Milan Vader (Jumbo-Vima) è caduto in una discesa a cento chilometri dal traguardo nella 5^ tappa del Giro dei Paesi Baschi a Mallabia questo venerdì. Il 26enne olandese, compagno di squadra di Primoz Roglic e Jonas Vingegaard, è volato oltre il guard-rail ed è stato subito soccorso e trasportato in un ospedale di Bilbao.
Secondo i media olandesi era in una “condizione critica”. Ferito con un taglio sul collo all’altezza della carotide, il corridore è stato posto in coma artificiale con la preoccupazione di mantenere una buona funzione cerebrale. Soffre anche di diverse fratture alle vertebre, ad una scapola ed una clavicola.
⚠️ Hainbat txirrindulari erori dira. Milan Vaderrek golpe handia hartu du.
‼️ Caída de varios ciclistas. El ciclista del @JumboVismaRoad @MilanVader1 ha sido el peor parado.
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— Itzulia Basque Country (@ehitzulia) April 8, 2022
Ieri sera il team Jumbo-Visma ha parlato di “situazione stabile”.
Milan Vader, 26 anni, ha ottenuto il 10° posto in mountain bike alle Olimpiadi di Tokyo.
E' vero che le strade ed i mezzi li abbiamo fatti noi, ma nel giro di qualche generazione, che è un tempo estremamente breve sulla scala evoluzionistica. Per arrivare alle caratteristiche psicofisiche attuali ci sono volute decine di migliaia di anni. Senza contare che le une e gli altri non sono stati progettati e/o realizzati in prima battuta (e nemmeno in seconda) con in mente la sopravvivenza in caso di imprevisto.
Il cervello cerca di adeguarsi alle situazioni che incontra ed è in grado di apprendere da stimoli nuovi. Per cui l'uomo, "progettato" dall'evoluzione per fare al meglio certe cose, riesce pure a farne di diverse. Ma con "margini di sicurezza" sia attivi che passini infinitamente inferiori.
Il che non vuol dire che ad andare in bici (o in auto, o a cavallo, o in aereo) "moriremo tutti". Vuol dire che dobbiamo essere consapevoli che le "dotazioni di base" non sono sufficienti a resistere a certe situazioni.
Prendo atto che la biologia è arbitraria, non scientifica ed è un luogo comune.
Escludendo il riscaldamento globale, intendi? ;-)
Nessuno ha scritto che rischiamo l'estinzione per la velocità delle auto o delle biciclette. Mi ripeto, la questione sollevata era di comprendere (e di accettare...) la presenza di limiti fisiologici della nostra specie, che derivano da come l'ambiente ci ha "prodotti" (tramite la selezione naturale e l'evoluzione). Pretendere "la sicurezza prima di tutto" è impossibile a meno di evitare tutte quelle attività che presentano un rischio intrinseco.