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Una proposta concreta in tema di antidoping viene dalla Francia ed è il Movimento per un ciclismo credibile.
Le squadre che ne fanno parte: 11 World Tour (AG2R-La Mondiale, Argos, Astana, Blanco, FDJ, Garmin-Sharp, Katusha, Lampre, Lotto-Belisol, Orica-GreenEDGE, Vacansoleil), 15 Continental Pro( tra cui Cofidis ed Europcar) e 12 Continental.
Roger Legeay, che ne è presidente, racconta come dal 2007 le attività di questa piccola associazione tranquilla siano cresciute tantissimo, in particolare grazie all’influsso del caso Armstrong e della volontà di Christian Proudhomme, patron del Tour de France, che ha visto nella filosofia di questo movimento la chiave giusta per interpretare il futuro del ciclismo.
Per farne parte tutto sommato non serve granché, bastano delle dichiarazioni d’intenti, ma le squadre più grosse (Sky, Omega Pharma-Quick Step, BMC, Saxo-Tinkoff, RadioShack, Movistar, Cannondale et Euskaltel) lo ignorano, anche se ufficialmente “ci stanno riflettendo”.
Il motivo secondo Legeay: “Non lo so, attraversate la manica e chiedetelo a loro“.
La filosofia del movimento fonda le sue basi sulla presa di coscienza che i più grossi scandali del ciclismo (Festina, Armstrong, Puerto) hanno 3 denominatori comuni:
-i controlli antidoping non hanno rilevato l’EPO
-sono state necessarie delle denunce e l’intervento delle autorità giudiziarie per scoprirne l’uso
-sono frutto dell’associazione di un manager ed un medico
Da qui l’idea di rendere il Team Manager di ogni formazione il responsabile della lotta al doping, sottoposto a regole più dure che quelle della WADA. A cui per primi hanno aderito in blocco tutti i Team Managers delle squadre francesi.
Quali sono queste regole? Sono basate sul regolamento interno del Movimento con cui ci si impegna a dei controlli a sopresa per rilevare il tasso di cortisolo nel sangue e si articolano in 10 punti, di cui i più importanti: