Categorie: Tech Corner

Nuovi brevetti indicano la strada di una sempre maggior integrazione elettronica

Alcuni nuovi brevetti depositati hanno attirato l’attenzione dei vari appassionati, in un momento di particolare stasi riguardo nuovi prodotti nel settore. Il primo riguarda un sistema di controllo elettronico di Campagnolo. Questo brevetto in particolare sta facendo parlare di sé per via della novità di un sensore indossabile.

Il brevetto parla chiaramente di “un dispositivo di controllo manuale del cambio indossabile […] e comprende un’unità di controllo indossabile per generare ed emettere almeno un comando elettrico ad almeno un pezzo di equipaggiamento di una bicicletta, comprendente una fonte di alimentazione e un sensore alimentato dalla fonte di alimentazione“. Per la tipologia di questo comando viene menzionata praticamente qualunque soluzione: “a contatto, capacitivo, magnetico, magnetotermico, termico, a pressione, tattile o a cupola“.

Nel brevetto vengono anche mostrati dei comandi con un pulsante posizionato sull’interno dello stesso, definito “customizzabile” per comandare varie unità della bici, anche in combinazione con altri pulsanti. Questo dovrebbe significare che grazie a questi pulsanti si potranno comandare sia deragliate, posteriori o anteriori, ma anche altri strumenti installati sulla bici, come misuratori di potenza o reggisella telescopici. Cosa che farà piacere a tutti i fans di lunga data dell’azienda vicentina è che questo pulsante è posizionato dove si è sempre trovato il pulsante interno per il pollice dei comandi Campagnolo, una specificità che si è persa con l’ultima iterazione del gruppo SuperRecord Wireless.

 

In generale, aldilà delle specificità del brevetto, si vede come la volontà sia di spingere ulteriormente sulla carta dell’integrazione con un tutti i vari devices installati sulle biciclette odierne, e anticipando il possibile trend (per ora in realtà non di grande successo nel mercato di massa) dei dispositivi indossabili.

Se Campagnolo si da da fare SRAM non sta a guardare, e pure lei ha depositato un brevetto riguardante un sensore multifunzione, ma in questo caso inserito all’interno del cerchio della ruota, diviso al suo interno da una paratia, in corrispondenza del foro della valvola,  in cui si può inserire il sensore.

Viene evidenziato come la collocazione e la forma di questo accessorio non sia penalizzante dal punto di vista aerodinamico, probabilmente migliorando in questo l’esistente loro sensore Quarq TyreWiz già commercio. Questo nuovo sensore però non è concepito solo per misurare in tempo reale la pressione dei copertoni, ma anche altro, come espressamente specificato dal brevetto: “Il processore è configurato per identificare una variazione nella resistenza o nella continuità elettrica dell’elemento di rilevamento e per identificare le caratteristiche strutturali (ad esempio, danni strutturali, sollecitazioni strutturali, sollecitazioni, snervamenti e/o fratture) del cerchio in base alla variazione identificata“. In pratica un elemento (piezolettrico?) inserito tra le lamine del carbonio che possa monitorarne eventuali delaminazioni o cedimenti in corso.

Ma non finisce qui, in quanto il brevetto, in questo caso senza entrare nello specifico del come, copre anche la possibilità di monitorare altri dati specifici alle ruote: “I dati misurati possono includere, ad esempio, dati sulla pressione degli pneumatici, dati sulla velocità delle ruote, dati sul contachilometri delle ruote, dati sullo stato del materiale composito del cerchio, dati sull’inclinazione e l’imbardata delle ruote, dati sul prodotto, dati sul feedback stradale, indicatori di stato dei diodi a emissione luminosa (LED) e/o altri dati“.

Al momento quindi potrebbe trattarsi solo di un’evoluzione dell’odierno TyreWiz, con un brevetto che copre solo possibilità future, come di un sistema realmente più evoluto ed in grado di fornire una maggiore quantità di dati agli utilizzatori. Utilizzatori che via via sono sempre più sommersi da una mole di dati che poi andranno in qualche modo gestiti ed integrati. Uno sviluppo prevedibile nel futuro saranno proprio delle app o dei ciclocomputer che siano in grado di gestire tutti questi dati e fornire indicazioni utili in pratica, magari via qualche applicazione IA.

In conclusione, questi due brevetti danno un’idea di cosa aspetta i consumatori nel prossimo futuro (quello di SRAM sembra più “rifinito” e pronto ad un lancio commerciale) , ovvero una sempre maggiore integrazione con l’elettronica installata sulle bici. Nel caso di Campagnolo però anche senza perdere di vista l’avere un’identità di prodotto, senza la quale altrimenti è difficile proporsi, e rimanere competitivi, sul mercato.

 

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Pubblicato da
Piergiorgio Sbrissa

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