Michael Rasmusssen e Levi Leipheimer, ex corridori professionisti, hanno reso una testimonianza durante un’indagine dell’USADA e quindi ad un arbitrato alla American Arbitration Association North American Court of Arbitration for Sport (AAA) che ha portato in questi giorni alla squalifica a vita per Geert Leinders, ex medico belga della Rabobank fino al 2010, ed alla Sky fino al 2012 (quando le prime voci della sua implicazione in un programma di doping di squadra della formazione olandese hanno portato al suo allontanamento), ma anche alla sospensione da ogni funzione anti-doping di Mario Zorzoli, capo medico dell’UCI, ex-responsabile delle famigerate TUE (le esenzioni terapeutiche) fintanto che l’UCI stessa non avrà esaminato le carte della sentenza dell’AAA.
Secondo Rasmussen Leinders e Zorzoli erano in contatto, ed in qualche modo uno avrebbe garantito delle “coperture” non meglio precisate proprio a Rasmussen, tanto che Leinders lo avrebbe definito “il corridore più protetto in corsa” (nel caso specifico il Tour de France 2005, che Rasmussen concluse al 2° posto assoluto oltre a vincere la maglia a pois). Inoltre, sempre secondo Rasmussen, Leinders, proprio su raccomandazione di Zorzoli avrebbe somministrato l’ormone DHEA (uno steroide) “perché tutti gli altri team lo facevano”.
Zorzoli è stato già sospeso in passato dall’UCI, nel 2005, per avere passato al giornalista de L’Equipe Damien Ressiot le cartelle con i valori sanguigni di Lance Armstrong. I famosi files che rivelarono poi che nelle urine del texano, nel Tour del 1999 vi erano tracce di EPO.
Ultimo episodio in cui è stato implicato Zorzoli è il caso dell’esenzione terapeutica di uno steroide proibito utilizzato da Chris Froome (Sky) per curare un’infezione polmonare durante il Tour di Romandia 2014, poi vinto dal britannico. Episodio che ha fatto cambiare politica all’UCI al riguardo, togliendo la discrezionalità del rilascio delle TUE al solo Zorzoli per darla ad una commissione formata appositamente.