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L’MPCC giudica irresponsabile la risposta della WADA

Il movimento per un ciclismo credibile (MPCC) ha pubblicato la propria posizione riguardo la risposta avuta dall’agenzia mondiale antidoping (WADA) sul tema dei corticosteroidi e del Tramadol, che l’MPCC vorrebbe inseriti nella lista delle sostanze dopanti. La lettera della WADA è arrivata in risposta a quella aperta nei suoi confronti dal MPCC, il 6 Ottobre scorso.

La lettera della WADA, firmata da Olivier Niggli, presidente, è in effetti abbastanza incomprensibile in alcuni suoi punti. In primis quello secondo cui i corticosteroidi “avrebbero un effetto piuttosto limitato sulla prestazione e che, nella maggior parte dei casi il loro utilizzo è nocivo per la prestazione stessa“.

Niggli non porta a sostegno di questa affermazione nessun dato. Posizione che è contradetta dalla gran parte degli endocrinologi e dal fatto che l’abuso di queste sostanze nel ciclismo non è certo “ricreativo”…

Altra motivazione addotta da Niggli è che la lista delle sostanze proibite è unica per tutti gli sport, e “l’abuso in altri sport dei corticosteroidi è piuttosto limitato, se non inesistente“,  e che pertanto va utilizzato secondo la legittimità ponderata dai medici delle società.

Olivier Niggli, presidente WADA Olivier Niggli, presidente WADA
Olivier Niggli, presidente WADA

Pressoché identica la motivazione del rifiuto di bandire il Tramadol: “La prescrizione è lasciata ai medici nel quadro della pratica medica, visto che può essere prescritto in modo legittimo in certi trattamenti terapeutici“. Tra l’altro la WADA considera, abbastanza giustamente, che il Tramadol è solo uno dei vari oppiodi sul mercato, come la codeina, e non è possibile bandire un’intera categoria di medicinali, che possono invece essere utilizzati legittimamente in alcuni casi.

La reazione del MPCC è piuttosto violenta, tanto che parla chiaramente di risposta irresponsabile da parte della WADA. Risposta che definiscono “politica”, incomprensibile, e che è da ritenersi un affronto (sic) verso gli sforzi ed i membri del MPCC.

L’MPCC fa appello quindi a David Lappertient, presidente UCI fresco di nomina, perché si imponga di non far correre i ciclisti con una cortisolemia bassa per almeno 8 giorni, e che dal 1° Gennaio 2019 vengano banditi tutti i corticosteroidi dalle competizioni.

A questo l’MPCC rilancia con la proposta di controllare sistematicamente le bici dei primi 3 classificati in ogni gara, più 2 corridori a sorteggio per rilevare la presenza di doping tecnologico a fine gara. Nelle corse a tappe anche la bici del leader della classifica generale.

Patrick Legeay, presidente MPCC

Lo scontro, senza dubbio con risvolti politici, pare solo all’inizio.

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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