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L’UCI adotta la riforma

Dopo due anni in cui Brian Cookson ha discusso (e spesso lottato e si è visto rigettare, come a Giugno scorso) con i vari “attori” del ciclismo professionistico, si è arrivati finalmente all’approvazione da parte del comitato direttore dell’UCI della riforma del ciclismo professionistico.

Punto chiave di questa riforma è la durata della concessione delle licenze WorldTour, stabilite ormai in un massimo di 18, e che avranno durata fissa di 3 anni (a partire dal 2017). La concessione delle licenze sarà basata su criteri “etici, finanziari, sportivi, organizzativi e amministrativi”. Fino ad ora i criteri di ammissione si basavano essenzialmente sul budget delle squadre.

Questo cambiamento è stato sempre fortemente osteggiato da ASO, Amaury Sport Organisation, il potentissimo organizzatore di Tour de France, Vuelta, ed altre classiche, che ha cercato di bocciare questa riforma in ogni modo, compresa la minaccia di ritirare dal calendario WT le proprie gare in caso di approvazione della riforma. Istanza condotta attraverso nientemeno che il vice presidente UCI, David Lappartient, francese. Tanto per dare un’idea che l’UCI non è questa entità monolitica che può sembrare a molti…

A riforma approvata non si hanno ancora notizie riguardo reazioni da parte di ASO.

Riforma che nelle intenzioni di Cookson è indirizzata in parte ad accontentare le richieste  dei Team Manager delle squadre (Oleg Tinkoff la voce più veemente), che vogliono affrancarsi dallo strapotere di alcuni organizzatori e poter pianificare su un periodo adeguato contratti e sponsorizzazioni, in particolare anche con i vari media (tv in primis) e con nuovi organizzatori. Infatti dal 2017 verranno introdotte nel calendario WT alcune nuove gare. Mentre nella situazione attuale le squadre WT sono obbligate alla partecipazione a tutti gli eventi in calendario senza possibilità di discutere contrattualmente con gli organizzatori.

L’altra novità importante della riforma è l’introduzione per le squadre del dover seguire il cosiddetto Cahier des Charges, il “quaderno dei compiti”, articolato in 10 punti, che già è stato implementato da alcune squadre quest’anno. Una su tutte l’Astana finita nell’occhio del ciclone per i noti fatti di doping.

Questo cambiamento, secondo Cookson, deve servire a contrastare il doping in particolare attraverso una “professionalizzazione” delle squadre, che sostanzialmente devono dotarsi di figure professionali e procedure riconosciute.

Infine vengono introdotte nella graduatoria UCI le classifiche per miglior scalatore, miglior sprinter e miglior corridore a tappe.

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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