Nicolas Vinkourov, 21 anni, dalla prossima stagione correrà per il Team Astana Qazaqstan, la sua prima stagione da corridore professionista dopo due titoli nazionali su strada da U23.
Per Vinokourov, di nazionalità kazaka, ma nato e cresciuto, anche ciclisticamente, a Monaco, il debutto porta con se gli ovvi dubbi e speranze di ogni neo-pro:
“Mi sento pronto. In ogni caso è facendo una serie di gare ai massimi livelli che mi abituerò e che migliorerò. Siamo tutti diversi. Alcuni sono in grado di vincere gare WorldTour venendo direttamente dagli juniores. Altri pensano di potercela fare, ma faticano. E altri ancora si bruciano e smettono di pedalare abbastanza presto perché sono troppo giovani… Quello di cui sono sicuro è che sto facendo progressi di anno in anno. Mio padre mi diceva sempre di non saltare i passaggi e lo tengo sempre a mente. Se adesso passo al WorldTeam è perché riteniamo sia ragionevole farlo”.
Nicolas Vinokourov ha corso le ultime 3 stagioni prima nella Vino-Astana Motors, squadra continental kazaka il cui nome è inequivocabile, e poi nella Astana Devo, dove però ha sofferto parecchio, in particolare durante gli appuntamenti francesi di inizio stagione come il Tour des Alpes-Maritimes et du Var e poi le Boucles Drôme-Ardèche:
“Abbiamo sofferto a inizio anno, è vero. Soprattutto Alex che ha preso una bella botta alla nuca, (riferendosi al fratello gemello Alexandre, quando i due fratelli avevano gareggiato assieme nel Tour of Oman nel 2022- ndr-), ma sinceramente non ero preoccupato in quel momento. So di poter fare bene. L’anno scorso (nel 2022-ndr-) sono arrivato 20° di tappa e 22° assoluto al Tour de l’Ain, era una gara classe 2.1 e c’era molta gente forte. Non mi dispiace essere criticato per il mio inizio di stagione, ma non sono stato l’unico a soffrire. Ero messo male. A un certo punto sono stato anche malato. Non sto cercando scuse, dico solo che dopo è andata meglio”.
Il gemello Alexandre per ora non si sa cosa farà nella prossima stagione, dopo aver conseguito risultati medi l’anno scorso, come un 50° posto al Tour de l’Avenir, gara che invece il fratello Nicolas non ha terminato:
“Ne ho un bel ricordo. Non ero nemmeno esausto dopo dieci giorni di gare. Mi sentivo sempre meglio ed ero ancora in forma nei giorni successivi in allenamento. Speravo di vincere in Turchia dopo, non sono arrivato lontano anche se ho fatto di tutto per ottenere una tappa”. E’ infatti poi arrivato 2° al Tour de Van e poi 3° al Tour di Istanbul, accumulando cinque tappe nella Top 10 in otto giorni di gare durante questi due eventi di Classe 2.2.
E come detto questi sono i pensieri con cui qualunque neo-pro si confronta, ma per Nicolas è impossibile evitare l’elefante nella stanza, che oggigiorno si materializza con la solita ondata di commenti ostili sui social:
“Ci sono stati così tanti messaggi cosi che non mi importa più. Per cinque o sei anni è stato incessante. Quando non vado bene mi dicono “ringrazia papà per avere ancora un posto” e quando vado bene: “ringrazia papà per le sostanze…”. Succede su tutti i post che mi riguardano sui media, per ogni mia intervista. Non mi dà nemmeno più fastidio. Al contrario, ne ho fatto una motivazione”.
Per quanto i giovani di oggi abbiano le spalle larghe il tritacarne social non può tuttavia lasciare immuni almeno dai dubbi: “Non capisco le critiche. Nel team Astana c’è una quota da rispettare per quanto riguarda il numero dei corridori kazaki. Penso che siano almeno dieci. Non è scioccante che io sia passato, quest’anno sono stato campione nazionale U23. Penso che le persone critichino solo per il gusto di farlo”.
Critiche a parte non resta che guardare alla prossima stagione: “Spero di essere pronto a inizio stagione. Voglio davvero essere molto migliore rispetto a quest’anno nelle prime gare. Quindi affronto l’intero periodo di preparazione in modo diverso”.
Primo appuntamento da neo-pro il ritiro della squadra in Spagna, dal 6 al 20 dicembre. Poi però un inizio graduale: “L’idea è di non andare alle gare WorldTour. Farò ProSeries e Classe 1. Ma avrò ancora pressione, questo è certo. Ciò che è assolutamente necessario è mantenere la pace e la tranquillità che ho sempre avuto e guardare al lungo termine”.
Se si chiamava Paolo Bresolin non sarebbe Kazako... E con Putin Da Villaverla abbiamo già dato.. :==
Ps una decina anni fa un ex Corridore ora Produttore di Buon Mosto.. Pago una bella cifra per far passare il suo Figliolo in una Pro Tour..
Qui invece è tutto fatto in casa...