Il cannibale Merckx. il più grande di tutti i tempi, sicuramente il più vincente. Chi corse nella sua epoca, per quanto forte (e ce n’erano molti), raccolse molto meno di quello che avrebbe potuto se non ci fosse stato in corsa “l’orco di Tervuren”.
Un campione dimenticato che avrebbe potuto contrastarlo, per classe cristallina e capacità fisiche, fu Jean-Pierre Monseré, detto “Jempi“. Nato nel 1948, 3 anni dopo Merckx, a Roulers, nelle fiandre occidentali, Jempi fu una forza della natura da dilettante, vincendo oltre 100 corse.
Nel 1969 al primo anno da professionista, nella corazzata belga Flandria – De Clerck – Krüger, dove correva un certo Roger De Vlaeminck, vinse il Giro di Lombardia. In realtà quel Lombardia fu vinto da Gerben Karstens, ma questi fu beccato al controllo antidoping con una peretta contenente l’urina del suo allenatore, perché la sua conteneva anabolizzanti, quindi fu squalificato ed il titolo assegnato a Jempi.
L’anno seguente, tanto per far capire le potenzialità a 22 anni, vinse il campionato del mondo a Leicester su un percorso vallonato e spazzato da vento forte. Dietro di lui a 2” Leif Mortensen e Felice Gimondi.
Nello stesso anno era arrivato 3° ai campionati nazionali dietro Merckx e Van Springel (mica due a caso), 6° al Fiandre, 10° alla Roubaix e 8° alla Freccia Vallone.
Insomma, sembra l’anti-Merckx, o comunque uno capace di percorrerne le orme. Ma il 15 marzo 1971 durante una gara che non aveva troppa voglia di fare, il Grote Jaarmarktprijs, tra Lille e Gierle, una donna fermata in una colonna d’auto per permettere il passaggio dei corridori, si stufa, esce dalla colonna e si infila nella strada chiusa. Jempi è in testa a tirare in una fuga. L’urto è inevitabile. Jempi Monseré, in maglia iridata, muore sul colpo. A 22 anni.
È il 16 luglio 1976. Si sta correndo il Tour de France. L’8^ tappa tra Pulle e Puy-de-Dôme. Vince l’olandese Joop Zoetemelk. In maglia gialla c’è Lucien Van Impe, che vincerà la classifica generale. In quel Tour vinse 8 tappe Freddy Maertens (142 vittorie da professionista, all’epoca l’anti-Merckx), che regalò la propria maglia ed un bici da corsa al figlio di Monseré, Giovanni, per la sua prima comunione.
Quel 16 luglio Giovanni Monseré è uscito con la maglia di Freddy Maertens e con la bici che questi gli ha regalato per fare un giro in bici, come migliaia di altri bambini di 7 anni. Vuole diventare campione del mondo, come suo padre.
All’improvviso un’auto. Giovanni Monseré muore sul colpo. Come suo padre.
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