Madiot contro le troppe tappe all'estero del Tour | BDC Mag

Madiot contro le troppe tappe all’estero del Tour

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Antico dibattito che suscita sempre divisioni: le grandi partenze di Giro, Tour e Vuelta da paesi esteri. In una recente trasmissione tv francese, Les grandes gueules du sport, il team manager della Groupama-FdJ, Marc Madiot ha pensato bene al rilancio, esprimendo il proprio pensiero partendo dalla constatazione che negli ultimi 3 anni il Tour de France è sempre partito da paesi esteri, e cosi farà (almeno) per i prossimi due. In particolare è stato da poco annunciato il Grand Départ dalla Scozia nel 2027.  Madiot ha anche sollevato un aspetto, quello economico, forse non noto ai più.


Madiot:

“L’evento si chiama Tour de France! Capisco che gli organizzatori abbiano degli imperativi finanziari, ma dobbiamo essere ragionevoli. Se continuiamo così, presto faremo metà del Tour all’estero…. Noi, le squadre, non riceviamo alcun compenso extra quando la partenza avviene fuori dalla Francia. Ci costa di più e non riceviamo alcun compenso. Zero, nemmeno un centesimo.

E quindi si arriva al punto: “È uno dei fiori all’occhiello della nostra nazione. Non vedo perché dovremmo moltiplicare le partenze all’estero”.

Ovviamente il motivo è finanziario. Una grande partenza del Tour grossomodo fa entrare nelle casse degli organizzatori 10 milioni di euro. Una cifra irraggiungibile per la gran parte delle regioni o municipalità francesi. Dall’altra lato della medaglia sia i maggiori costi spesso non ammortizzabili dalle squadre, in particolare senza sponsor miliardari e con business globale, sia lo spettro di un’ingerenza sempre maggiore nei “fiori all’occhiello” dei paesi tradizionali del ciclismo da parte dei più facoltosi.

Commenti

  1. Lumi:

    Va di moda il protezionismo, si adattano tutti, avrebbe potuto chiedere i dazi per le tappe all'estero, si sarebbe mostrato più in linea con i tempi che corrono.

    A parte questo per me hanno senso tappe all'estero su paesi confinanti e con continuità territoriale, un po' come fare il giro da fuori invece che da dentro, Non hanno per me senso tappe in paesi molto lontani, ad esempio la partenza del Giro in Israele mi era sembrata un po' forzata, è un tema di coerenza del brand.
    Comunque UK è sostanzialmente in continuità territoriale con la Francia. Alla fine da Dover a Calais è molto più corta di un trasferimento medio di tappe "dentro" la Francia.
  2. Zac36100:

    Con un tema così nazionalista in uno dei paesi più nazionalisti del mondo è abbastanza facile avere consenso, anche fuori dal periodo TDF.
    Madiot mica è scemo, fa tutto questo casino per far parlare della sua squadra (e raccogliere sponsor "nazionalisti")

    Io sono concettualmente d'accordo e anzi trovo ridicolo che nel giro 2025 non ci siano tappe in Calabria Sicilia o Sardegna (ma ce ne sono 2 in Albania...)
    Vanno a correre dove pagano...se nessuna località di quelle regioni italiche ha messo sul piatto quello che mette l'Albania,si và in Albania.
  3. bicilook:

    Vanno a correre dove pagano...se nessuna località di quelle regioni italiche ha messo sul piatto quello che mette l'Albania,si và in Albania.
    ma questo è chiarissimo, e posso anche essere d'accordo che sia così. In fin dei conti non si lallera senza lalleri e RCS è una società per azioni.
    però se ci pensi una gara che si chiama "giro della tal nazione" dovrebbe concettualmente toccare un pò tutta la nazione. Almeno il tour de France con il suo percorso "a riccioli" passa quasi dappertutto. In Italia, con la sua forma particolare, mi rendo conto che sia difficile.
    Anche la vuelta è "mal distribuita" ed in certe regioni non ci passa mai.
    A sto punto ha quasi più senso fare un "giro d'Europa" (magari qualcuno ci ha già pensato)
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