La scusa ufficiale di Femke Driessche, prima accusata di frode tecnologica nel ciclismo è che la bici controllata, con installato il motore elettrico, non sia la sua, ma quella di un’amico che si era allenato con lei, il fratello ed il padre, e che poi l’ha lasciata nei pressi dei box della squadra. I meccanici l’avrebbero poi scambiata per una di quelle della Driessche, essendo identica, lavata e posta assieme alle altre.
In realtà pare che gli ispettori UCI fossero stati messi sulle tracce del motore elettrico da qualche accelerazione sospetta riportata da qualcuno che non ci vedeva giusto.