(Photo by Michael Steele/Getty Images)

Le pagelle delle squadre WT 2019

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Qualche considerazione sulla stagione appena terminata squadra per squadra:

(Photo by Michael Steele/Getty Images)

AG2R-La Mondale: 3

14 vittorie stagionali, ma praticamente tutte in Francia in corse minori. La vittoria più prestigiosa è quella di tappa al Giro d’Italia di Nans Peters e quella al BinkBanck Tour di Oliver Naesen. Il corridore con più vittorie Benoît Cosnefroy (5). Evidentemente chi è mancato è Romain Bardet, anonimo nelle classiche ed inefficace al Tour (15°), dove ha conquistato la maglia a pois come consolazione. Molto, troppo, poco.

Astana: 8 1/2

Grande stagione per la squadra kazaka, la quale ha dominato la prima parte della stagione (Oman, Rwanda, Provence, Colombia 2.1, Catalunya, Paesi Baschi) per finire forte con Lutsenko (Coppa Sabatini, Memorial Pantani). Inoltre 3 tappe al Giro (Bilbao e Cataldo). Ma la parte del leone l’ha fatta Jakob Fuglsang con la vittoria alla Liegi, al Dauphiné ed una tappa alla Vuelta. 37 vittorie in totale per una stagione di successo.

Bahrain-Merida: 5

È mancato il fattore Nibali, che per la prima volta dal 2017 non regala alla squadra bareinita una classica monumento. Concede un 2° posto al Giro d’Italia oltre ad una tappa al Tour. L’altra gliela regala Teuns. 17 vittorie stagionali ben distribuite tra gli altri corridori, ma nel complesso su gare minori. Grande assente come risultati Rohan Dennis, che invece ha regalato un po’ di melodramma non richiesto, ed un oro al mondiale, che senza equipaggiamento della squadra sa pure un po’ di beffa.

Bora-Hansgrohe: 8 1/2

La squadra tedesca senza grandi colpi di scena si è ritagliata un posto tra le grandi, evolvendo da “squadra di Sagan” ad avere un’identità propria: 47 vittorie con Pascal Ackermann (13 vittorie, di cui due tappe al Giro) e Sam Bennett (13 vittorie di cui 2 alla Vuelta) capocannonieri. A seguire Maximilian Schachmann che è diventato una garanzia nelle corse di un giorno o a tappe brevi e Emmanuel Buchmann che è entrato tra i top rider per i grandi giri. Sagan contribuisce con 4 vittorie e la solita maglia verde.

CCC: 2

La squadra polacca sorta dalle ceneri della BMC ha fatto una stagione al limite del disastroso: 6 vittorie in corse di seconda fascia, di cui 2 di Patrick Bevin e 3 di Greg Van Avermaet che pare essersi perso non si sa dove. Solo la Katusha ha fatto peggio.

Deceuninck-Quick Step: 10

La dominatrice del WorldTour da un decennio quest’anno fa filotto reale con 70 vittorie, di cui le vette sono Milano-Sanremo, Strade Bianche, Freccia Vallone e 2 tappe al Tour per cortesia di Alaphilippe diventato superstar mondiale; e poi Philippe Gilbert alla Paris-Roubaix, Zdeněk Štybar alla Omloop Het Nieuwsblad e E3 Harelbeke, oltre al giovane prodigio Remco Evenepoel a San Sebastian e campione europeo a crono. Ma tutto il resto della squadra contribuisce alla grande, basti pensare alle 5 tappe alla Vuelta con Cavagna e Jakobsen (e sempre Gilbert). Una macchina da vittorie.

Dimension-Data: 1

Cavendish non pervenuto lascia la squadra a remare nella tempesta. Alla fine il vecchio Boasson Hagen e Nizzolo racimolano 7 vittorie (Burgos, Norvegia, Slovenia, Oman, comunità valenciana e Dauphiné). Gebreighzabier ci carica anche la maglia da campione eritreo per ricordare che anche la DD è squadra WT. Il prossimo anno cambierà nome (NTT) e speriamo sia di buon auspicio.

EF Education First: 6

La squadra americana piazza la briscola con Bettiol al Fiandre e poi si fa vedere a sprazzi con ottimi risultati tipo Sergio Higuita alla Vuelta e Michael Woods alla Milano-Torino. 17 vittorie totali per una squadra che cerca di inventarsi un po’ di tutto per rimanere sotto i riflettori, compreso avere un corridore (Lachlan Morton) praticamente impegnato full-time nelle gare di gravel-endurance.

Groupama-FdJ: 5

24 vittorie stagionali sono un buon bottino, ma come sempre per le squadre francesi si tratta di vittorie in corse minori nell’esagono, per cui Pinot (5), Démare (5), Küng (4) e Sarreau (5) sono anche abbastanza sprecati. Il boccone amaro è proprio Pinot, che dopo la vittoria al Tour e segni di potersela giocare, si ritira e chiude la stagione.

