David Lappartient, presidente UCI, continua la propria crociata, e stavolta rilancia su un argomento spesso oggetto di controversie, ovvero le note “radioline” utilizzate in corsa. Il motivo è quello che questi ausili renderebbero le corse sterili e prevedibili, a discapito dello “spettacolo”, mentre per i corridori l’argomento a favore è la sicurezza, in particolare oggi che rotonde ed arredi urbani si sono moltiplicati a dismisura. A sorpresa però Lappartient vuole la proibizione delle radio in corsa dai prossimi mondiali austriaci nel 2018 per evitare frodi e combines: “Non voglio che una volta che saremo usciti dal fondo della valle del doping ed avremo vinto la battaglia contro il doping tecnologico il ciclismo venga minato dalla corruzione e gli scandali delle scommesse clandestine“, ha spiegato ad un quotidiano francese.
La sopresa viene dal fatto che oltre a dare particolare risalto al doping tecnologico punta il dito su un aspetto di cui fino ad ora pochissimo avevano dato importanza, ma che getta un’ulteriore ombra sul ciclismo professionistico.
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