Lo spagnolo Pablo Castrillo (Kern-Pharma) ha vinto la 15^ tappa della Vuelta, la seconda per lui dopo la 12^. Le sue uniche vittorie da pro, ma che vittorie.
Primoz Roglic (RedBull-Bora) ha recuperato un po’ di tempo su Ben O’Connor (Decathlon-Ag2R), ma è stato poi penalizzato di 20″ per aver usufruito troppo a lungo della scia della propria ammiraglia per rientrare nel gruppo dopo un cambio bici.
Lo spagnolo della Kern-Pharma continua a stupire, con la seconda vittoria di tappa in questa Vuelta. Castrillo ha atteso le rampe più dure del Cuitu Negru per liberarsi di Pavel Sivakov (UAE-Emirates) e Aleks Vlasov (RedBull-Bora), prendere un po’ di vantaggio e resistere al ritorno di Vlasov proprio sulla punta al 24% della salita, riuscendo a tagliare il traguardo da solo con 12″ di vantaggio sul russo.
Tutti si attendevano una battaglia tra gli uomini di classifica, in particolare della RedBull per far colmare il ritardo di Roglic su O’Connor. Dopo un lungo forcing della Soudal-QuickStep seguita da attacchi un po’ casuali di Mikel Landa (non nuovo a queste tattiche) è stata la RedBull a prendere la situazione in mano, con Florian Lipowitz a lanciare Roglic negli ultimi 3km. Lo sloveno ha preso un po’ di vantaggio pedalando agilissimo, ma si è fatto poi riprendere e superare da Enric Mas, davvero in grande condizione in questa Vuelta, per poi farsi superare sul traguardo. Un’operazione con cui aveva rosicato 38″ a O’Connor, arrivato 11°, e con cui aveva portato il proprio ritardo sull’australiano sotto il minuto.
Operazione vanificata da una non brillante idea, quella di cambiare bici alla base della salita, per montare un monocorona con pignoni molti grandi e ruote a basso profilo, in modo da affrontare le rampe più dure del Cuitu Negru con un rapporto più agile della concorrenza. Peccato che il cambio bici abbia costretto la RedBull ad usufruire di una prolungata scia dietro ammiraglia per riportare Roglic in gruppo, operazione sanzionata con 20″ di penalità (anche a Roger Adria e Daniel Martinez che lo accompagnavano) e con cui hanno vanificato i presunti vantaggi dati dal rapporto agile.
Roglic è quindi ora in ritardo di 1’03” su un ottimo O’Connor, che oggi si è difeso con i denti.
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