Raimondas Rumšas, 45 anni, lituano da molti anni ormai stabilitosi in Italia, potrebbe essere il protagonista di una tragedia greca, per cui da un errore iniziale si dipana una peripezia senza fine, o con una fine tragica. L’errore iniziale è in questo caso il doping. Per assunzione di EPO Rumsas, allora alla Lampre, fu squalificato un anno nel 2003, dopo essersi qualificato 6° al Giro d’Italia (poi revocato). Ma l’errore lo aveva già cominciato a pagare prima, nel 2002, quando sua moglie Edita fu fermata in auto dalla dogana francese che trovò nel bagagliaio EPO, Gh, steroidi, etc,…ben 37 sostanze diverse, oltre ad uno strumento per misurare la quantità di globuli rossi nel sangue. La difesa fu che erano per la suocera…ma questo le costò comunque la detenzione per vari mesi in un carcere francese. Raimondas terminò terzo quel Tour de France, dietro Armstrong e Beloki. Dopo la squalifica passò alla Acqua&Sapone senza più conquistare risultati di rilievo. Dopo un anno, nel 2005, il ritiro dal professionismo e l’inizio di una seconda carriera, quella granfodistica. A giugno 2005 l’arresto, nella sua casa di Lunata, in Toscana, per importazione di medicinali proibiti a seguito di un mandato internazionale della procura di Bonneville, già competente per l’affare della moglie. Venne condannato a 4 mesi di carcere con sospensione, idem la moglie. 12 mesi con sospensione per il suo medico, il polacco Krzysztof Ficek,
Tra il 2005 ed il 2007 milita nella Parkpre – Guru – Selle Italia e stravince le granfondo a cui partecipa. L’idea è quella di mantenersi in forma per poi rientrare nel professionismo, ma il professionismo gli chiude le porte e Rumsas si rassegna ad appendere la bici al chiodo. Fino al 2010, quando amici lo spingono a riprendere, e cosi fa, nel team GFDD Altopack Promotech, di Lucca. Seppur a 40 anni domina le GF a cui partecipa, principalmente in regione.
I due figli di Rumsas, Raimondas Junior e Linas, seguono le orme del padre, ed iniziano a correre nel GS Ubaldo Signori, poi nella Palazzago. Sino al maggio 2017, quando la tragedia colpisce ancora, con la morte di Linas, 21 anni, portacolori della Altopack-Eppela, squadra satellite della Trek-Segafredo, per un arresto cardiaco.
Un morte che a molti non torna. Parte un’indagine ed iniziano mesi di pedinamenti ed intercettazioni della squadra mobile di Lucca, sino al 4 settembre scorso, quando la polizia opera un vero e proprio blitz notturno, circondando la casa dei Rumsas per poi perquisirla. Stessa cosa per il ritiro della Altopack Eppela e le abitazioni dell’ex direttore sportivo Elso Frediani e dell’attuale dirigente Andrea Del Nista, oltre a Raimondas Rumsas, fratello più grande di Linas e omonimo del padre al quale gli investigatori hanno perquisito armadietto e la vettura. Secondo l’agenzia di stampa tedesca SID sarebbero stati trovati prodotti dopanti nell’abitazione di Rumsas ed in quella del direttore sportivo della Altopack.
Il risultato è l’iscrizione nel registro degli indagati di: Raimondas Rumsas (padre), Luca Franceschi, Narciso Franceschi, Maria Luisa Luciani, Elso Frediani. Andrea Del Nista, attuale dirigente, è persona informata sui fatti e la sua abitazione è stata perquisita ma non rientra tra gli indagati. L’ipotesi di reato è procacciamento e somministrazione di sostanze dopanti, un reato che integra la fattispecie della frode sportiva.
Ora si attenderà il processo, nel frattempo la procura è in attesa dell’esito degli esami tossicologici sui reperti biologici prelevati alla salma di Linas Rumsas. Ulteriore triste tassello di questa tragedia infinita.
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