Una delle vittorie più amare quella della Vuelta 2013.
Chris Horner, il 42enne che ha battuto ogni record di longevità, dopo aver conquistato la vittoria al Gran Tour spagnolo invece di potersi godere il successo è stato subissato di critiche, sospetti, dubbi o vere e proprie accuse.
Non è bastato pubblicare i dati del misuratore di potenza di ben due tappe (nessun vincitore di grandi giri lo ha mai fatto), né pubblicare sul proprio sito i propri passaporti biologici dal 2008 al 2012 (cosa senza precedenti).
Al momento resta pure senza contratto per la prossima stagione, anche se il suo agente Michael Rutherford ha dichiarato che stanno trattando con una squadra World Tour non meglio precisata.
Alla fine è twitter il mezzo scelto da Horner per sfogare la propria amarezza, con una serie di twit in cui fa l’elenco dei propri sacrifici fatti (I did that!) in carriera.
Eccoli:
“A quindici anni mi alzavo alle 4h30 del mattino per allenarmi prima di andare a scuola nella speranza di vincere un giorno un grande giro
Sono andato al lavoro in bici per allenarmi al buio a fine giornata
Ho fatto l’autostop per attraversare il paese e correre per mesi senza soldi
Ho dormito nelle auto e sulle panchine nei parchi
Ho comprato le mie stesse licenze perché le squadre pro non volevano darmi una chance ed ho corso da indipendente
Ho corso anni senza salario sperando di vincere abbastanza corse per pagarmi l’affitto
Ho vinto tutte le corse possibili in USA, ma ho rinunciato a grossi assegni per andare in Europa col salario minimo
Ho vissuto in Europa in un piccolo appartamento, senza auto, senza computer, senza telefono, senza tv. Solamente un walkman per compagnia.
Ho fatto un passo indietro sperando di andare in avanti
Ho vinto ancora, ma mi è stato detto che ero troppo vecchio per tornare in Europa, ma ho continuato a lottare.
Ho venduto tutto per darmi una seconda chance in un Gran Tour, ho fatto il volo con 140 dollari in tasca
Ho cominciato a salire la scala di anno in anno senza mai avere in cambio il rispetto e la fiducia
Mi sono svegliato alle 6 per portare a scuola i miei 3 figli prima di andare ad allenarmi per i Grandi Giri
Ho trovato quella fiducia, mi hanno dato la leadership ed ho ricambiato
Ho continuato a salire la scala con maggiore fiducia e grossi sponsors
L’intera stagione andata male, ma ho continuato a lavorare dure per fare quei Grandi Giri
Il lavoro ha pagato, la forma è tornata, ma qualcuno ha perso la fiducia
Una vita di duro lavoro, la maglia/tappa arriva e sparisce nella notte
La maglia ritorna questa volta per la vita, le storie da raccontare prima e durante sono epiche”
Alla fine conclude:
Si, ne è valsa la pena e si, il sogno continua…con o senza quella fiducia
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