L’anno 2022 comincia sotto un buon segno dal fronte doping, infatti il movimento per un ciclismo credibile (MPCC) ha pubblicato l’annuale rapporto in cui si fa la conta dei casi di doping divisi per sport e nazioni, tenendo conto solo dei casi rilevati dalle federazioni, dalle agenzie antidoping, dal sistema giudiziario o dalla stampa. Inoltre, prende in considerazione solo le procedure relative ad atleti di alto livello o professionisti. Dal 2018 vengono conteggiate anche le condanne per corruzione, che includono sia illeciti finanziari che partite/incontri truccate.
Ebbene, per la prima volta dal 2005 non si sono registrati casi di doping a livello WorldTour! Il ciclismo ha totalizzato “solo” 19 casi in totale (7° sport per casi), di cui nessuno per corruzione (il sollevamento pesi, primo in classifica, ne totalizza 54 su 55), suddivisi in 12 casi per il ciclismo su strada, 4 per la pista, 1 in Mtb e 2 per gli altri (Bmx, bike-polo, etc..). Dei 19 totali 13 sono a carico dei maschi e 3 per l’altra metà del cielo.
Buone notizie quindi, anche se va notato che nel 2021 non ci sono state quasi rivelazioni a seguito di ri-analisi ordinate dalla WADA. e che il 2021 è stato fortemente influenzato dalla pandemia di Covid-19. Molti eventi sportivi sono stati cancellati, anche se si sono svolte le Olimpiadi di Tokyo (con un anno di ritardo), e gli Europei di calcio. L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) assicura di essere stata in grado di portare a termine con successo il suo programma antidoping (cosa che non è avvenuta nel 2020, anno nel quale sono stati registrati 12 casi di doping totali nel ciclismo), ma il numero di controlli pare sia stato influenzato negativamente dalla pandemia, come anche riportato da vari corridori.
Purtroppo l’Italia veleggia sempre sicura nella Top5 dei casi totali, con 27, terza dietro solo USA (53 casi) e Russia (77, di cui 75 per corruzione). Tornando così ai livelli del 2018, quando fu sempre terza per casi (5^nel 2019 e 4^nel 2020).
In generale si assiste ad un calo dei casi rilevati. Per il quarto anno consecutivo vi è una significativa diminuzione del numero di casi rivelati. Questo costante calo negli ultimi quattro anni fa contare la metà dei casi di doping e corruzione nel 2021 rispetto al 2018.
Tutte buone notizie quindi? Non proprio, come recita il MPCC: “Sul campo, alcune parti interessate e manager non sono contenti di questa notizia. Testimonianze di corridori emblematici sottolineano ancora una volta un “ciclismo a due velocità” e il Direttore dell’UCI in una recente intervista* ha affermato che i test antidoping non bastano più per catturare gli imbroglioni. Secondo Amina Lamiya (direttore generale dell’UCI -ndr-) dovrebbero essere presi in considerazione metodi di indagine più radicali. L’MPCC sostiene pienamente questo approccio ed è pertanto incoraggiato a mettere in prospettiva la realtà lusinghiera delle cifre in questa tabella“.
*Ouest France, 10 gennaio 2022
Tradotto: forse esistono nuove sostanze e metodi dopanti che non vengono rilevati dall’antidoping. Quali ovviamente non si sa, ma l’Agenzia mondiale antidoping è al lavoro, come ha recentemente spiegato Olivier Rabin, direttore scientifico della WADA, il quale ha confermato che l’organizzazione studierà ad esempio gli effetti dell’ormai famoso farmaco trovato in tracce nei capelli di 3 corridori allo scorso Tour de France, la tizanidina.
La tizanidina è un farmaco usato per trattare la spasticità muscolare dovuta a lesioni del midollo spinale o sclerosi multipla. Viene quindi utilizzato per rilassare i muscoli, ma l’American Society of Health-System Pharmacists non è ancora del tutto sicuro di come funzioni il farmaco.
La WADA non sa ancora come la tizanidina potrebbe essere utilizzata dai ciclisti, motivo per cui la sostanza non è al momento considerata doping, e per cui l’organizzazione esaminerà ulteriormente il farmaco.
Rabin ha dichiarato al francese L’Equipe: “Non è una sostanza considerata vietata in questo momento. Detto questo, visti gli ultimi eventi, l’abbiamo inserita all’ordine del giorno del ‘comitato lista’ per il mese di gennaio. Non conosciamo troppo bene questa sostanza perché utilizzata a fini terapeutici. Quello che è interessante guardando il suo profilo è che possiamo legittimamente porci la domanda su quale potrebbe essere l’uso a fini dopanti. Se si guarda al profilo della tizanidina, come si può vedere in alcune patologie degenerative, ci si può interrogare sul suo utilizzo. Un effetto su un muscolo normale sembra inconcludente”.
Soprattutto la tizanidina avrebbe degli effetti collaterali che ne sconsiglierebbe l’utilizzo per competizioni sportive: persone con muscoli normali potrebbero avvertire vertigini, sonnolenza, allucinazioni, vomito e mal di stomaco, solo per citare alcuni effetti collaterali.
Proprio questi motivi spingono la WADA a investigare su questa sostanza, anche se secondo Rabin: “Non dobbiamo trascurare il fatto che alcune persone che devono aiutare gli atleti a prodursi in prestazioni di alto livello sono soggette a determinate pressioni per cercare di trovare soluzioni per realizzare cose nuove, spesso senza che ci sia alcuna razionalità scientifica dietro“.
Pertanto conclude: “Onestamente, a volte le sostanze possono essere identificate rapidamente e altrettanto rapidamente le includiamo. Per quanto riguarda la tizanidina abbiamo il diritto di porre determinate domande“.
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