Ineos: 8

La corazzata per i grandi giri resta sotto le 30 vittorie stagionali per la prima volta dal 2014. Chiaro, fa 1° e 2° al Tour, spara il razzo Bernal tra le stelle mondiali (vince anche Paris-Nice e Giro di Svizzera) e intanto coltiva con pazienza l’altra stella futura: Pavel Sivakov, che senza gli scintillii di Bernal intanto si è portato a casa Tour of the Alps e Giro di Polonia. Il tutto con capitan Froome in ospedale, Moscon ingrassato e spaesato e Kwiatkowski a farfalle.

Jumbo-Visma: 9 1/2

Ormai è la consolidata anti-Ineos, e dalla prossima stagione potrebbe prenderne lo scettro. 51 vittorie tra cui la Vuelta ed il Romandia con Roglic (che si porta a casa anche un tot di altre corse minori ed il 3° posto al Giro). il 3° posto di Kruijswijk al Tour, le 15 vittorie di Groenewegen, e poi ancora Van Aert e Van Emden a crono (auguri a Wout di riprendersi dall’infortunio), ma anche Teunissen (tappa al Tour) e Kupp (tappa alla Vuelta). L’arrivo di Dumoulin può proiettare la squadra olandese ai vertici assoluti.

Katusha-Alpecin: 2

5 vittorie di cui due titoli nazionali a cronometro (Dowsett e Gonçalves) ed una tappa al Giro con Zakarin. Il ritiro di Kittel la ciliegina sulla torta. Dal prossimo anno la fusione con la Israel Cycling Academy per chiudere definitivamente il libro.

Lotto-Soudal: 7

23 vittorie di cui 10 con Caleb Ewan, che è stato l’acquisto dell’anno: mal utilizzato dalla Mitchelton-Scott è esploso tra i belgi, con ben 3 tappe al Tour e 2 al Giro. Il resto ce lo mettono i gemelli del gol Tim Wellens e Thomas De Gendt. È mancato Tjiesi Benoot, che ha avuto una stagione deludente.

Mitchelton-Scott: 7 1/2

35 vittorie per gli australiani, con una vittoria al Giro con Chaves, e 4 al Tour con uno degli Yates, Trentin e Impey. I gemelli Yates vanno però ancora corti nel concedere quello che sembrano promettere, ovvero vittorie nei grandi giri.

 

Movistar: 7

La peggior migliore squadra del WT. Carapaz regala un inaspettato trionfo al Giro d’Italia. Valverde conta 5 vittorie tra cui una tappa alla Vuelta (2°) e 2° al Lombardia a dispetto del tempo che passa. Quintana anche lui regala una tappa alla Vuelta oltre una al Tour, nonostante corresse contro la squadra o la squadra contro di lui. Landa da il suo solito contributo. 21 vittorie, ma potrebbero essere il doppio se corressero con una logica.

Sunweb: 4

Fuori Dumolin per infortunio tutta la stagione e questa si è rivelata un disastro. Il resto della squadra mette assieme 9 vittorie tra cui una tappa al Giro per Chad Haga ed una alla Vuelta con Niklas Arndt. Michael Matthews mette in saccoccia 3 vittorie (Catalunya e Quebec), ma sono pochetto per uno con le sue qualità. Cees Bol 2 vittorie di cui una ottima di tappa al California. L’uscita di Dumoulin per la prossima stagione rannuvola il cielo sopra questa squadra, che sembra puntare tutto sui giovani talenti Cees Bol, Marc Hirschi e Jai Hindley.

Trek-Segafredo: 6

11 vittorie tra cui quella importante come vetrina e morale di Giulio Ciccone al Giro, ma la verità è che il salvatore della patria si chiama Bauke Mollema con il coniglio dal cilindro al Lombardia. E per l’immagine anche il mondiale di Mads Pedersen. Porte, Degenkolb e Stuyvens sono praticamente non pervenuti. L’arrivo di Nibali potrebbe far fare il salto di mentalità di cui hanno bisogno.

UAE-Emirates: 7

29 vittorie per la squadra degli emirati, ma nessuno avrebbe immaginato che la loro stagione sarebbe stata in positivo non grazie alle evanescenti punte Aru e Martin, ma al prodigio sloveno Tadej Pogačar, che conquista Volta Algarve, Giro di California, il titolo nazionale a crono e ben 3 tappe alla Vuelta dove fa suo anche il gradino più basso del podio. 6 vittorie le mette Fernando Gaviria (di cui una tappa al Giro) e 6 Alexander Kristoff, anche se non di grande livello. Diego Ulissi contribuisce con il giro della Slovenia ed il Gp di Lugano. Solidi.

 

 

 

Commenti

  1. Tra le 6 vittorie di Kristoff una è di alto livello, la Gand Wevelgem, tra l'altro conquistata con grande sagacia tattica oltre che il solito notevole spunto veloce in corse lunghe e dure.

    Non è più il campione del 2014 ma sempre un cagnaccio solido nelle classiche, da non portare assolutamente a una volata ristretta.
  2. Comunque, non so voi, a mio parere il vero e unico dato impressionante nell' articolo (ndr. molto interessante ;-)) riguarda il numero di vittorie della QuickStep ... e sono su quei livelli da anni ormai ... PAUROSI!!!!!!
  3. si', credo sia quello ill fattore determinante per la longevita' dei risultati senza avere il budget di Ineos
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