La prima Scott Addict è stata una bici di svolta nel 2007: prima bici in carbonio fasciato industriale, uscita dalla penna di Peter Denk, alzò (o abbassò) la barra della leggerezza con un telaio da soli 790gr.
Oggi, 2019, Scott presenta la nuova Addict RC, nuova piattaforma ultraleggera della casa svizzera, che però, quasi inevitabilmente, prende anche una piega aero, sia in senso lato che in quello letterale, acquisendo una piega manubrio integrata realizzata appositamente con alcune interessanti caratteristiche.
In particolare una delle caratteristiche peculiari della nuova Addict RC è il passaggio cavi totalmente integrato, sia per le versioni elettroniche che meccaniche e per le guaine dei freni a disco.
Per fare ciò Scott ha pensato ad una serie sterzo da 1.5′ costanti, ma con i cuscinetti superiori decentrati di 3mm grazie ad un anello eccentrico, accompagnati da un cannotto della forcella con una rastrematura da 1.5′ alla base sino a 1 1/4′ nella parte superiore per permettere il passaggio dei cavi.
A coronamento di tutto ciò due pieghe manubrio integrate: il Creston iC SL bar. per i modelli top di gamma. Ed il due pezzi (Creston iC 1.5 handlebar and RR iC stem), per i modelli Addict 10 e inferiori.
Il Creston iC SL pesa 295gr (compreso l’attacco per il computer) ed è costruito con fibre di carbonio unidirezionali, presentando una forma a “V” ottimale sia per il passaggio dei cavi interni che per la presa delle mani. L’ergonomia è stata curata in collaborazione con lo studio GebioMed. che ha mappato la pressione delle mani (di varie dimensioni) con varie posizioni. La parte superiore ha una rigatura per migliorare il grip direttamente ricavata sulla finitura del carbonio, in modo da non rendere necessario il nastro manubrio e risparmiare peso.
La sempre maggior integrazione dei componenti e dei passaggi cavi ha portato notevoli preoccupazioni per quanto riguarda la manutenzione ed i suoi tempi. Scott ha fatto uno sforzo in questo senso, sia montando una copertura magnetica sulla parte superiore del manubrio per un veloce accesso, sia offrendo degli spacers “splittabili” in modo da poter rendere la sostituzione di questi o dei cavi più agevole, magari evitando al peggio di tagliarli come nel caso delle guaine idrauliche all’interno della piega. Idem per il combo due pezzi, che però è notevolmente più pesante dell’integrato monopezzo. Tutto molto bennato e realizzato.
Tutte le tubazioni ora hanno un profilo troncoconico direttamente derivato dal design della Plasma e della Foil per un aumento del coefficiente aerodinamico. Allo stesso tempo le tubazioni di diametro più grande hanno permesso di aumentare la rigidità complessiva, data nel 14,5% in più rispetto il vecchio modello.
Il carro è stato attaccato più in basso, soluzione che ormai sta diventando lo standard sul mercato. Soluzione dovuta principalmente alla ricerca di una migliore aerodinamica, ma anche al dover mantenere accettabile la comodità con tubazioni più grandi. Ecco che il carro “basso” serve a lasciare una porzione di piantone maggiormente libera di flettere verticalmente. La rigidità verticale e quindi la comodità ora è data identica alla Foil, quindi minore del vecchio modello. La nuova però può accogliere copertoni sino a 28mm.
Scott ha anche elaborato una nuova tecnica costruttiva per i propri stampi monoscocca, ed ora tutto il carro posteriore è realizzato in unico pezzo. Per poter montare i freni a disco senza che il perno passante, stringendosi, vada a inficiare la robustezza del carro, è stato pensato di inserire una boccola in alluminio incollata, in modo che la forza di serraggio sia scaricata su questa e non sulla struttura cava del carro. Questa soluzione è mutuata dai modelli da Mtb Xc Scale e Spark RC, quindi già ampiamente testata.
Stessa tecnologia per la forcella anteriore. Per risparmiare peso ovunque Scott ha scelto di non montare l’adattatore FlatMount per la forcella anteriore, ma di avvitare la pinza del freno direttamente sulla forcella. Per “pareggiare” il profilo della stessa è stata adottata una copertura magnetica delle viti. L’unico diametro di rotori montabile è 160mm.
Infine il collarino reggisella, che, in controtendenza nel mercato, è esterno, sempre per risparmiare peso: 12gr. La minor coppia di serraggio a consentito anche di alleggerire il reggisella, dal peso di 142gr.
Cambiate radicalmente le geometrie rispetto la versione precedente. Il movimento centrale è stato abbassato, la forcella allungata, il tubo sterzo accorciato ed i foderi bassi del carro allungati. Il tutto disegnato per i copertoni da 28mm. Anche se la nuova Addict può montare sino a 30mm.
La presentazione è avvenuta nella nuova sede di Scott a Givisiez. Un edificio ultramoderno (ed enorme) costruito secondo tutti i dettami del risparmio di energia. Quindi il riscaldamento è a biomassa, non ha aria condizionata (in Svizzera su edifici oltre una certa cubatura è proibita), ed è completamente rivestito all’esterno di serramenti motorizzati che si aprono e si chiudono automaticamente in base alla direzione dei raggi solari, per minimizzare le dispersioni di calore d’inverno. L’interno è completamente rivestito di pannelli fonoassorbenti e listelli di legno per evitare qualunque eco (viste le dimensioni dell’atrio ad esempio) e minimizzare il rumore. All’interno vi sono i vari reparti di progettazione e design, non solo di Scott bici, ma di tutti i vari brand del gruppo Scott.
Per la prova pedalata ci sono state fornite delle Addict Ultimate montate Red AXS top di gamma, e poi siamo stati divisi in due gruppi, uno “tranquillo” guidato da Esteban Chaves, ed uno “meno tranquillo” guidato da Simon Yates. Purtroppo per me si è trattato del primo giro in bici dell’anno con temperature estive (30°), che combinate con l’andatura “molto tranquilla” imposta da Yates si è materializzata in un colpo di calore per il sottoscritto. Quindi il mio giro è durato 15km. Ergo non ho niente da dirvi in merito alla bici purtroppo, ma immagino non mancherete di leggere altri pareri. Mi dispiace.
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