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Nuova Trek Madone Gen 8: quando l’Emonda incontra la Madone

Finalmente possiamo svelarvi la nuova Trek Madone gen 8, progettata per sostituire contemporaneamente la Emonda e la Madone che tutti conoscete, dando vita ad un’unica bici che dovrebbe essere polivalente in ogni situzione. Il condizionale è d’obbligo per un prodotto nuovo. Più sotto potete trovare una prima prova in cui scoprire se la nuova Madone mantiene le promesse di Trek.

Dettagli nuova Trek Madone Gen 8

La vecchia e tanto discussa Madone puntava molto sull’aerodinamica, strizzando l’occhio ai velocisti o comunque a chi fa tanta pianura. Al contrario, l’Emonda è sempre stata la bici preferita dagli scalatori o da chi puntasse ad avere un mezzo leggero. La nuova Madone vuole unire queste caratteristiche in un unico telaio: leggerezza e aerodinamicità, anche ascoltando il feedback che i corridori professionisti hanno dato, riassunto in questo grafico:

Per riuscire nell’intento, Trek ha tenuto il peso della Emonda, cambiando le forme del telaio per renderlo aerodinamico. È stata cambiata la fibra di carbonio, ora OCLV nel modello di punta SLR che vedete in queste foto, più robusto del 20% rispetto al precedente, cosa che ha permesso di risparmiare materiale e quindi peso sul telaio. La forcella è ora un pezzo unico, cosa che si è riusciti a fare grazie a nuove tencologie di lavorazione del carbonio.

Il peso dichiarato del telaio è di 765 grammi in taglia M, quello della forcella è di 370 grammi.

Come dicevo in precedenza, le forme del telaio sono state pensate per essere aerodinamiche, in particolare quelle del tubo obliquo, che è sì più largo di quello della Madone Gen 7, ma per uno specifico motivo, e cioé che Trek ha analizzato l’insieme della bici, ruote comprese, nella galleria del vento, ed è giunta alla conclusione che il flusso dell’aria viene influenzato dal telaio in una maniera diversa da quello che si credeva. Questa immagine dovrebbe rendere bene l’idea:

Come vedete, la forma più squadrata dell’obliquo mantiene uniforme il flusso d’aria che va dalla ruota anteriore a quella posteriore (i due estremi dell’immagine). Ecco spiegata la differenza di forma:

Per mantenere questo flusso regolare, Trek ha lavorato anche sulla forma delle borracce, ora anch’esse aerodinamiche. Durante il Tour vedrete i corridori proprio con queste borracce. Qualche numero che giustifica la scelta:

Avrete notato che è cambiata la forma dell’Isoflow, cioé il “buco” del tubo piantone, rispetto alla Madone Gen 7. È più leggero e assorbe meglio le vibrazioni rispetto sia alla Madone Gen 7 che alla Emonda. Questo fattore è anche dovuto agli diversi spessori dei tubi a seconda delle taglie, perché si presuppone che dei ciclisti più alti siano anche più pesanti.

 

Per quanto riguarda l’aerodinamica, anche la forma del manubrio è cambiata: ora in presa bassa è più largo di 3 cm rispetto alla presa alta, cosa che migliora l’aerodinamicità soprattutto quando si appoggiano i gomiti sul manubrio stesso.

Leggendo questo articolo vi sarete chiesti perché parlo di taglie M, L, ecc, invece dei classici 54, 56, ecc. Trek ha cambiato le taglie e relative geometrie, prendendo spunto dalla propria gamma MTB. Ecco i vecchi e nuovi numeri:

Infine, la nuova Madone accoglie gomme larghe fino a 33mm ed è dotata di forcellino UDH, che va bene sia sui gruppi SRAM che su Shimano o Campagnolo.

Prima prova sul campo

Sono andato a nord di Madrid a provare la Madone Gen 8, illudendomi di scappare dal brutto tempo delle nostre latitudini. In verità mi sono trovato a pedalare 1 ora sotto la pioggia battente, senza giacca, con temperature sui 7°. Ci ho impiegato 30 minuti a scongelarmi sotto la doccia, alla fine del giro. Vicissitudini a parte, la prima parte dei circa 60 km è stata piacevole, dal punto di vista del meteo e ho potuto percepire chiaramente il carattere completamente diverso della Madone Gen 8 dalla Gen 7 che avevo appena provato con il nuovo gruppo Campagnolo.

Correzione: ok, ero a ovest di Madrid, ma sembrava di essere a nord.

A livello visivo le linee sono più classiche, e appena saliti in sella si nota come questa sia una bici facile da accelerare e da portare in salita, anche grazie al peso più contenuto. La posizione in sella è decisamente racing, con un busto piuttosto allungato e uno stack ridotto. Purtroppo il fotografo è riuscito nel difficile intento di fotografarmi solo a pezzi, perciò questo è il massimo che vi posso far vedere di me sulla Madone. Per fortuna domani ci arriva il modello per il test di durata, con cui conto di farvi vedere come sono messo in sella.

Il famoso “buco” è meno pronunciato, dicevo, infatti non si nota tanto quando si guarda la bici, facendo contenti i detrattori. Lo stesso discorso vale per le forme del telaio, molto meno appariscenti della Gen 7.

Sull’aerodinamicità di un telaio si può discutere per giorni, perché è un fattore difficile da percepire e che porta reali vantaggi solo se tutto il resto è al top, a cominciare dal vestiario del ciclista. Come detto in precedenza, non avendo (purtroppo) una giacca con me mi sembrava di volare nei drittoni infiniti che mi sono fatto sotto la pioggia, da solo, in presa bassa, e la media di 30.55km/h su 58 km e 1100 metri di dislivello può essere un primo indizio che la nuova Madone va effettivamente forte. O forse che avevo un freddo boia e che volevo che il giro finisse il prima possibile. In ogni caso, vi rimando al test vero e proprio per una conclusione degna di tal nome.

Dopo quelle due ore vi posso però dire che mi è piaciuta molto in salita e che sarebbe una delle mia papabili bici per quello che faccio di solito, cioé zero pianura e tanta salita. Insomma, il lato Emonda è la caratteristica che mi è piaciuta di più sulla nuova Madone. Confusi?

Prezzi e gamma Trek Madone Gen 8

Per colori e specifiche dei singoli modelli vi rimando al sito Trek.

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Pubblicato da
marco

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