come pro nel 2012. Ora ne ha bisogno. È una usura fisica e mentale che va avanti per mesi e mesi. Lavora molto e… continua, continua, continua…aggiungendo dettagli su dettagli nella ricerca permanente dei piccoli guadagni. Cosa può fare di più a 28 anni?“.
L’anno scorso anche Thibaut Pinot ha avuto un crollo al Giro, più mentale che altro. Barguil ha dichiarato che ad inizio stagione voleva smettere con la bici. Kittel è passato direttamente ai fatti.
Bardet aggiunge: “non auguro a nessuno di farsi male, ma quando non si hanno conseguenze irreversibili i corridori che tornano dopo lunghi mesi di stop ritrovano una freschezza ed una voglia nuova, penso ad esempio a Alejandro Valverde dopo la sua frattura alla rotula al Tour 2017. È una sorta di “reset” fisico, dove ci si trova meglio dopo. In una carriera bisogna accettare di uscire dagli schemi stabiliti. Mi sembra giusto perché fare una ragione da Gennaio a Ottobre è usurante“.
Il ciclismo è uno sport totalizzante che può diventare logorante non solo per il fisico, ma soprattuto per la testa. Lo sanno bene molti “amatori-professionisti”. Cominciano ad imparare bene anche i professionisti veri, portando tutto al limite.
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