In questa settimana di campionati mondiali in Australia si sta anche svolgendo l’annuale congresso del Management Committee dell’ UCI. Questa è stata l’occasione per approvare innanzitutto il calendario delle gare 2023 delle varie discipline UCI, tra cui, importante, l’ufficializzazione della sede dei campionati del mondo in Alta Savoia, in Francia, per il 2027.
Ma vi sono state presentate varie altre iniziative, da quelle “green” sul progetto di riduzione delle emissioni degli eventi sportivi, sino alla modifica dei regolamenti per poter permettere la partecipazione agli eventi internazionali di alto livello degli atleti rifugiati, in particolare a coppa del mondo e mondiali delle varie discipline UCI. L’istituzione dello status di atleta rifugiato renderà possibile agli atleti che avranno ottenuto questo statuto di partecipare ad eventi importanti senza essere affiliati per forza, come richiedono ora i regolamenti, alla federazione nazionale del loro paese di origine.
A margine di queste iniziative è interessante evidenziare la risposta data dal presidente dell’UCI, David Lappartient, al presidente della federazione lussemburghese, Camille Dahm, annunciando che il Comitato Direttivo UCI e il Consiglio del Ciclismo Professionistico hanno deciso la creazione di indennità di formazione, per cui “con applicazione immediata”, ci sarà un ritorno economico nei club e nelle squadre che hanno formato corridori dall’età di 15 anni. E per cui è stata predisposta una scala retributiva. Un’iniziativa, che Lappartient ha definito “un grande passo avanti che è stato richiesto dalle federazioni nazionali”.
Le indennità di formazione sono un argomento di vecchissima data, già menzionate nella riforma del ciclismo professionistico nel 1962, prima di essere quasi subito abbandonate. In questi ultimi anni sono state spesso oggetto di rinnovate discussioni, in particolare proprio sotto l’impulso lussemburghese del presidente Dahm. David Lappartient aveva promesso l’implementazione di questa riforma nel suo secondo mandato, ed a quanto pare sembra abbia mantenuto la parola.
Un’altra decisione dell’UCI che sembra correlata è che il regolamento sarà modificato in modo che gli agenti dei corridori possano mettere questi sotto contratto solo dopo gli anni Junior.
Presumibilmente se ne saprà di più a novembre al prossimo comitato UCI in Olanda, ma queste due riforme potrebbero avere un notevole impatto sul ciclismo, sport che ultimamente è proprio decisamente evoluto rispetto il reclutamento dei giovanissimi.
Le indennità di formazione dovrebbe servire a dare un minimo di fair play finanziario, proprio come spiegato da Lappartient: “l’idea è che ci sia un prezzo da pagare per i corridori che passano professionisti, che siano WorldTour o Continental Pro, e che questo denaro possa rientrare alla base. Sarà poi a carico delle federazioni nazionali decidere localmente come organizzare il sistema, o dividendo questi soldi con i club che hanno formato i corridori o tenendoli per se. In ogni caso questa compensazione deve applicarsi a tutti i paesi e corridori, altrimenti avremmo una distorsione della concorrenza“.
Una frase che sembra mettere le mani avanti su eventuali resistenze da parte di qualche parte coinvolta. Ma intanto la strada sembra essere stata imboccata.